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Passarono giorni

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Passarono giorni.
Non aveva più visto il suo amico e gli mancava ogni giorno di più.
Non c'era  in città, non sentiva più la sua presenza da nessuna parte.

Ormai Aziraphale  ci aveva perso le speranze nel cercare il suo migliore amico e non sembrava nemmeno sforzarsi più di tanto nel cercarlo, dato che la ragazza che frequentava la sua biblioteca andava da lui quasi tutti i giorni.
Si erano presentati e ricordava anche il suo nome: Agatha.
Gli ricordava il nome della protagonista di un romanzo che aveva letto tanti secoli addietro ma la bellezza descritta su carta non era per nulla paragonabile  a quella che poteva vivere lui da vicino.
E poi, la ragazza sembrava sembrava starci con lui... forse si stava facendo fin troppi  film mentali che non avrebbe dovuto farsi.
Ma era troppo timido e a malapena era riuscito a dirle un ciao e anche il nome, poi era scappato via dall'imbarazzo con una scusa.
Era sicuro di essere arrossito  tutto e ne ebbe conferma quando, vedendosi attraverso lo specchio, aveva visti le gote tinte di rosso.
Era proprio un caso perso con l'amore.
In paradiso, non gli avevano  mai insegnato queste cose anche perché ogni angelo veniva solo ed esclusivamente  istruito all'arte della guerra, quindi quando si trovavano davanti a qualcuno che gli piacevano facevano anche una gran bella figura da pesce lesso.
Come era capitato ad Aziraphale, praticamente.
Comunque, quella mattina era passata più tranquilla del solito, come ogni mattinata che si rispettava d'altronde e lui era intento a rilassarsi davanti a una tazza di té  bollente con una fetta di limone tanto per insaporire di più quel succo.
La la porta si spalancò  all'improvviso  e sulla soglia di essa apparve l'ultima persona che si aspettava di vedere.

《Anathema ?》
La ragazza aveva le gote tutte rosse e il fiatone, i capelli scuri erano sparati da tutte le parti.
Tossì  un paio di volte, cercando di darsi un contegno e una sistemata.
Si schiarì  la voce e si avvicinò a lui, storcendo appena la bocca《Signor Aziraphale, dobbiamo fare due chiacchiere.》

Anathema e Aziraphale forse si erano conosciuti in un modo parecchio strano.
Ricordava ancora quella notte; c'erano  lui e Crowley  in macchina e stavano discutendo su qualcosa, mentre percorrevano una stradina tutta buia. Crowley molto probabilmente  non stava nemmeno guardando davanti a se perché si era scontrato con una bicicletta e poi entrambi avevano  sentito una voce femminile lamentarsi.
Il rosso voleva avere anche ragione; diceva che non era stato lui a buttarla sotto, ma che la ragazza fosse andata di proposito sulla sua macchina, tra l'altro appena lavata e lucida.
Nonostante questo, scocciato il rosso l'aveva anche accompagnata  a casa sua.
Aziraphale  sapeva che c'era  qualcosa  di buono dentro di lui, nonostante fosse  un demone centenario e acido che amava canzoni vecchie e auto d'epoca.
Anathema li aveva aiutati anche a trovare e a sconfiggere  l'anticristo,  aveva anche risolto i loro problemi di "coppia".
Infatti, quando litigavano sembravano proprio una coppia sposata e a volte Newton si divertiva a chiamarli in quel modo.
L'angelo, inoltre, l'aveva anche aiutata a decifrare quelle tante profezie del libro che aveva scritto la sua antenata.

L'uomo scosse la testa, quando sentì troppi ricordi invadergli la mente e fece un sorriso gentile alla ragazza.
《Buongiorno, Anathema. A cosa devo questa visita da parte vostra ?》
Le chiese gentilmente, facendo un sorso da té  caldo.

La ragazza si andò a sedere di fronte a lui e aprì la borsa:《 è  proprio di questo che volevo parlarti.》tirò  fuori un biglietto e lo mostrò  all'uomo:《cos'è  successo tra te e Crowley?》
Andando a guardare bene, Aziraphale  notò  che sul biglietto vi era scritta una profezia e deglutì,  alzando gli occhi in direzione della ragazza.

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