21. RABBIA

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Ho sempre interpretato ogni momento brutto come una ferita. Un taglio che non si può rimarginare, da cui continua ad uscire sangue nonostante passi molto tempo. Era così che mi sentivo.
Il dolore usciva fuori da quella ferita proprio come il sangue, lo sentivo caldo sulla mia pelle deciso a non fermarsi. Volevo urlare al mondo come mi sentivo in quel preciso istante, lì su due piedi.
Cosa era meglio pensare?
Che stiles avesse la demenza frontotemporale, o che dentro di lui si fosse insediata la stessa creatura che mi perseguitava da settimane?

Gli incubi non si fermarono, rendendo la mia vita terrificante non solo da sveglia ma anche di notte. Passarono almeno due giorni cui non smisi mai di guardarmi alle spalle spaventata da ogni minimo rumore.
Avevo paura persino della mia stessa ombra e non mi staccavo mai da Stiles nonostante la sua vicinanza mi mettesse in un certo senso i brividi.

Ehi sono io
Si lo so che sai chi sono
Volevo solo dirti che... mi manchi ok?
Mi dispiace tanto di averti mentito per tutti questi anni, ma ti prego torna a casa
Siamo preoccupati per te.

Sarà stata la millesima volta che ascoltai quel messaggio lasciato in segreteria e Scott per fermarmi spense il telefono prima che potessi dire ma. "Che ore sono?" Chiesi picchiettando nervosamente le dita sul mio libro di matematica. "È ancora presto, non c'è bisogno che tu torni a casa"
Gli lanciai un'occhiataccia come per fargli capire che era tutto il contrario in realtà.

Già non sapevo come mi avesse convinto ad allontanarmi da casa, in più mi aveva anche costretto a studiare.
Ho sempre creduto che Stiles e Scott condividessero poco del carattere l'uno dell'altro, ma pensai che bastasse la loro testardaggine a renderli così uniti.

"Se devi fare la guardia anche sta notte è meglio che tu dorma un po'" scossi la testa chiudendo il quaderno che conteneva più scarabocchi che equazioni. Scott prese i miei evidenziatori e li sistemò sulla sua scrivania insieme al resto della roba che avamo usato per studiare. "Dormi" mi fece appoggiare la testa sul cuscino e si alzò dal letto coprendomi fino al collo.

Restai per minuti interi con gli occhi sbarrati per paura di addormentarmi. Avrei potuto alzarmi e basta, ma ero talmente stanca che i muscoli mi facevano male. Ero terrorizzata dall'idea di addormentarmi eppure era l'unica cosa che il mio corpo necessitava di fare. Contro ogni mia previsione, riuscii a lasciarmi andare e non sognai. Solo il buio più totale.

A svegliarmi fu la fastidiosa suoneria di Scott. Inizialmente mi stropicciai gli occhi e mi stiracchiai, ma subito dopo mi accorsi del cambio di luce. Il sole era tramontato ed io stavo ancora dormendo a casa di Scott quando avrei dovuto proteggere il mio ragazzo.

Mi alzai velocemente e mi accorsi del rumore dell'acqua corrente.
Ma quanto cavolo di tempo sta in doccia?!

Lanciai un'occhiata al telefono di Scott ed il mio respiro si fermò per qualche secondo quando vidi il nome di Stiles sul display.
Mi precipitai veloce come un fulmine facendo quasi ribaltare il comodino e risposi alla chiamata.

Respiri sconnessi, o forse singhiozzi, non ne ero sicura, ma quella fu l'unica cosa che sentii all'inizio della chiamata. "Stiles?" Ad un tratto i sospiri si fermarono lasciando spazio al silenzio della notte. "J-Jane, no io ho chiamato Scott" mormorò quasi spaventato, come se stesse cercando di capire se avesse sbagliato numero o meno.
"Stiles che cosa sta succedendo?" Chiesi con tono autoritario.

"I-io non lo so, non ricordo nulla. Credo di aver camminato nel sonno"
Mi sentii quasi soffocare sotto il peso di quelle parole. Io mi ero addormentata e non ero tornata a casa, e adesso lui era da qualche parte in pericolo, per colpa mia.
"Dove sei? Che cosa vedi?"
Cercai di mantenere la calma e di non fargli capire che dentro volevo esplodere.

𝓗𝓲𝓼 𝓢𝓸𝓾𝓵 //𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora