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Era da giorni che Aziraphale  non sentiva il suo amico; non rispondeva a nessuna chiamata e gli aveva lasciato molti messaggi in segreteria dove più volte lo aveva invitato nella sua biblioteca per poter parlare tranquillamente

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Era da giorni che Aziraphale  non sentiva il suo amico; non rispondeva a nessuna chiamata e gli aveva lasciato molti messaggi in segreteria dove più volte lo aveva invitato nella sua biblioteca per poter parlare tranquillamente.
Ormai quella sua biblioteca era l'unico posto in cui potevano davvero essere loro stessi e parlare, non era controllata né dai piani alti né dai piani più... bassi, ecco.
Ma non era quello il punto.
Il punto era che provava un piccolo senso di preoccupazione per Crowley: e se gli fosse successo qualcosa ?
Era questa la domanda principale che gli ronzava  per la testa.
Non se lo sarebbe di certo perdonato se uno dei suoi gli avesse fatto del male.
E se tipo avessero scoperto che loro si vedevano clandestinamente?
Dopo che avevano fermato l'armaggedon, si era convinto che fosse tutto apposto e che , paradiso e inferno, avessero troppo paura di loro due che non si accostavano  nemmeno.
Poi...se Crowley  fosse stato davvero nelle grinfie di Gabriele e Michele, Beeelzebub  non avrebbe dovuto provvedere anche con lui ?
Quella situazione lo stava rendendo ancora più sospettoso.
Poi si chiese: e se fosse geloso per la ragazza ? Ma ovviamente scartò  subito l'idea.
Non credeva che il rosso provasse per davvero dei sentimenti se non un forte senso di amicizia  per lui e un grande amore sia per le sue piante che per la sua macchina d'epoca.
Allora cosa gli era successo ?
Perché non gli parlava?
Perché non aveva mandato nemmeno un messaggio?
Era forse arrabbiato con lui ? Ma per cosa, poi ?
Si stava riempiendo il cervello di inutili paranoie che non riusciva a mettere al proprio posto.
Doveva andare da lui, aveva deciso.
Fece scivolare il libro a terra, uno dei tanto che stava sistemando sugli scaffali in legno e si diresse verso la porta, ma prima di uscire girò  il cartellino a "chiuso".

Se non ricordava male, Crowley  abitava un poco più lontano da dove era situata la sua biblioteca.
Solo che,per un po' più lontano, lui intendeva invece dall'altra parte della città.
Aveva dovuto prendere un autobus  per poter raggiungere il suo appartamento e non aveva nemmeno visto quanto avesse dato al conducente, forse più del dovuto oppure meno, dato che lo aveva richiamato ma lui, ignorandolo,  era sceso.
Perfetto, riconobbe anche la macchina di Crowley parcheggiata fuori all'edificio. 
Bene, gli mancava solo di fare una lunga rampa di scale per poter arrivare al suo appartamento.
Con fatica, riuscì anche a superare un altro gradino per poi potersi ritrovare di fronte alla porta dell'appartamento  del suo migliore amico. 
Si chiedeva come facesse a fare tutte quelle scale senza ritrovarsi un'ulcera.
Scosse la testa e bussò  un paio di volte, quando però dall'altro  capo della porta non rispose nessuno, la guardò  dubbioso.
Avrebbe dovuto scassinarla ?
Era giusto da fare ?
Oppure se ne sarebbe dovuto andare ?
Scosse nuovamente la tdsta: era del suo amico che si stava parlando, non di una persona comune.
Fece un profondo respiro e riuscì a rompere la porta con una spallata, tanto quelle erano così scadenti avrebbero dovuto cambiarle perché davvero con un soffio di vento riuscivano a cadere.
Quando fu dentro, si guardò intorno, ancora con il fiato corto dovuto sia alla rampa di scale sia al coraggio che aveva avuto per buttare giù una porta, e cercò  dappertutto il rosso.
Ma l'appartamento era vuoto, i mobili invece erano tutti ribaltati.

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