Il motto di Adele Dragon è: Fallo. Non importa come, ma fallo. E Benjamin lo sa, lo ha capito sin dal momento in cui ha visto Steven cadere stecchito con un proiettile nel cranio, perché la mela non cade mai troppo lontana dall'albero. Tuttavia ha iniziato a preoccuparsene qualche giorno dopo, quando l'incasso dell'appalto edile è entrato nel conto di famiglia – dimezzato, ovviamente, perché la cifra era troppo alta per essere giustificata con qualche scartoffia. Per questo motivo continua a crucciarsi, a fissare la porta chiusa dell'appartamento di Zackary e a cambiare canale senza nemmeno guardare la televisione. Ha l'aria di un cane bastonato, di chi potrebbe perdere la ragione da un momento all'altro, ma continua ugualmente a respirare piano, a fare training autogeno per non afferrare il cellulare e gridare a sua sorella quanto quell'idea sia folle – più ci pensa e più rimpiange l'emicrania del trauma cranico post- matrimonio di Richard. Sente le tempie pulsare, quasi esplodere, e inizia a credere di essere davvero una bomba a orologeria. Allora guarda ancora l'orario sull'orologio da polso e schiocca la lingua, sbuffa, impreca a mezza bocca. Quando sente scattare la serratura, infine, salta in piedi e trattiene il fiato.
«Ciao, Ben...»
Non risponde, lo guarda appena e poi distoglie lo sguardo. Spegne la televisione, ruggisce uno: «Stronzo!» Poi lancia il telecomando sul divano e arriccia il naso, storce le labbra, s'incammina alla svelta verso la stanza di Zackary.
«Stronzo?» Echeggia confuso Zackary. Aggrotta perfino le sopracciglia e socchiude le labbra con fare incerto. Batte le palpebre un paio di volte, dopodiché sbuffa e gli corre dietro con un cipiglio irritato. Raggiunta la propria stanza lo fissa, lo scruta.
Benjamin è seduto sul suo letto. Lo sguardo tagliente, inquisitore, e i muscoli contratti. S'infila la camicia stirata e solleva un sopracciglio. «Che c'è?»
«E me lo chiedi?» Zackary posa una mano sul montante della porta e si sprona in avanti. È allibito, a dir poco perplesso. «Adesso che cazzo ho fatto, Ben? Perché sei incazzato con me?»
«E me lo chiedi?» È il suo turno di fare eco, lo sa da sé. Eppure si pente della nota cinica che ha aggiunto a quella domanda, distoglie lo sguardo da Zackary e fissa l'armadio. Sbuffa, si passa le mani sul viso, poi sospira. «Dove cazzo sei stato?»
«Lo sai dove sono stato» schiocca l'interpellato. «Di certo non mi aspettavo di vederti all'aeroporto, ma almeno di non trovarti così insofferente!»
«Dovevi rientrare ieri sera, Zack» borbotta. «Era un semplice viaggio di controllo, non una fottuta vacanza.»
«Il volo ha tardato a causa di una perturbazione» sbuffa laconico.
«Quale dei tre?» Benjamin abbassa le mani di colpo, batte i palmi sule cosce e quasi non fa sobbalzare Zackary. «Quello da Dubai, quello da Zurigo o quello da Monaco?»
«Avevi il televisore acceso, non hai seguito il meteo?» Lo rimbecca.
Benjamin serra i denti, poi si alza in piedi e lo fulmina con un'occhiataccia. «Sono le due di notte, Zack, che cazzo di fine avevi fatto?» Chiede ancora. Aggrotta le sopracciglia, cerca di metterlo alle strette, di ottenere risposte esaustive. E non ci riesce, non subito. Gli vede roteare gli occhi, perciò lo afferra per un braccio e lo trascina in camera. «Quando è atterrato il volo da Monaco?» E non attende, continua: «Sei stato in giro? Perché cazzo non sei rientrato subito?»
«Perché mi ha chiamato Adele...» inizia, venendo subito frenato dallo schiocco della lingua di Benjamin. Tuttavia non lo fa parlare e aggiunge: «Il volo che ha tardato è quello da Dubai a Zurigo, comunque.» Si morde l'interno delle guance e riesce a scivolare dalla presa di Benjamin per virare verso il bagno.

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Dragon
Algemene fictieLa famiglia è unita da legami di sangue e affetto, viene definita come "istituzione fondamentale in ogni società umana, attraverso la quale la società stessa si riproduce e perpetua, sia sul piano biologico, sia su quello culturale". Per i Dragon, t...