2. Vecchio!? Io?

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Levi's pov

Levi fissava con la fronte aggrottata l'orologio appeso su di una parete in cucina, le braccia incrociate e il piede che picchiettava sul pavimento lucido. La sua faccia non sarebbe comunque cambiata dato che, costantemente, mostrava un'espressione priva di alcun tipo di sentimento. Era un uomo impassibile, come lo era il suo cuore. Non sarebbe diventato sensibile tutto d'un tratto, nemmeno nel vedere il moccioso che, con lo sguardo terrificato, scendeva le scale sapendo che i cinque minuti erano scaduti già da tempo. Era un maniaco della pulizia tanto quanto della puntualità. 

''Oi, Eren''. Lo richiamò, il giovane puntò il volto sul più grande con un sorrisino tirato. ''Non farmi più aspettare, moccioso''.

''Colpa mia, Levi''. Erwin apparve dietro al ragazzo, raggiungendolo poi e posando una mano sulla sua spalla. Avrebbe sicuramente buttato la maglietta nella lavatrice più tardi, odiava quando le persone lo toccavano. Chissà quanti germi c'erano su quelle dita. 

''Tsk''.

''Allora Eren ti farò sapere al più presto le novità''. Si rivolse poi l'uomo sopracciglione al ragazzo che, con un dolce sorriso, annuì contento. 

Quando finalmente Erwin se ne andò, rimasero solamente loro due in cucina. Il silenzio calò sovrano e Levi poté sentire la tensione che si fece strada nel corpo di Eren. Lo fissò, non gli interessavano le persone in generale, ma quel moccioso stranamente lo incuriosiva. Lo superava in altezza di almeno dieci centimetri e ciò lo scocciava realmente, fu per quello che fece una smorfia impaurendo ancora di più il giovane. I capelli castani cadevano in piccole ciocche sul viso, non erano troppo lunghi ma parevano puliti e in ordine. E poi quegli occhi, Hanji aveva ragione, forse li avrebbe ispezionati insieme a lei ma, per ora, si limitò solamente a guardarli. Erano di un verde intenso, troppo luminoso per i suoi gusti ma ne rimase completamente affascinato.  

''Dov'è Hanji?''. 

''Hai paura di rimanere solo con me, moccioso?''. Levi assottigliò gli occhi.

''No, solo che...''.

''Taci''. Ribatté il corvino, lanciandogli poi uno straccio bagnato. ''Spero che tu sappia come lavare le finestre''.

Eren deglutì timoroso. ''C-certo'', balbettò. Levi udì un suo sospiro ma, solo per quella volta, decise di non farci troppo caso. Non avrebbe voluto vedere frignare quel moccioso, tanto meno cercarlo per la città ad una sua possibile fuga, a causa dello spavento. 

Rimasero nuovamente in silenzio, solamente i rintocchi delle lancette echeggiavano nella stanza. Levi dedicava un intero giorno della settimana alle pulizie, lo rilassavano in qualche modo e, soprattutto, detestava il fatto che la casa puzzasse di marcio. Come quella volta che, entrando in camera di Hanji, venne trafitto da un'odore terribile causato dai rifiuti di cibo all'interno del cestino. La donna era pigra perfino ad andare al cesso, figuriamoci a buttare via la spazzatura. Inutile dire che la costrinse ad inchinarsi a lui per almeno dieci volte, prima di aiutarla a sistemare la pattumiera che era la sua camera. 

''Levi'', lo chiamò d'un tratto Eren. L'uomo si voltò scocciato in sua direzione, ma rimase sorpreso dal vigore con cui il ragazzo puliva i vetri del salotto. -Avrà solo paura di ricevere qualche punizione- pensò.

''Che vuoi?''.

''Quanti anni hai?''.

''Tsk, stai cercando di fare conversazione con me?''. Domandò schioccando la lingua, riprese poi a pulire energicamente le mensole della cucina fin quanto non comparve una scintilla su di esse.

''Non voglio condividere la stanza con un tipo silenzioso e minaccioso''. L'uomo ignorò quella provocazione ma, se fosse capitato una terza volta, lo avrebbe fatto inginocchiare e supplicare pietà.

Un coinquilino di troppo ||ERERI/RIREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora