Capitolo 10 . Novembre 2016

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L'estate era passata come un soffio di vento. Serena, perlopiù. Giulio si era sentito un poco dimenticato da Tommaso, ma da una parte era una cosa positiva.

Dall'altra, a Giulio mancava un po' il suo migliore amico. Però ogni tanto avevano passato delle belle serate, insieme.

Giulio era uscito spesso con Rufus, talvolta con Rufus e quel soggetto impossibile da inquadrare che era Lorenzo. Assurdo da pensare, ma Giulio si era trovato più volte a paragonare quel ragazzo fissato con l'opera e con i vestiti eleganti a Tommaso. Avevano, intrinsecamente, qualcosa di simile e assurdo.

Giulio aveva prenotato a Giugno due biglietti aereo andata e ritorno Milano-Palermo. Uno con ritorno previsto dopo una settimana, uno dopo due giorni. Tommaso aveva usato il secondo.

Era stato piacevole rivedere i paesaggi familiari, salutare sua madre e sua sorella, che stava crescendo a una velocità inaudita. Anche dormire nella propria camera, mangiare, per quel poco che mangiava, ciò a cui era stato abituato fin da bambino. Siracusa in fondo era ancora casa, con il suo caldo assurdo, il teatro greco (dove era riuscito persino a vedere una rappresentazione).

Per Tommaso era stato diverso. Era arrivato di malumore, era andato a casa propria per salutare suo padre, lo stesso padre che non gli era mai piaciuto, ed era passato dalla madre e dal fratello. Quando si erano visti si era mostrato agitato, arrabbiato. Era infastidito dall'incontrare i loro vecchi compagni di classe, dal ricordare i vecchi tempi.

Andandosene dalla Sicilia, Giulio aveva creato un rifugio d'infanzia a cui tornare, Tommaso un limbo da evitare il più possibile.

Per questo Tommaso era partito prima, dopo aver lasciato riemergere tutta l'ostilità che provava per il proprio passato.

Giulio, invece, era stato felice. Ma anche per lui era venuto presto il tempo di tornare. Le ferie erano finite, lui aveva un lavoro estivo, e l'estate era parsa poco più che una parentesi di caldo e turismo se possibile ancora più diffuso, come una gigantesca ostruzione delle strade.

Poi, era tornato l'autunno.

°°°

La notizia della partenza di Greta era arrivata piuttosto all'improvviso. Durante una cena aveva preso il telefono per rispondere a un messaggio, aveva guardato lo schermo con le sopracciglia aggrottate e aveva detto che sarebbe tornata a Londra in due giorni.

"Che?" aveva chiesto Tommaso.

"Non mi sono mai presa una vacanza così lunga, erano anni che non me ne stavo per un po' davvero a Venezia. Ma devo tornare su abbastanza presto, se non voglio finire senza un soldo. Certo, nel frattempo ho guadagnato qualcosa affittando il mio appartamento, ma ho dei concerti da fare. Anche mentre stavo qui ho iniziato a studiare per gli spettacoli della prossima stagione."

"Oh, capisco..."

Tommaso non ci era rimasto male. Cioè in realtà sì, ci era rimasto male, ma aveva cercato di non dirglielo. Insomma, era ovvio che lei gli sarebbe mancata. Ma avrebbero continuato a sentirsi, Greta gli aveva detto di non preoccuparsi.

Lui ci sperava davvero. Non si era reso effettivamente conto di quanto in quei mesi si fosse affezionato a lei fino a quando non si era trovato davanti alla prospettiva di non rivederla più almeno per qualche mese. Sperava che non avrebbero smesso di scriversi, o di chiamarsi ogni tanto.

E quindi quella mattina Greta era passata a salutare tutti prima di partire, prima di prendere il treno e andare in aereoporto. Ovviamente era passata anche da Tommaso.

"Sarà molto strano non averti in giro." aveva detto lui, sorridendole. Era seduto al minuscolo tavolo da pranzo, occupato a fare colazione. Latte, cereali, una fetta di pane con la marmellata. Greta era davanti a lui, con i gomiti sul tavolo e le mani intrecciate sotto il mento.

"Lo so... - rispose lei - Ma tornerò. Giulio c'è?"

"È già uscito."

Greta scrollò la testa azzurra "Vorrà dire che passerò dove lavora per fare un saluto."

Tommaso sentiva di doverle dire milioni di cose, non sapeva neanche da dove iniziare, si era sentito incredibilmente legato a lei ma temeva che per lei non fosse lo stesso. Anzi, temeva che se lei lo avesse conosciuto meglio si sarebbe stufata, e temeva che stando lontani lei perdesse interesse. Probabilmente non si conoscevano abbastanza perché fosse sicuro che lei non fosse capace di odiare uno come lui.

Quante cose c'erano che lei non sapeva di lui. E una, in particolare, avrebbe potuto minare l'intero loro rapporto. Non sapeva che cosa Greta avrebbe potuto pensare di lui. Era una cosa di cui lui non faceva mai segreto, ma con Greta l'argomento non era mai saltato fuori. Forse era il caso di togliersela dal petto e basta. Così se Greta in qualsiasi modo avesse deciso di non accettarlo lo avrebbe fatto subito e Tommaso avrebbe finito di tormentarsi.

Era una cosa importante ed era il caso di fargliela sapere presto, il più presto possibile. Così che lui non perdesse il coraggio e non fosse portato a non dirglielo perché era tardi. Era meglio essere chiari e rischiare.

"Senti, prima che tu vada, posso dirti una cosa?"

"Certo, dimmi."

"Ecco, neanche so perché non te l'ho detto prima, ma potrebbe essere importante nel caso noi... non lo so, visto che mi sembra che stiamo diventando, sì ecco, molto amici. Io sono bi. Bisessuale, dico."

"Oh, ok."

Tommaso fece fatica a interpretare l'espressione di Greta. Non sembrava... particolarmente colpita, né in negativo né in positivo.

"Quindi... la cosa non ti dà fastidio...?"

"Tommaso, il mio migliore amico probabilmente è più gay di una fusione tra Enzo Miccio e Mika. È ovvio che non mi dia fastidio, anzi, non fa nessuna differenza per me, davvero."

Tommaso sentì la propria anima ascendere dal proprio corpo. Era un sollievo dirglielo, neanche sapeva perché non glielo avesse detto prima, però era andata bene. Lei non schifava quelli come lui. Era meraviglioso.

"Sposami - disse - Ero terrorizzato che andasse male. Ti prego sposami."

"Per quello possiamo fare con calma - rispose Greta, ridacchiando - Non è nulla di che, pensavo fosse palese che sostengo la LGBT. Anzi, ti confesserò una cosa anche io. Quando avevo quindici anni scrivevo fanfiction gay sui personaggi delle serie tv che pensavo sarebbero stati carini insieme."

Tommaso quasi soffocò nella propria fetta di pane e marmellata "Voglio lo username che usavi."

"Mai. Fa parte del mio passato oscuro."

I due risero insieme, in quel modo raro che ti fa quasi male agli zigomi.

Era... andato così bene. Soprattutto per Tommaso, che non era proprio abituato a coming out a cinque stelle.

Quindi sì Greta: una di noi™️
E ovviamente Tommaso è un po' un patato

Ma Tommaso è sempre patato nel profondo. Era un po' palese. Anche non nel profondo insomma.

Bene ragazzi vi sta piacendo questa storia piena di vibe trash?

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