17. Il ritorno del professore

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Eren's pov

Quello di cui era certo, era che Jean e Mikasa non avevano badato a spese per il loro matrimonio. Si trovavano in un bellissimo ristorante, distava solamente mezz'ora dalla casa dei suoi genitori ed era stato allestito a tema. Il grande tavolo dov'erano seduti per il pranzo era sistemato a U al centro del locale, Eren e Levi avevano avuto l'onore di prendere posto poco distante dagli sposi, insieme ai genitori di entrambi. Rose rosse e bianche, che riprendevano il bouquet della sposa, abbellivano l'ambiente grazie alle loro bellissime composizioni. Palloncini del medesimo colore vagavano sulla pista da ballo, calciati ogni tanto da bambini che si divertivano a rincorrerli. Il castano adorava quell'atmosfera al fianco di Levi, il quale non si risparmiava ad accarezzarli la gamba e, molto spesso più di quel che si aspettava, saliva pericolosamente verso il suo inguine, fortunatamente la mano coperta dalla lunga tovaglia bianca. 

Stava facendo di tutto per non incrociare gli occhi del professore, fissi su di lui e senza l'intenzione di spostali. Nonostante quello, non voleva far preoccupare il corvino ulteriormente, accortosi che qualcosa non andasse per niente bene.

''Stai bene, moccioso?''. Levi lo fissò dubbioso, inarcando un sopracciglio quando il più piccolo si agitò a quella semplice domanda. 

''S-si''. 

Sospirò pesantemente, appoggiando la forchetta sul tovagliolo ormai stanco di mangiare. Erano alla sesta portata e, se fosse stato fortunato, la prossima sarebbe stata l'ultima. Si pulì la bocca con un tovagliolo, sorridendo poi al suo coinquilino. 

''Balliamo''. Quello era un obbligo, non una domanda. Il corvino si era alzato d'un tratto dalla sedia, porgendo la mano a Eren che, arrossendo, strinse la presa. Mai nessuno si era offerto di ballare con lui, tanto meno se la pista era totalmente vuota. 

Gli sguardi si posarono su di loro quando, sotto le note di Perfect di Ed Sheeran, i due si strinsero in un abbraccio incominciando a muovere lentamente le gambe. Eren stretto con le braccia al suo collo, la testa appoggiata sulla sua spalla e la calma che prese il sopravvento grazie a quel contatto. Le mani di Levi presero ad  accarezzargli la schiena, concentrato a togliergli dalla mente qualsiasi cosa a cui stesse pensando. 

''Non pensavo fossi il tipo''. Ridacchiò il castano, alzando gli occhi e intrecciandoli a quelli blu del suo compagno. 

''Sono un uomo pieno di risorse, Jeager''.

''Mh, questo già lo sapevo''. Proferì il ragazzo sotto il ghigno persistente di Levi. Con affetto strofinò il naso contro il suo, beandosi di quella vicinanza che mai avrebbe pensato di ricevere in mezzo ad altre persone. 

Nel mentre, con loro sorpresa, anche altri invitati si erano buttati letteralmente sulla pista da ballo, facendoli sentire meno osservati. Eren, per un istante, si dimenticò del suo ex professore il quale, tuttavia, non riusciva a staccargli lo sguardo di dosso e, con le mani strette in due saldi pugni, contorceva l'espressione in una smorfia alla sola visione di vederlo stretto ad un altro uomo. 

''Dimmi ciò che ti turba, moccioso''. 

''Ti ricordi quando ti ho raccontato del perché sono stato cacciato dall'università di questa città?''. Sapeva che non poteva nasconderlo ancora per molto al corvino, magari lui l'avrebbe aiutato a pensarci di meno e a concentrarsi solamente su quella bella giornata. Levi annuì, corrucciando la fronte. ''E' qui...lui...il mio vecchio professore''.

''Qui?''. Chiese l'uomo, aumentando la presa sul ragazzo con fare protettivo. 

''Si, non so come faccia a conoscere Mikasa o Jean''. Eren non fece a meno di notare l'espressione alterata del suo accompagnatore. Un sorrisino si dipinse sulle sue labbra, per un momento gli balenò l'idea in testa che fosse geloso. 

Un coinquilino di troppo ||ERERI/RIREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora