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Narratore POV.

In un'altra struttura, chilometri lontana dal dipartimento di polizia, qualcun altro si stava preparando per l'ennesima missione a cui avrebbe preso parte di lì a poco.

Dei passi, riecheggiando nei corridoi deserti dell'edificio, facevano sentire la sua presenza, ormai facilmente riconoscibile. Si fermò davanti ad una porta, per poi bussare due volte, aspettando in seguito una qualche risposta che non tardò ad arrivare.

«Entra.»

Una voce, proveniente dall'altro lato della superficie di legno, si udì dargli il consenso per entrare, portandolo a varcare la soglia di quella stanza impregnata dell'odore di tabacco e che emanava un'aura assai autoritaria ed intimidatoria, descrivendo così il tipo di persona a cui apparteneva.

«Hyungwon.» chiamò il suo nome il proprietario di quella voce udita qualche secondo prima. «Sai perché ti ho convocato qui nel mio studio?» chiese in seguito l'uomo davanti a lui, unendo le sue mani, poggiando i gomiti sulla scrivania dietro la quale era seduto, tenendo il suo sguardo fisso in quello del giovane.

«Certamente.» disse il ragazzo senza interrompere nemmeno per un momento il contatto visivo con l'altro.

Questo rispose con un cenno affermativo, quasi compiaciuto al sentire ciò che voleva udire e al constatare ancora una volta l'efficienza dei suoi uomini, mettendo su un lieve sorriso, quasi più simile ad un ghigno. «Bene.» disse appoggiandosi allo schienale della poltroncina in pelle su cui era seduto.

«Bene.» ripeté più che altro a sé stesso, quasi in un sussurro. «Quello che ti ho assegnato è un incarico importante, lo sai questo? Quel carico di merce ha un grande valore e io lo voglio qui sano e salvo.»

Il ragazzo annuì in assenso. Sapeva quanto ciò che sarebbe dovuto andare a recapitare fosse fondamentale, non era mica stupido. Il boss non aveva niente di cui preoccuparsi, perché sicuramente non c'era persona più fidata e capace di lui, di Hyungwon.

Egli rappresentava praticamente l'élite, il meglio del meglio, con una spiccata efficienza nel portare a termine qualsiasi suo lavoro, grazie anche alla sua intelligenza e astuzia sul campo e dedizione nel programmare tutto nei minimi dettagli.

«Perfetto. Il lotto arriverà domani all'alba. Il luogo dell'incontro è il solito vecchio cantiere abbandonato vicino alla periferia di Seoul. Il fornitore della roba è un mio 'amico d'affari', tu dì solo che ti mando io e fai caricare il tutto sui furgoni. Semplice, no?» ancora con quel ghigno in volto, l'uomo fece cenno al ragazzo di andare, aprendo in seguito un cassetto da cui estrasse un sigaro, portandoselo alle labbra, come da abitudine.

Hyungwon era ormai sul punto di aprire la porta e uscire, quando venne fermato. «Oh! Un'ultima cosa.»

Questo stette ad ascoltare con attenzione cosa l'altro avesse da dire. «Quando il carico sarà ormai stato portato via, e lui ti chiederà dei suoi soldi...» Fece una pausa per buttare fuori il fumo del sigaro, facendolo uscire dalle sue labbra che avevano assunto un sorrisetto quasi sadico che mai abbandonò il suo volto, passandosi nel mentre una mano tra i capelli di colore arancione, per poi continuare.

«Sai cosa fare.» concluse lasciandosi scappare una risatina profonda e agghiacciante, capace di farti venire i brividi solo a sentirla.

Hyungwon era finalmente uscito da quella stanza, e in quel momento se ne stava tornando a casa per iniziare a preparare tutto quello che sarebbe potuto servirgli nel giorno a seguire.

Ripercorreva per la millesima volta il corridoio di quella struttura che ormai conosceva come il palmo della sua mano, dirigendosi verso il parcheggio coperto che si trovava al piano terra, essendosi già fatto un'idea di ciò che avrebbe dovuto fare per svolgere il suo lavoro al meglio, come sempre.

Hyungwon era un perfezionista, sopratutto riguardo i suoi incarichi e missioni. Tendeva ad organizzare ed attuare tutto in modo impeccabile. Non erano ammessi errori, di alcun tipo.

Ormai era quasi giunto lì dove si trovava il suo veicolo. Si sistemò meglio la giacca sopra le spalle, quasi poggiata, dando un'occhiata poi all'orologio che portava bellamente in vista sul suo polso.

18:58

Aprì con un comando del sensore la sua macchina, per poi avvicinarsi ed aprire lo sportello, sedendosi al posto del guidatore. La mise in moto e uscì finalmente da quella struttura, lasciandosela alle spalle mentre sfrecciava sull'asfalto, imbucandosi in una corsia della tangenziale non del tutto trafficata, mentre il sole stava iniziando a calare, scomparendo dietro gli alti grattacieli di quella città che dietro il suo fascino nascondeva ad occhi indiscreti i suoi oscuri segreti.

Il giorno in cui entrò a far parte di quel tipo di vita sembrava ormai un miraggio lontano, di cui ricordava sì e no pochi momenti che comunque apparivano nitidi nella sua memoria.

Si rese improvvisamente conto di dover prima passare a prendere dei proiettili, dato che si era ricordato di aver quasi esaurito del tutto le scorte di cui disponeva a casa, svoltando in una stradina abbastanza isolata, fermandosi davanti ad un negozietto dall'insegna marcata dal tempo.

Spense il motore, scese dall'auto ed entrò all'interno del locale. Non era molto grande ma sicuramente era ben fornito.

«Oh! Hyungwon, quanto tempo!»

Venne accolto dalla voce di un anziano signore, nonché il proprietario del negozio, che subito si avvicinò a lui, dandogli qualche pacca sulla schiena, abbastanza forte da far avanzare il ragazzo leggermente in avanti.

«Salve, è un piacere rivederla.» subito rispose questo sorridendogli appena.

«Quindi, cosa ti serve questa volta?» chiese il vecchio andando verso degli scaffali pieni di confezioni.

«Dei proiettili. Ho quasi finito le poche scorte che mi sono rimaste.» sospirò piano, visibilmente affranto all'idea di aver terminato, anche se non del tutto, i suoi adorati proiettili.

«Di che tipo?»

«I soliti.»

«Non cambi mai tu, eh? Una confezione di proiettili calibro 13.» ridacchiò appena, prendendo tra le mani una scatolina quadrata e abbastanza grande di colore rosso, per poi poggiarla sul bancone, e raggiungere la cassa, annunciando il prezzo.

«Ecco a te. Tieniti pure il resto, e senza fare storie come succede di solito.» disse Hyungwon porgendo i contanti all'uomo davanti a lui, sorridendo vittorioso alla vista di quest'ultimo sospirare rassegnato.

Hyungwon appariva come un ragazzo estremamente freddo e distaccato per la maggior parte del tempo, ma quando si trovava in compagnia del proprietario di quell'emporio, mostrava un lato diverso della sua persona. Quell'uomo era probabilmente uno dei pochi che rientravano nella ristretta cerchia di persone a cui il giovane teneva, e con cui riusciva a mostrare questa sfaccettatura del suo carattere.

«Come devo fare con te? Certo che sei proprio un tipo testardo.»

Il ragazzo rise appena, prendendo il suo acquisto per poi avvicinarsi alla porta, aprendola, salutando subito dopo l'anziano.

«Vedi di venirmi a trovare più spesso.»

«Ci proverò.» Rispose, tornando poi alla sua macchina.

Mentre cercava le chiavi per aprirla, finì col fare contatto visivo con un ragazzo, il quale ricambiò per qualche secondo, scomparendo subito dopo all'interno dello stesso negozio da cui lui era appena uscito.

Riuscì a trovare le chiavi, aprendo finalmente lo sportello, sedendosi al posto di guida e poggiando la scatola nel sedile vicino a lui, mettendo subito in moto.

Ripensò un attimo al tipo che aveva visto qualche istante prima. Era più basso di lui ma con un corpo molto più tonico e allenato del suo, dei capelli color pece e degli occhi scuri.

Aveva una strana sensazione a riguardo.
Sentiva che quella non sarebbe stata la prima e neanche l'ultima volta in cui l'avrebbe visto.

Shoot Out || Hyungwonho † Hiatus †Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora