7. Dimenticati

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Eren's pov

Delle forti braccia lo tenevano stretto a sé, quel profumo che, strofinandosi leggermente sul suo petto, lo fece sorridere. Non era un sogno, vero? Il corpo di Levi, seppur piccolo, era davvero confortante. Eren stropicciò gli occhi, per poi alzarli verso il volto dell'uomo che stava abbracciando. E, come un fulmine in ciel sereno, divenne d'un tratto rosso al ricordo di quello che era accaduto la sera precedente, ma non riuscì a distogliere lo sguardo da lui. Pareva innocuo quando dormiva. Alzò poi una mano e, avvicinandola alla sua guancia, iniziò ad accarezzarla lievemente. Una smorfia apparve sul suo volto. 

''Eren''. Mugugnò Levi infastidito. 

''Dovrei andare'', sussurrò il ragazzo con un sorriso. Avrebbe voluto rimanere tra le sue braccia per sempre, piuttosto che andarsene e non poter più condividere dei bei momenti con lui.

Improvvisamente la porta si spalancò. I due ragazzi, per lo spavento, si allontanarono velocemente l'uno dall'altro, anche imbarazzati dalla situazione. Erwin comparve senza nemmeno bussare, le mani appoggiate sui fianchi e un grande sorriso dipinto sulle labbra. Tuttavia, le sue sopracciglia folte si inarcarono non appena si accorse dell'ambiente attorno a lui. 

''C'è odore di sesso qui dentro''. Proferì il biondo, annusando l'aria circostante proprio come faceva Mike.

''Erwin, che cazzo fai nella nostra camera?''. Levi intervenne, scendendo dal letto e, con sguardo truce, avvicinandosi all'uomo con fermezza. 

''Sono venuto a prendere Eren naturalmente''. 

Il ragazzo, ancora stordito e a disagio per l'accaduto, decise di abbandonare il comodo materasso. I suoi occhi saettarono velocemente dal sopracciglione al nano il quale, avvolto da un'aura omicida, pareva intento a maledire Erwin con i suoi occhi glaciali. Con tutto sé stesso, sperò che il biondo non si fosse accorto della situazione in cui i due erano. 

''Mi cambio e arrivo, intanto puoi portare giù la valigia. Per il resto mi arrangio''. 

Erwin annuì, contento di poter dare una mano al suo giovane amico. Alzò la valigia senza alcuno sforzo, per poi scendere le scale. Nella stanza calò il silenzio. Eren si vestì lentamente, non voleva lasciare quella che Levi aveva chiamato la loro stanza.

''Moccioso''.

''S-si?''. Eren sobbalzò al richiamo del suo nome. Il cuore batteva rapidamente, gli avrebbe detto di rimanere con lui? Non sapeva cosa aspettarsi da quell'uomo, sicuramente non si sarebbe mai inginocchiato dinanzi a lui, pregandolo di non andarsene via. 

''Dimenticati di ieri sera''. 

Il rumore di un cuore in mille pezzi echeggiò in tutta la stanza. Certo, doveva aspettarselo. Per l'uomo la serata precedente non era stata altro che uno sfogo e lui, pian piano accortosi dei sentimenti che provava, non fece a meno di accennare un sorrisino pieno di rammarico. Non voleva invaghirsene ma ecco che, dopo aver trascorso la notte a gemere di piacere, era letteralmente caduto nella sua trappola. Levi, per lui, non sarebbe mai più stato un semplice coinquilino ma la persona della quale si era segretamente innamorato. Come diceva Armin, quando i sentimenti traboccano è inutile sopprimerli ma accettarli e vivere con essi. Poteva fargli male quell'amore a senso unico e di certo, quella lontananza, glielo avrebbe fatto dimenticare lentamente. Almeno, era quello che sperava.

Eren non rispose, si limitò solamente a prendere le ultime cose dalla stanza per poi, senza voltarsi indietro, uscire da essa. Quei sette giorni, seppur pochi, erano stati i più belli di tutta la sua vita.

Levi's pov

Sapeva di essere un coglione e nella sua vita lo aveva sempre accettato ma, dopo aver pronunciato quelle parole, se ne pentì amaramente. Odiava la sua boccaccia, il suo carattere...detestava sé stesso per aver ferito quel moccioso. Perché? Nemmeno lui lo capiva, sapeva solo che quando era teso o arrabbiato, il dolce sorriso di Eren gli compariva nella mente tranquillizzandolo. 

Un coinquilino di troppo ||ERERI/RIREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora