Profumo di rose. E i petali rossi le solleticano la punta del naso, le carezzano le labbra. Poi l'irritazione che torna a farsi viva assieme all'immagine di Tera al Giardino Botanico e quel suo sorriso ancora nitido, ben definito – lo stesso che Adele non ha mai visto da vicino. Perciò serra i denti, stringe le dita in un pugno di sangue e spine. Rancore e disillusione che si fondono assieme per dipingere un'espressione quasi rassegnata. Infine il retrogusto amaro che intona il nome di colui che non è soltanto la sua fonte di guai, ma anche un dichiarato rivale:
«Nolan...»
Askook la guarda e resta in silenzio. Gli occhi fissi su di lei, sulla contorta e distaccata eleganza con cui accavalla le gambe. Poi si umetta le labbra, batte le palpebre. «Non è lui che impartisce gli ordini» dice.
E all'improvviso sembra tutto più chiaro, più lineare. Una sovrapposizione, un pensiero incrociato. Adele schiocca la lingua, restringe lo sguardo e fissa Askook di sbieco. «È Benjamin, lo so» mormora. «Ma non ti è mai fregato un cazzo di quel finocchio di mio fratello, dico bene?» Solleva un sopracciglio, cerca un riscontro occhi negli occhi. Quando lo vede annuire, allora, continua: «Tu vuoi guadagnare, vuoi scostarti dalla percentuale, vuoi ribaltare le carte in tavola – lo hai sempre voluto...»
«Andare contro i Dragon non è una mossa saggia» replica in un grugnito.
«Anch'io sono un Dragon, Askook» rettifica Adele. «E mi trovo nell'occhio del ciclone, sì. Siamo uguali sotto questo punto di vista.»
«Quale sarebbe l'occhio del ciclone?» Più che una domanda, questa è una provocazione. Askook non si cura di nasconderla e Adele, d'altro canto, non sembra preoccuparsene.
«Il territorio in subbuglio» dice. «Per l'ennesima volta c'è un cambio generazionale, una successione. Dovresti saperlo: non esistono quasi mai delle occasioni tanto ghiotte per arrivare al potere.»
«Mi stai offrendo il potere?» Perplesso, Askook arriccia il naso.
Adele annuisce appena, storce le labbra e conferma con voce fievole. «Sì, ti sto offrendo il potere.»
«E come?» La risata di Askook risuona nelle mura della piccola stanzetta che si ostina a chiamare studio. «Ammazzando Nolan Dragon mentre va a fare una passeggiatina romantica in compagnia di quella che potrebbe essere sua figlia?» Non manca di notare l'occhiataccia di Adele, tuttavia la ignora e scuote la testa. Torna a giocherellare con la pistola, a farla roteare sulla scrivania di compensato. «Oppure hai intenzione di attaccare Benjamin?» Le sopracciglia sollevate, allibite quanto lui. «Così facendo lo toglieresti di mezzo, sì, ma passeresti tutto a Nolan. E allora si tornerebbe al punto di partenza, piano A.» Ghigna, smette di far roteare la pistola e la impugna. Il braccio teso lungo il fianco, dice: «Anche volendo sterminare tutti i pezzi grossi, Ade, io non avrei nient'altro che la nomina di Serpente. Quindi, ammesso e non concesso che sia possibile aiutarti, non caverei un ragno dal buco.»
«Mi stai davvero chiedendo cos'avresti da guadagnare?» Sibila. Fa frusciare la stoffa dei pantaloni eleganti e posa entrambe le suole sul pavimento sudicio dello studio. «Non ti facevo così stupido, sai?» Ridacchia.
«Neanch'io» la liquida. «Venire qui con la pretesa di negoziare con me dopo che sei stato tagliato fuori dalla famiglia...»
«Non sei mai stato uno di famiglia, perciò non parlare di me come un estraneo della famiglia» sbotta.
«Per l'appunto.»
«Per l'appunto...» echeggia lei. Fa cadere la rosa in terra, poi tira fuori il fazzoletto di seta dal taschino e si pulisce il palmo con cura. Soppesa le parole di Askook e per poco non sbotta a ridere. «Vuoi essere adottato?»

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Dragon
Fiction généraleLa famiglia è unita da legami di sangue e affetto, viene definita come "istituzione fondamentale in ogni società umana, attraverso la quale la società stessa si riproduce e perpetua, sia sul piano biologico, sia su quello culturale". Per i Dragon, t...