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Quando la benedizione terminò, Taehyung pensò finalmente di essersi liberato di un peso; credeva che, visto che la funzione era ormai terminata, Jimin e Namjoon togliessero il disturbo e lo lasciassero solo nella sua camera, magari anche andando via di casa, così che Jungkook potesse sgattaiolare via in segreto.
E invece no.

«Jimin, perché non resti a cena da noi?» chiese Namjoon, sorridendo verso Taehyung, completamente ignaro della situazione che si sarebbe venuta a creare con quella semplice domanda.
«Oh... Beh se non è di troppo disturbo, con piacere.» contraccambiò con un lieve sorriso, il giovane prete, e il povero artista desiderò solo sprofondare sotto tre metri di terreno e non riemergere più.
«Nessun disturbo, un uomo di Dio è sempre il benvenuto nella nostra casa, vero Taehyung?»

"Assolutamente invece sei un disturbo, dato che c'è un uomo muscoloso e fottutamente gay sotto al mio letto da cui, se non foste arrivati voi, mi sarei fatto trapanare allegramente il culo."
«Sì, nessun disturbo davvero.» forzò un sorriso verso il meraviglioso giovane funzionario, che distolse subito lo sguardo, con le gote rosse e imbarazzato.
«Bene allora noi andremo di sotto, Tae appena finisci raggiungici, così prepariamo la cena, mh?» e il più piccolo non poté che annuire alla richiesta del padrone di casa.

Jimin lanciò un ultimo sguardo insicuro all'artista, poi al suo dipinto che non era sicuramente passato inosservato. Si soffermò qualche attimo, e quando Namjoon cominciò a percorrere le scale per il piano inferiore, il biondo parlò per la prima volta direttamente a Taehyung.
«È molto bello. Ma la tua arte così meravigliosa dovrebbe essere rivolta ad altro di meno blasfemo.»

«La mia arte non ha religione, non ha colore, non ha sessualità. È libera persino dalla mia persona. Non posso comandarla e metterla a servizio di Dio.» rispose il moro, con tono fermo e fissando le sue iridi scure in quelle di Jimin, che a quella risposta vacillarono appena.
Il prete si ritrovò spiazzato, boccheggiando appena: non sapendo come controbattere, girò i tacchi e raggiunse Namjoon.

Frettolosamente allora, Taehyung richiuse la porta a chiave, sospirando contro di essa, perché ora aveva un problema bello grosso di nome Jungkook a cui badare.
«...dovresti rivolgere la tua arte a qualcosa di meno blasfemo gni gni...» fece il verso a Jimin, il corvino, uscendo da sotto al letto a carponi. «Non ci pensare a quello, è fissato con la religione da quando era piccolo.»
«Lo conosci?»
«Ti ricordo che siamo in un paesino di campagna, ci conosciamo tutti. E poi la famiglia Park è tipo intoccabile da secoli, sai hanno una specie di tradizione di preti eccetera...» spiegò Jungkook, avanzando verso Taehyung, vestito solo nel suo perizoma tradizionale. «Credo siano un po' tutte cazzate, insomma ha letteralmente benedetto il letto su cui stavo per scoparti.» sussurrò il corvino all'orecchio dell'altro, in modo sensuale, mordendolo poi.

Taehyung sussultò quando avvertí i denti grossi di Jungkook affondare nella sua carne, e gemette quando il membro coperto da un sottile strato di stoffa bianca del maggiore, andò a strusciarsi contro il suo sedere sodo.
«N-No Jungkook non possiamo.»
«Eddai una sveltina?...Tae mi fai impazzire...» mormorò con voce roca muovendo il bacino contro il lato b del minore, che cercava di divincolarsi dalla sua presa ferrea.
«J-Jungkook mi aspettano giù.... Tra-tra l'altro n-non sappiamo neanche come- oh cazzo...» sospirò sentendo le dita dell'altro accarezzargli il basso ventre, mentre la sua eccitazione cresceva a dismisura anche a causa di quella situazione proibita.
Il corvino Sorrise malefico, e Taehyung poté giurare di aver visto il fuoco nei suoi occhi: Jungkook era il diavolo tentatore che lo avrebbe portato alla rovina.

«Voglio scoparti così tanto...» gli morse ancora l'orecchio, l'uomo dai capelli neri «Anche se al piano di sotto c'è un cazzo di prete, per me potrebbe ascoltare benissimo come tu mi preghi di continuare, di andare più veloce...» nel mentre che parlava, Jungkook aveva posizionato la mano destra a mo' di coppetta sul membro eretto dell'altro, muovendola in sincrono con le sue parole. «Come mi preghi di fotterti più a fondo, di sculacciarti perché sei stato un bambino cattivo...» lo masturbò ancora nei suoi pantaloni, e a Taehyung quasi tremarono le gambe per la troppa eccitazione.
In quel momento non gli importava il fatto che Namjoon e Jimin, sotto, lo stessero aspettando e che potessero potenzialmente sentire le loro sporche parole.

«Jungkook....» esalò in un respiro spezzato.
«Mh?» ghignò il diretto interessato, andando a lambire con la lingua umida una porzione di collo della sua vittima.
«...ti prego, più veloce...» tremò Taehyung, aggrappandosi ad un bicipite del suo amante. A Jungkook si riempí il cuore di orgoglio, essere pregato a quel modo lo faceva sentire dannatamente potente. Esaudí la richiesta del suo giovane pittore, non curandosi del campanello che era appena suonato.

Nel mentre la porta principale, al piano di sotto, si spalancava rivelando una Grace in lacrime perché suo marito era scomparso da quella mattina, al piano di sopra, un fiotto caldo e bianco si riversava sul pavimento benedetto giusto qualche minuto prima.

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«Merda Taehyung! Cosa cazzo facciamo?!» Jungkook era in panico, dopo aver sentito la voce di sua moglie al piano di sotto, che si lamentava del fatto che il suo amato marito non era tornato più a casa, dopo essere uscito.
La situazione che si era venuta a creare, aveva un non so che di comico, agli occhi di Taehyung: così comico che avrebbe voluto quasi piangere.
Non solo il prete a cena, ora anche la moglie di Jungkook che lo cercava!

«Non lo so! Non ne ho idea!! Siamo all'ultimo piano, non puoi di certo buttarti giù, moriresti.» si strinse i capelli Taehyung, mentre Jungkook si rivestiva coi suoi abiti della mattina.
«Posso calarmi giù? Possiamo usare le lenzuola... Credo...» propose il corvino, e il moro rise appena.
«Devi fare in fretta però.»

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«Eccomi,scusate...ci ho messo un po' a finire di asciugarmi e a sistemare i miei vestiti... Oh... Salve.» disse Taehyung, fintamente sorpreso dal vedere la donna in lacrime accanto al prete, che la consolava, fingendo di non conoscerla.
«Lei è la moglie di Jungkook, che per la cronaca è sparito da stamattina.» spiegò Namjoon e Tae fece un piccolo inchino in segno di riverenza. «Tu lo hai visto?»
«Sinceramente no, non lo ho visto.» mentí spudoratamente l'artista, e la donna riprese il suo pianto straziante.

«E se fosse morto?! Oh Dio ti prego fa che non sia così, fa che Jungkook stia bene.» farfugliò fra le lacrime salate.
«Su su, Grace, vedrai che st-»

Il campanello. "Dio che coglione, lo ha fatto davvero."

Namjoon si affrettò ad aprire la porta, rivelando un Jungkook fintamente trafelato e sporco di terriccio qui e là.
«Grace!»
«Kookie!»
I due si corsero incontro e si abbracciarono forte, prima di unirsi in un bacio. A Taehyung quasi venne il voltastomaco al solo pensiero che quelle labbra, prima, erano state sporcate dalla loro follia omosessuale, e che quella povera donna fosse ignara di tutto.
«Scusami tesoro mi sono addormentato in un campo e ho perso la concezione del tempo!» si giustificò il corvino e la donna annuí, riassicurandosi finalmente.

«Beh visto che ci siamo, perché non ceniamo tutti insieme?» propose Namjoon, battendo appena le mani e sorridendo.

«Con molto piacere.» Sorrise mellifluo Jungkook verso Taehyung, dettaglio che non passò inosservato a Jimin. Il prete poi, abbassò lo sguardo verso i pantaloni di Jungkook e storse il naso.





Hellooooo scusate l'assenza ma ero a lavorare in fiera plus sono tornata stanchissima TwT allora che ne pensate?! Lasciatemi commenti mi raccomando!

Pray for my soul | VminDove le storie prendono vita. Scoprilo ora