XIV-

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《Okay, hai tre secondi di tempo  per potermi spiegare il perché io non debba pensare che questa situazione mi sembra alquanto ambigua

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《Okay, hai tre secondi di tempo  per potermi spiegare il perché io non debba pensare che questa situazione mi sembra alquanto ambigua.》
Affermò  in tono sarcastico  il demone Crowley.
E quest'ultimo non poteva non pensare male, dato che era chiuso in uno stanzino stretto con un arcangelo. Non era una situazione di tutti giorni, ritrovarsi con il proprio peggiore nemico a condividere  quello spazio vitale che gli serviva, inoltre i petti si stavano maledettamente toccando.
Preferiva morire, anche se non poteva effettivamente  farlo.
Gabriele si passò una mano sul viso, esasperato non che lui volesse stare lì, con un demone soprattutto:《 ora stammi a sentire, Crawley-》
《È  Crowley.》
Ci tenne a precisare il rosso mettendo le braccia conserte contro il petto e scrutando l'altro con quello sguardo serpentino;aveva quegli occhi che parevano illuminarsi in quello stanzino oscuro.
《Quel che è.》 Asserì  l'arcangelo,  a detta del demone, più stonzo del paradiso e poi proseguì,  affermando:《 potrebbero sentirci lì fuori. Potremmo essere controllati da qualcuno e qui sembra essere più sicuro.》
《Dai arriva al punto, che già mi stai intossicando l'aria, Gabriele. Ho bisogno di un paio di spritz  dopo questo.》
Ancora non riusciva a crederci di star parlando con lui. 
Fece uno sbuffo, stringendosi nelle spalle e l'altro lo guardò  male per le sue parole:《 Aziraphale è  in pericolo. Solo tu puoi aiutarlo,  anche se mi duole dirtelo. Svolgi bene il tuo lavoro e riporta il nostro angelo indietro, sano e salvo, sennò una guerra tra inferno e paradiso sarà inevitabile.》
Affermò  l'arcangelo  con un sibilo, mentre a ogni parola gli puntava il dito sul petto come se tra l'altro fosse colpa sua che quell'idiota si trovasse in pericolo, ed ebbe quasi voglia di staccargli  a morsi quel dannato dito. Odiava essere toccato in quel modo, soprattutto se era un arcangelo a farlo.
Gabrilee subito scomparve, Crowley  rimase solo -a pensare-, arrivò  troppo tardi a capire che il suo angelo fosse in pericolo.
《Aziraphale,  stupido idiota!》
Imprecò, sbattendosi una mano sulla fronte e uscendo fuori dal quel minuscolo stanzino, doveva solo trovare il passaporto per tornare il più presto possibile in Inghilterra.

L'angelo era terrorizzato.
Quella ragazza, o almeno quello che lui credeva che fosse, si stava trasformando.
Inizialmente  i suoi occhi erano rossi, poi divenne un ammasso informe di melma nera che aveva preso la forma di un demone.
Si sentiva stupido a  non essersene accorto prima.
Le dita dai lunghi artigli andarono ad appoggiarsi al fianco della testa dell'angelo mentre gli occhi rossi, e serpentini,  della creatura scrutavano in modo intenso quelli terrorizzati del biondo.
《Morirai, Aziraphale. 》
Disse con voce profonda e sdoppiata.  L'angelo era molto più che spaventato, non poteva usare i suoi poteri perché le regole del paradiso vietavano che gli angeli dovessero fare del male ai demoni, anche se minacciati, e inoltre non aveva nessuna via di fuga.
Era nei guai fino al collo.
《Non così presto.  L'angelo é il mio.》
Potette riconoscere quella voce su mille. Entrambi i presenti nella stanza si andarono a girare in direzione della porta aperta, vedendo così un Crowley  nelle sue condizioni peggiori. Stava ansimando e aveva i capelli tutti scompigliati.
Aziraphale  ebbe un colpo al cuore e quasi ebbe un senso di colpa perché era venuto a salvarlo.
Forse Gabriele  glielo aveva detto.
L'angelo non si mosse da dov'era, mentre vide il rosso avvicinarsi al demone e appoggiare una mano sul suo braccio.
L'arto iniziò  a sgretolarsi  piano piano, mentre il demone si dimenava e Crowley  alzò  gli occhiali, mostrando gli occhi che divennero subito luminosi.
《Ritorna all'inferno.》
Il demone cacciò un urlo brutale, disturbante, tanto che Aziraphale  dovette appoggiarsi le mani sulle orecchie.
La creatura scomparve, in una nube di fuoco e cenere, lasciando dietro di sé una tremenda puzza di zolfo.
La rabbia di Crowley  sfumò  non appena vide il suo angelo a terra, chiuso in posizione  fetale.
Si fiondò  su di lui e gli alzò la testa, mentre lo strinse in un abbraccio.
《Mi dispiace essermene andato. Dovevo rimanere  qui.》
Aziraphale  si calmò  non appena i loro occhi si scontrarono e appoggiò le dita sul viso del rosso:《 sono stato stupido, avrei dovuto scegliere te già semila anno fa.》sussurrò  e appoggiò  le labbra sulle sue.

Fine.

Spazio autrice
So che non è un granché ma abbiate pazienza è  la mia prima storia con gli effabili.
Non so se ce ne saranno altre, ma in qualsiasi caso vi terrò aggiornati sul mio profilo ~

Grazie di cuore per aver seguito fino a qui!

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