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Narratore POV

«Quindi, come procede? Tutto bene?» chiese l'anziano signore da dietro il suo bancone mentre imbustava gli acquisti fatti da Hyungwon lì nel suo negozio.

«Potrebbe andare meglio.» rispose il ragazzo con aria stanca. Lo stress accumulato in quei giorni e nelle ultime ore, stava iniziando a farsi sentire, premendo con forza contro il suo organismo nel tentativo di farlo crollare in ginocchio.

«Non hai una bella cera... Se ti va possiamo parlarne.» l'uomo sembrava genuinamente preoccupato per l'altro, ma di rimando ricevette soltanto una scrollata di capo ad accentuare una risposta negativa.

Hyungwon non voleva coinvolgere altre persone nei suoi casini, bastava lui a sopportarli, come aveva sempre fatto.

«Magari la prossima volta. Ora dovrei proprio andare, grazie Cheonwook.» e così uscì dal negozietto, ritornando alla sua auto, pronto per ripartire verso il luogo dove era stata richiesta la sua supervisione.

Doveva portare avanti il lavoro statogli assegnato in precedenza dal suo capo, e cioè quello di monitorare una persona in particolare.

Prima di mettersi alla guida, prese in mano i fogli che gli erano stati consegnati, con sopra scritte tutte le informazioni che necessitava sapere.

Osservò per qualche secondo la foto ritraente il suo bersaglio, per poi spostare lo sguardo sul nome che vi era scritto a fianco.

«Park Seonghwa. Lavora presso... Stazione di polizia di Seoul...?» in quel momento capì che molto probabilmente, oltre a quel tipo, avrebbe incontrato anche qualcun altro, sotto altre vesti.

Sapeva che quel teatrino non poteva continuare ancora per molto, ed infatti aveva intenzione di porvi fine al più presto, anche se una parte di sé non la pensava allo stesso modo.

Era troppo rischioso e sarebbe stato stupido mandare tutto all'aria per qualcosa di tanto futile come qualche emozione da provare in più. Poteva farne a meno e continuare la sua vita anche senza, come aveva fatto fino a quel momento.

Di certo non sarebbe mica morto per questo.

Così mise in moto la macchina, buttò quei fogli sul sedile di fianco al suo ed iniziò a guidare.

Avrebbe voluto invertire lo scorrere del tempo e tornare indietro a quando non sapeva cosa volesse dire sentirsi attualmente ascoltati e compresi da qualcuno, a quando non aveva la minima idea di cosa potesse significare provare calore oppure sentire le così dette farfalle nello stomaco.

Avrebbe desiderato tornare indietro a quella notte in palestra dove si erano conosciuti e impedire a sé stesso di fare anche un minimo passo all'interno di quella struttura.

Guidava intanto, verso una destinazione ben precisa.

Sapeva che il suo uomo di certo ora non l'avrebbe trovato dove di norma sarebbe dovuto essere.

Era di fatti consapevole dell'esplosione avvenuta quella mattina per mano di qualcun altro dell'organizzazione.

Il piano del loro capo, per quanto intricato, aveva delle fondamenta ben precise, istituite per raggiungere nel migliore dei modi un obiettivo in particolare che avrebbe giovato in modo a dir poco grandioso alle sorti di quel circo che si era riuscito a portare avanti fino a quel momento, con tutte le sue bestie, dal Re e da chi prima di lui.

Perché infatti loro non erano altro che bestie, mandate in scena per compiere il loro numero, per cui erano state addestrate e preparate, tutto per mandare avanti uno spettacolino di qualche minuto in cui non si fa altro che giocare con la vita e la morte di loro stessi e degli spettatori.

Shoot Out || Hyungwonho † Hiatus †Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora