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Narratore POV.

09:32

Un colpo.

«Rispondi alla mia domanda.»

«N-Non lo so... Davvero!»

«Stai mentendo.»

Un altro boato ancora echeggiava tra quelle squallide quattro mura grigie e rovinate dal tempo, le quali ormai erano consone a situazioni come quella che stava avendo luogo in quel momento, viste e riviste centinaia di volte come un loop nel quale però l'unico dettaglio sempre diverso era solamente la persona che subiva quella sorta di tortura classificata come "interrogatorio".

«Argh-»

«Non ti conviene fartelo ripetere di nuovo, sempre se ci tieni a tornare indietro ancora vivo.»

«I-Io-»

Il dito sul grilletto pronto a dar il via libera ad un altro proiettile che sarebbe poi andato a finire nel corpo di quel poveretto che nonostante tutti i crimini e mali avesse commesso nell'arco della sua vita, di certo non poteva e mai sarebbe riuscito a poter essere minimamente comparabile alla malvagità della persona che aveva davanti a fargli da interlocutore.

«Ti avevo avvisato.» disse l'altro puntando l'arma dritta alla testa dell'uomo. "Perché doversi sporcare le mani col sangue di qualche scarto della società quando si ha a disposizione un'intera armeria?" questo era probabilmente uno dei tanti pensieri che circolavano nella mente pressoché malata di quell'assassino nel guardare dritto negli occhi la sua vittima.

Quest'ultima chiuse gli occhi, stringendoli forte, con la sensazione fredda della pistola che aveva premuta su una tempia, pronta a fargli saltare via il cervello, consapevole che la sua fine fosse ormai giunta, rimanendo in attesa di un proiettile che però non fu mai arrivato.

«Master H.»

Era salvo per il momento.

«H.One! Cosa ti porta qui nel mio piccolo parco giochi?» Esclamò il diretto interessato sorridendogli appena. Questi rimase fermo allo stipite della porta, senza varcare completamente la soglia, quasi come se ci fosse una linea immaginaria a porgli un limite.

«Dobbiamo parlare.» disse con tono impassibile il più alto, nel mentre che il suo "collega" lo raggiungeva varcando tranquillamente quei pochi metri di distanza che li separavano.

«Possiamo andare.» si girò a guardare l'uomo dietro di lui, dentro ad una pozza di sangue in preda ad alcuni fremiti e singhiozzi, sorridendo sadicamente, «Tanto è già morto.»

E così uscì da lì chiudendosi dietro la porta e abbandonando il suo giocattolo nella sua miseria, iniziando ad incamminarsi con l'altro lungo una rampa di scale.

«Di cosa volevi parlarmi?» chiese il moro nel mentre che riponeva la sua Sig-Sauer nella fondina.

«Il Re ci ha incaricati di un compito molto più importante dello stare dentro una stanzetta a giocare con la vita di una persona sprecando proiettili.»

L'altro al sentire questo fece per trattenersi dallo spiaccicare l'altro contro il muro e farlo saltare in aria, quindi stette in silenzio ed incassò nonostante l'evidente fastidio sul suo volto. Uno dei suoi difetti peggiori era davvero questo, il fatto che perdesse in fretta la pazienza e che si arrabbiasse facilmente. Non riusciva a prendere bene le critiche altrui, ma oltre questo, era parte fondamentale di tutta l'organizzazione.

«Cosa ci tocca fare questa volta?» chiese quindi cercando di essere il più tranquillo possibile.

Hyungwon sorrise appena. Gli piaceva stuzzicare l'altro solo per il gusto di vederlo cercare di reprimere la sua indole, ma in quel momento non c'era tempo per queste cose.

Shoot Out || Hyungwonho † Hiatus †Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora