XIII-

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Il sole li batteva sulla pelle del demone e aveva quasi paura che si potesse ustionare senza l'ausilio della crema solare

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Il sole li batteva sulla pelle del demone e aveva quasi paura che si potesse ustionare senza l'ausilio della crema solare.
Aruba gli piaceva molto, anche se sotto sotto il suo angelo gli mancava da morire.
Quando era andato li per scusarsi si era sentito male al solo pensiero di averlo rifiutato.
Dopotutto, ci teneva tantissimo ad Aziraphale  anche se il sentimento che provava nei suoi confronti non era ricambiato.
Crowley si alzò dalla sdraio e si diresse verso il piccolo chiosco poco lontano dalla spiaggia;stava morendo disidratato ed aveva bisogno di bere qualcosa.
Si avvicinò  al bancone ed ordinò uno spritz con poco ghiaccio e una fetta di limone.
I peli sulla sua nuca si rizzarono  quando vide colui che gli porse l'aperitivo e quasi volle sparire dalla faccia della terra.
《Gabriele?》
Gli faceva decisamente strano vedere un arcangelo  in Bermuda, ecco e rimase alquanto scioccato.
《Zitto e seguimi.》
Crowley  non se lo fece dire due volte che seguì l'altro.

Dal piccolo retrobottega  si potevanoudire delle risate soffuse mentre una piccola luce flebile si poteva intravedere da sotto la porta in legno.
La libreria era chiusa, un cartellino era posto e affisso sulla porta dell'entrata, nessuno poteva disturbarli.
Aziraphale  ed Agatha si stavano raccontando dei aneddoti  divertenti tra buon vino e risate.
Uno era seduto vicino alla scrivania in legno marchiato dove di solito si sedeva per poter leggere un buon libro, oppure  li leggeva le antiche profezie  di Agnes Nutter. 
Agatha, invece,  era adagiata su un piccolo puff dove in precedenza  vi erano appoggiati dei libri, che Aziraphale  stesso aveva spostato per farla accomodare.
《Quindi venderai la libreria perché ormai tutti i clienti non comprano i libri cartacei ?》
Chiese lei, facendo roteare il calice di vino tra due dita mentre guardò  il liquido scuro che c'era  in esso.
《Sì  esatto. 》
Aziraphale  aveva  detto una bugia. Forse Crowley gli stava dando una influenza  negativa sul mentire su determinate cose.
Non poteva dirle che avrebbe chiuso la libreria perché gli mancava il suo amico e quindi voleva andare da lui, in vacanza.
《Mhh.》lei fece un mugolio e le bastarono un paio di falcate per raggiungerlo in modo tale da appoggiarsi alla scrivania, al suo fianco:《 sono degli stupidi. I libri hanno un odore così buono quando li apri e  lpoi leggi quelle parole impresse nero su bianco che ti fanno emozionare. E poi vogliamo parlare delle pagine? Sono così piacevoli da toccare!》esclamò lei entusiasta. 
Aziraphale  annuì distrattamente,  mentre con la testa stava ancora pensando a che fine avesse fatto Crowley e poi la guardò , sorridendo dolcemente:《 già...》sussurrò,  mentre si tirò su e si stiracchiò 《però  ora si è  fatto tardi, domani devo svegliarmi presto e impacchettare le ultime cose.》
Brontolò , guardandola.
La ragazza sembrò  non aver afferrato il concetto, che si avvicinò a lui facendolo arrossire più che altro per la vicinanza.
《Sai... è  da troppo tempo che me lo tengo dentro; tu mi piaci molto. Per questo motivo vengo qui ogni giorno per poterti parlare.》
A ogni parola, l'angelo notava che la ragazza si avvicinava sempre di più a lui tanto che si ritrovò a premere la schiena contro il muro per quanto avesse indietreggiato.
Aziraphale  si rese realmente conto di cosa volesse davvero, il pensiero di Crowley gli stava sfiorando la testa e appoggiò le mani sulle spalle della ragazza per poterla fermare.
《Non credo sia il caso. Hai bevuto un po'  troppo, dovresti andare a casa.》
Lei piegò la testa di lato e i suoi occhi divennero rosso cremisi:《 mi stai forse rifiutando, angelo ?》

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