Capitolo 16 . Luglio 2017

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Quel giorno faceva dannatamente caldo. Iris aveva addosso solo una canottiera, un paio di pantaloncini sportivi e dei sandali. Si sventolava una mano sul viso, sotto l'aria estiva, la pelle lucida di sudore, ma a soffrire più di lei, probabilmente, era l'enorme batuffolo bianco che strattonava allegramente un Rufus dall'aria accaldata. Nonostante ciò, Tchaikowskij sembrava ugualmente il più vitale dei tre. Stavano facendo una passeggiata nel parco vicino alla stazione, il cane aveva la lingua di fuori e non aveva fatto altro che bere acqua dalla bottiglia che Rufus si era portato dietro per la precedente mezz'ora.

"Allora, uhm - iniziò Rufus - come vanno gli esami?"

"Beh, sai, si fottano gli esami. Economia non l'ho mai voluta fare." il tono di Iris era più irritato del solito, il pollice e l'indice stretti attorno all'ennesima sigaretta della giornata. 

Rufus stava pensando qualcosa tipo Va bene, lo capisco, ma cosa vorresti fare della tua vita esattamente?  ma non era certo il tipo da parlare così, non gli piaceva parlare agli altri in modo scontroso, in un modo che avrebbe potuto iniziare una qualche discussione spiacevole. Meglio essere più vaghi.

"Immagino che tornerai a Milano lo stesso, con Eric mi sembra che vada tutto bene."

Iris sorrise "Oh, certo fre. Lo sai, lo dico sempre, è proprio un ragazzo fantastico. Adesso però è in vacanza in Francia, dai suoi. Sai, non avevo voglia di starmene tutta da sola in quell'appartamentino, è giusto per quello che sono venuta qui. Se è quello che ti chiedi, tu e Lore riavrete la vostra privacy in un batter d'occhio."

Eppure aveva un'aria stanca, un sorriso tirato, un'incedere così pesante sulle spalle. Rufus sapeva di star guardando qualcuno che si stava mandando poco a poco in rovina, ne aveva la netta sensazione quel giorno, come accadeva a volte. Iris non si nascondeva sempre bene alla preoccupazione altrui.

Nonostante ciò, era riuscita a far scivolare la conversazione da sopra la propria pelle e ora gliel'aveva gettata nuovamente addosso. Lo stuzzicò con il gomito, sorridendo e ridacchiando "Allora, come va con il mio fratellino?"

Il ragazzo si sentì arrossire e posò di nuovo lo sguardo sul marciapiede, sul cane che scorrazzava ansando un po', gli occhi neri e vispi, la coda bianca e morbida puntata all'insù "Beh, uhm, ecco... non so bene se..."

"All'inizio - Iris schiacciò la sigaretta ormai finita contro il cestino della spazzatura di fianco a cui stavano passando, prima di buttarla - ero abbastanza convinta che avrebbe fatto come fa sempre. Facciamo così, ti rivelo un piccolo segreto, ma tu non dirglielo, sennò è la volta buona che mi prende per la gola e mi strozza. Lorenzo ha avuto un solo fidanzato, con cui è stato per tipo due anni. Era presissimo da lui, e non faceva altro che farsi scarrozzare in giro per locali e gay bar di vario tipo da lui e dai suoi amici. Si è trovato invischiato in un gruppo di gente particolarmente tossica e il suo fidanzato non era da meno. Rendiamo chiara questa cosa, Lorenzo non ha mai fatto dell'essere gay una faccenda politica e si è sentito forzato a fare del suo orientamento il centro della sua identità e della sua vita, cosa che non gli interessava un granché. Alla fine ha lasciato quel suo unico fidanzato, le feste che non gli piacevano, ha lasciato perdere gay bar e tutto quello stile di vita. Diceva che lo faceva sentire sporco e che non aveva nulla a che fare con lui. Credo ne sia rimasto un po' traumatizzato, quindi non va ai pride, non frequenta seriamente nessuno della comunità eccetera. Ha sempre avuto relazioni brevi, amicizie con benefici, dopo quello. Credo sia convinto di non poter trovare nessuno con cui poter stare davvero, quindi per lo più è un gay triste e solo che guarda RuPaul nonostante sia l'emblema di un tipo di mondo che teoricamente non gli piace e ha avventure da una o due notti. Raramente poco più."

Addosso a Rufus era stata lanciata letteralmente una montagna di informazioni. Si sentiva abbastanza stordito, ma non capiva che cosa ciò avesse esattamente a che fare con lui. Insomma, sì, erano stati a  letto insieme e più di una volta, ma questo esattamente, precisamente, che cosa stava a significare? Perché raccontare quella storia?

Iris dovette percepire la confusione più totale nel suo sguardo e si posò una mano sulla fronte "E che cazzo, Rufus, hai sentito quello che ti ho appena detto? Prima di tutto, Lorenzo ti è ronzato attorno per più di un anno, cosa che normalmente non fa. Ma va bene, mettiamo che tu sia un bono della Madonna e allora ci può stare. Ma adesso sono mesi che continuate a vedervi, e non solo per tenere svegli i vicini al piano di sotto. Questa è un'altra cosa che non gli devi dire, ma era da un sacco che non lo vedevo così contento di uscire insieme a qualcuno. Quasi tutte le sere è lì a infilarsi una di quelle sue stupide camicie da baronetto vittoriano mentre mi dice Oggi io e Rufus andiamo in quel nuovo ristorante di pesce e in faccia ha un sorrisetto da completo coglione. Tu gli piaci, capisci? Solo che ovviamente lui è un idiota e gli viene più facile farsi le persone senza dire nulla dei suoi sentimenti. Ma io sono sua sorella e di lui so esattamente ogni cosa e so che cosa sente per te."

"Oh." Rufus si sentì avvampare, senza sapere che cosa rispondere. Non aveva mai pensato di piacere davvero a Lorenzo, no  più che fisicamente o come amico. E lui stesso faceva fatica a chiarirsi con sé stesso, a districare quell'indistinto cumulo di fili annodati tra di loro che erano i suoi sentimenti.

"In ogni caso - pronunciò Iris - alleggeriamo la tensione. E' vero che sei tu a stare sopra? Oh, cazzo, Rufus, sei un peperone, quanti anni hai, cinque?"

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