15. A fianco della tua vita

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Eren's pov

Il ragazzo era rimasto a fissare Levi per chissà quanto tempo. Stava dormendo beatamente, la testa adagiata sul cuscino e ciocche nere che gli ricadevano spettinate sul viso. Si erano addormentati subito dopo aver fatto l'amore ed Eren, dopo essersi svegliato, non aveva fatto altro che ammirarlo. Non osò toccarlo nemmeno per un momento, aveva paura di infastidirlo e sapeva quanto fosse stanco per aver guidato quella mattina. 

La sua pancia brontolò improvvisamente, si portò una mano su di essa come se potesse bloccare quel rumore. D'altronde avevano entrambi saltato il pranzo e sua madre, stranamente, non si era presentata alla porta per avvisarli. Decise così di abbandonare l'accogliente materasso, coprendo con il lenzuolo il corpo dell'uomo che, a quel contatto, arricciò teneramente il naso. Prese poi un cambio pulito dalla valigia e, silenziosamente, uscì dalla camera. 

Gli era mancata quella casa ma, se avesse dovuto scegliere di tornare lì o abitare alla Share House insieme ai suoi coinquilini, avrebbe di sicuro optato per la seconda opzione. Là c'erano le strane grida di Hanji, i buonissimi dolci che Petra preparava quando aveva del tempo e il bizzarro comportamento di Mike il quale, dopo aver annusato l'aria con il naso, rideva soddisfatto. Nessuno sapeva perché lo facesse. 

E poi c'era Levi.

Di certo non servivano ulteriori parole per descrivere quell'uomo scorbutico, impassibile a tutto e con eccentriche manie. Spesso Eren si domandava il perché. Per quale motivo, con tutti i ragazzi esistenti sulla Terra, si fosse innamorato proprio di Levi? E poi, quando cercava di immaginarselo nella mente, lo capiva. Lui era stato l'unico a fargli sussultare il cuore, a trattarlo con un'indifferenza tale da fargli quasi male ma che, grazie a questa, era riuscito a leggere i suoi occhi. Iridi blu tanto quanto l'oceano, penetranti e misteriose come il fondale marino lo avevano cullato, fino a farlo perdere completamente di lui. Pensandoci, ora capiva quelle frasi d'amore che comparivano nei romanzi, come sentirai che è quello giusto quando lo vedrai. E cavolo quanto risultasse vero! Eren si era innamorato di lui senza accorgersene, ma il suo cuore lo aveva capito molto tempo prima, senza avvisarlo. 

Dopo essersi fatto una doccia veloce, scese in cucina dove, ad aspettarlo con un libro tra le mani, c'era sua madre. 

''Tesoro''. 

Carla si alzò dalla sedia, appoggiando il libro sul tavolo. Lo abbracciò forte, gli era mancato quel contatto. 

''Hai fame?''. Chiese subito dopo, avviandosi verso i fornelli per scaldare del cibo dentro una pentola.

''Si, scusa se non siamo scesi per pranzo''. Ridacchiò il ragazzo, grattandosi il capo con fare imbarazzato. 

''Oh, tranquillo! Anche io alla vostra età avevo istinti incontrollabili. Papà ed io ci divertivamo un sac-''.

''Smettila, mamma! Oddio...''. Il volto di Eren si tinse di rosso. Portò le mani su di esso per coprirselo e, ancora una volta, maledisse i suoi gemiti acuti. Non era colpa sua se Levi lo eccitava da morire!

''Mi sembra un bravo ragazzo, tesoro''. Carla gli rivolse un tenero sorriso, mentre adagiava su di un piatto degli spaghetti di soia con le verdure. 

''Non è più tanto un ragazzino, ha trentun'anni''. Proferì, attendendo agitato la risposta della madre. Quello era un piccolo particolare che non le aveva ancora detto di fatti, la donna, rimase subito titubante.

''Devi decidere tu chi tenere a fianco della tua vita''.

Cercò di trattenere le lacrime, sua madre era sempre stata brava con le parole. Per lui era importante che Levi fosse accettato dalla sua famiglia. Sin da quando era un'adolescente lo avevano appoggiato lungo il suo percorso, scoprire di essere gay lo aveva percosso ma di certo non si era mai sentito diverso dagli altri. Doveva solamente esserne fiero, dei suoi genitori e di sé stesso. 

Un coinquilino di troppo ||ERERI/RIREN||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora