1.NON È FINITA

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Erano passate due settimane e due giorni dall'ultima volta che avevo avuto a che fare con il soprannaturale.
Pensavo davvero fosse finita, le cose andavano per il meglio. O almeno per me. Allison si comportava in modo strano, Stiles sembrava uno zombie ambulante, mentre Scott continuava a guardarsi le mani senza un apparente motivo logico. Non avevo più avuto strani incubi, allucinazioni. Lo sketchbook degli orrori, si era fermato a un disegno del nemeton.

A dire il vero la mia vita non sta andando tutta rose e fiori come può sembrare. È una cosa davvero banale quella che sto per dire, ma non credo sia da sottovalutare. In una città come questa, ogni stranezza può esser considerata un campanello d'allarme.

Appoggiai le mani alla scrivania cercando di tenerle ferme e feci qualche respiro profondo per calmarmi. Ripresi in mano la mia matita 3H e la appoggiai sul foglio. Più il contatto con la grafite e il foglio si faceva pesante, più le linee venivano imprecise e storte. Buttai la matita contro il muro imprecando e guardandomi le dita. Non smettevano di muoversi.

Forse un semplice tremolio alle mani potrebbe esser considerato una cosa stupida, ma per me era davvero un ostacolo enorme. Disegnare era sempre stato quello che mi ha salvato nei momenti difficili e non poterlo più fare, sarebbe stato un colpo basso.

"Avanti Jane" mi massaggiai le tempie con gli indici, ma non riuscii comunque a rilassarmi. Era tutta la sera che andavo avanti così.

In verità, se c'era una cosa che non era cambiata per niente era la mia insonnia. Quella non mi ha mai abbandonato.

Cercai di attribuire il tremolio e l'ansia, alla luna piena che si trovava alta nel cielo, ma mi sembrava fin troppo strano che dopo anni a non sentirla più, fosse tornata quella sensazione.

Spostai lo sguardo sul barattolo contenente piccole pastiglie bianche.
James mi aveva fatto prescrivere della melatonina, ma se sui lupi mannari non funzionano i farmaci, non credo che lo facciano gli integratori alimentari.

Sbuffai e appoggiai la testa sulla scrivania.

"Disegni?"

Saltai sulla sedia portandomi una mano al petto per lo spavento.
"Cristo santo!"

"Ehm no sono solo io" rispose Stiles grattandosi la nuca. A volte riuscivo davvero a dimenticarmi di quanto le nostre case fossero vicine.

"Vieni?" Gli chiesi, invitandolo ad entrare con un gesto della mano.

Lui annuì sorridendo, ma subito dopo il suo magnifico sorriso si spense, lasciando spazio ad un espressione terrorizzata. Girai la testa.
Dietro di me non c'era niente.

"Stiles è tutto ok?"

Il ragazzo si girò di colpo e si chiuse la finestra alle spalle. Uscì da camera sua, senza darmi spiegazioni.

Era da più di una settimana che le cose fra noi andavano avanti per miracolo. Ogni volta che lui si girava dall'altra parte il mio cuore si spezzava. Si vedeva che c'era qualcosa che non andava ma nessuno ci teneva a dirmelo ed era per questo che mi sentivo offesa. Le cose non accadono senza motivo.

Quando sentii il campanello della porta di casa, suonare, mi alzai dalla sedia di scatto pensando che magari Stiles aveva deciso di usare l'ingresso principale.

Quando corsi di sotto, vidi Allison che parlava allegramente con mia madre.

Ora che le avevo detto tutto riguardo a papà, mi sentivo più libera. Come se mi fossi tolta un peso dal petto.

"Ciao J" mi salutò la ragazza, con un enorme sorriso stampato sulle labbra.
Da quando conoscevo stiles, avevo imparato a leggere le espressioni delle persone, gli sguardi. Anche se qualcuno sorride non è detto che stia bene veramente.
Allison non sta bene.

𝓗𝓲𝓼 𝓢𝓸𝓾𝓵 //𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora