Il giorno in cui sono arrivata al college è stato... beh, principalmente è stato un giorno qualsiasi, non so nemmeno perché ne sto parlando. Non ero eccitata né in ansia né entusiasta né altre cose che può essere un normale essere umano arrivando al college per la prima volta. A me non interessava per niente essere lì, non ho mai voluto frequentare il college.
Quindi, tornando alla mia storia, il mio giorno qualsiasi era al punto in cui, scendendo dal taxi, ho tolto le cuffie dalla testa e le ho appoggiate dietro al collo. Prendendo la mia valigia dal baule stavo appena iniziando a guardarmi intorno quando un'invadente – gentile, direbbe un normale essere umano – bionda dell'ultimo anno mi si è parata davanti tutta entusiasta.
- Ciao cara! Benvenuta alla Barden University il tuo dormitorio?
Era proprio così che parlava, senza punteggiatura.
- Ehm... Beckerol credo
- Ok, devi semplicemente andare dritta fino alla fine di questo viale poi girare a destra e poi...
Un po' la musica proveniente da una macchina di passaggio, un po' il mio scarso interesse nelle sue parole mi hanno distratta dalle indicazioni della bionda.
Sul sedile posteriore della macchina, che fra parentesi non era ancora passata perché si era fermata dall'altro lato della strada, c'era un cretino imbarazzante che cantava sulle note di Carry on my wayward son mimando un assolo di chitarra; e guardandomi per giunta.
Gli ho restituito lo sguardo cercando di farlo sentire un idiota (che c'è? Era quello che pensavo di lui). Ad ogni modo spero che l'abbia capito da solo, quando la macchina è ripartita e la spinta l'ha mandato a sbattere contro lo schienale regalandogli una figura di merda al suo primo giorno di college.
Ho fatto lo sforzo di concentrarmi sulla ragazza bionda, che non aveva mai smesso di parlare. Mi stava porgendo delle cose (che mi interessavano tanto quanto il resto)
- Mappa del campus. E fischietto antistupro con lo stemma della Barden. Non fischiare in caso di falso allarme.
Anche in questo caso mi auguro che abbia capito dal mio sguardo cosa ne pensavo; ho messo il fischietto tra i denti e ho proseguito verso il dormitorio (chissà poi dov'era?) rispondendo al suo sorriso solo con uno sguardo stranito.
Mentre camminavo ho visto intorno a me persone di ogni genere. Beh, certo. Solo universitari, in fin dei conti, ma sono una specie davvero particolare. Un gruppo di ragazzi se ne stava su alcune sedie a sdraio nel prato dando i voti alle ragazze di passaggio (presumibilmente solo a quelle che conoscevano, o almeno è quello che spero dal momento che non mi avevano mai vista); un inserviente ha rovesciato per sbaglio un enorme carrello stracarico di peluche appartenente a una matricola (io ne ho avuti al massimo due alla volta, nella mia vita, e comunque neanche uno da quando ho compiuto tredici anni). Insomma ero circondata da volgari normalità e buffe stranezze, e ho sperato solo che nessuna delle due cose mi toccasse finché non ho trovato l'ingresso del mio dormitorio.
Ho aperto la porta della mia stanza e dentro c'era una coreana. Certo, era anche la sua stanza, ma l'impatto non è stato dei migliori dato che aveva l'aria tutt'altro che amichevole e mi ha rivolto a malapena uno sguardo. Si stava dedicando a esagerare il bianco già esagerato di quell'ambiente appendendo ai muri fogli di origami ritagliati in forme perfettamente simmetriche. (davvero, perfettamente simmetriche. Oltre a non essere amichevole doveva trovarsi sull'orlo di un problema di OCD)
- Ehm...ciao. Kimmy Jin immagino io sono Beca.
Ora mi stava guardando, era già un passo avanti. Certo, aveva lo sguardo che un assassino senz'anima rivolgerebbe al tribunale che gli ha appena dato l'ergastolo, ma mi stava guardando.
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Pitch perfect_Another point of you
ФанфикQuesta storia segue la trama del primo film della trilogia, vista però in chiave Bechloe. Niente di spinto, è per chi cerca una storia romantica che descrive le situazioni di Pitch Perfect da dentro la testa di una Beca Mitchell sessualmente confusa...