XI-

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Dio, era stato sempre così tanto stupido da non accorgersi  che Crowley provasse qualcosa per lui ? Sì  sentiva decisamente un idiota; avevano senso tutti quegli scatti di gelosia ogni qual volta,  in seimila anni, gli aveva rivelato che si fosse ...

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Dio, era stato sempre così tanto stupido da non accorgersi  che Crowley provasse qualcosa per lui ?
Sì  sentiva decisamente un idiota; avevano senso tutti quegli scatti di gelosia ogni qual volta,  in seimila anni, gli aveva rivelato che si fosse infatuato di qualcuno.
Forse era stato un sentimento anche reciproco perché, quando Crowley gli aveva detto di essersi  fatto Freddie Mercury, negli anni ottanta,  all'inizio non capì cosa volesse dire ma, quando Crowley glielo aveva spiegato, aveva percepito una piccola scossa al petto.
L'angelo  guardò  il demone e non potette  nasconderlo: ebbe un sussulto a quello sguardo.
Aveva visto Crowley  arrabbiato, felice, depresso per le sue piante o perché  la sua macchina era stata rigata, ma non... triste per lui, ecco.
Poteva vedere quegli occhi gialli intrisi di una tristezza e rabbia; quegli occhi che lo facevano stare male quasi.

《Vattene  via, Angelo. Questo non è  un posto per te. 》
Sibilò, cercando di essere gentile con lui ma fallendo miseramente.
Aziraphale  aveva ragione a pensare tale cose, era andato lì solo per non  pensare a lui e se lo era ritrovato davanti agli occhi poco dopo.
Qualcuno ce l'aveva con  lui e quel qualcuno doveva pagarla. Non doveva fare queste cose all'improvviso  senza nemmeno avvisarlo preventivamente.

《Crowley. Sono venuto qui per parlare con te... tu, tu ecco... mi manchi. Mi manca parlare con te come due vecchi amici di fronte a un buon bicchiere di vino e guardarci negli occhi mente ridiamo per cose passate. Mi manca averti vicino e confidarti le mie più grandi paure. Mi manca divertirmi insieme a te e stare al tuo fianco, come quando abbiamo fermato insieme l'apocalisse.  Mi manchi tu, Crowley. Ti prego, ritorna da me. Vieni come me a Londra, potremo ricominciare  tutto daccapo.》
Il tono usato dall'angelo era un tono pieno di supplica mentre lo sguardo era triste.
Per una piccola frazione di secondo gli passò per la testa di volerlo con  sé, di volerlo perdonare.
Aziraphale  gli mancava come mancava l'aria agli esseri umani.
Gli mancava fottutamente,  si sarebbe alzato all'istante e lo avrebbe abbracciato.
Avrebbero fatto la pace come ogni volta che litigavano.
Ma non era quello il caso,  Crowley  si sentiva ferito, nel profondo. 
Il suo orgoglio era stato ferito, da un angelo, da un amico.
Si alzò  dalla sdraio, mentre Aziraphale  ebbe un sussulto e sorrise appena, comprendendo che il demone avesse cambiato idea e sarebbe ritornato con lui, a Londra.
Il sorriso dell'angelo subito si spense quando vide l'altro scuotere la testa e dire:《 non torno con te li. Vai da solo, Aziraphale.》
Un altro sussulto partì  dal chiaro, non  sentendosi chiamato con suo nomignolo  affettuoso. 
Abbassò  il capo e sparì, se ne andò  via senza dire null'altro  al rosso.
Ma se ne andò  prima che riuscisse a vedere una lacrima rigare il viso di quest'ultimo.

Ciaooo~~~
Volevo avvisarvi che mancano pochi capitoli alla fine, non so di preciso ma non vorrei arrivare ai venti anche perché le idee stanno scarseggiando e sto scrivendo anche una coldstantine  ( Leonard Snart x John Constantine) per chiunque fosse interessato, e si trova sul mio profilo.

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