15. È TUTTO VERO

4.3K 182 72
                                    

"Jane! Jane svegliati, ti devi trasformare!" Una mano calda, fin troppo calda, si posò sulla mia guancia facendomi subito reagire d'istinto. Avevo freddo e il mio corpo non riusciva a smettere di tremare. Ci misi minuti interi solo per cercare di capire dove mi trovassi. "Ehi tranquilla" la voce di Allison giunse alle mie orecchie e le sue mani si posarono sulle mie.

"Isaac, dov'è Isaac?" Chiesi con quella poca voce che mi era rimasta. Non ricevetti una risposta che sentii un ruggito provenire dall'altra parte della stanza. "Isaac!" Gli corsi incontro e lo abbracciai con le lacrime agli occhi. Era da tanto che non mi capitava di spaventarmi in questo modo.

"Stai bene?" Mi chiese prima lasciarmi andare. Era freddo come il ghiaccio, almeno quanto me. "Sì"
"Che cosa è successo?" Chiese Chris al beta, che sembrava essere quello ridotto meglio. "Erano cinque, non li ho visti in faccia, credo portassero delle maschere"

"I-i loro occhi" lo interruppi. "Sembravano quasi delle lucciole"

Il viso di Argent sembrò illuminarsi in un secondo. Si avvicinò alle finestre elettrificate per guardarle da vicino, ma quelle cose non erano entrate da fuori, erano apparse dal nulla e subito dopo erano sparite come se nulla fosse.

"Sai cosa significa?" Chiese la mora rivolta a suo padre. "Preferirei che teniate nascosta questa cosa, solo per ventiquattro ore"

"Avrebbero potuto ucciderli-"
"Ma non l'hanno fatto e credo che ci sia un motivo"

Il mio telefono suonò interrompendo il silenzio imbarazzante che si era creato. Mi accorsi di avere almeno cinque chiamate perse da Stiles e due da mia madre, mi avevano lasciato entrambi dei messaggi in segreteria.

"Chi è?" Chiese Allison. "James"

Risposi alla chiamata riuscendo a malapena ad alzarmi da terra.
"Jane mi spieghi che cosa state combinando tu e i tuoi amici?"
"Niente perchè?"
Sì Jane.
Niente.

"Cominciamo dal fatto che Mccall e Stilinski stanno interrogando i loro stessi figli proprio in questo momento" inciampai sui miei stessi passi mentre percorrevo la strada dal letto alla porta. "Arrivo subito"
Mi rimisi lo zaino sulle spalle e chiusi la chiamata.

"Jane, per favore non parlarne con nessuno" mi supplicò Chris. Per una volta dalla sua bocca era uscito qualcosa che non somigliasse ad una minaccia. "Nemmeno ad un certo ragazzo logorroico che dovrebbe portarti a cena qualche volta, sai? Sta prendendo l'adderal? No perché a lezione sembra sempre meno attento e-"

"Allison!" La fermai mettendole un dito davanti alla faccia. "Che ti prende?" Chiesi ridacchiando per la sua reazione. Insomma, da sempre a Stiles del logorroico poi si comporta così.

La mora prese un respiro profondo e scosse le spalle. "È che mi hai fatto spaventare" mormorò a testa bassa.
Ritornai sui miei passi e la abbracciai stringendola forte. "Tranquilla, mi avrai fra i piedi ancora per un po'"

_____

"Jane non credo che tu possa entrare!"
I rimproveri di James non servono a niente contro un lupo mannaro confuso e preoccupato. Entrai sbattendo la porta, nell'ufficio dello sceriffo e in un secondo tutti gli sguardi furono addosso a me.

"Che avete fatto questa volta?"sbottai ignorando l'espressione confusa del padre di Scott che probabilmente non sapeva nemmeno il mio nome.

"Ti prego non dirmi che hai abbattuto un altro distributore. Perché non bisogna dimenticare che quella volta al Motel non era nemmeno la prima-"

"Ehi al motel era stato Boyd!"
Si difese il mio ragazzo alzandosi dal divanetto. "E poi tu avevi rubato più merendine di me!"

"Allora dimmi che non hai cercato di fare sesso con una ragazza in una cantina e che poi è stata miseramente rapita e uccisa"

𝓗𝓲𝓼 𝓢𝓸𝓾𝓵 //𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora