In realtà, a Giulio non sarebbe dispiaciuto andare in Sicilia per Natale. Ma quando hai un precario lavoro part time e una gran bella quantità di esami da preparare capita che tu te ne debba stare nel tuo bilocale a Venezia con il tuo migliore amico il quale, in ogni caso, non aveva la minima intenzione di passare il Natale in famiglia.
Quindi aveva mandato biglietti d'auguri ai genitori e alla sorellina e aveva organizzato un pranzo di Natale, solo lui e Tommaso, la sua altra famiglia. Avevano persino comprato un piccolo alberello da mettere in sala, decorandolo alla bell'e meglio (Tommaso aveva insistito per mettere delle decorazioni a forma di chitarra che lo avevano reso felice come... beh, come un bambino a Natale).
Per quello che i due ne sapevano, Lorenzo e Iris erano andati a trovare la loro madre, Rufus era andato in Trentino dalla famiglia e Greta dai suoi genitori, che vivevano ancora a Venezia.
"Sono felice di passare il Natale così - gli aveva detto Tommaso, con un grosso sorriso, mentre mangiavano l'arrosto preparato con il rischio di mandare a fuoco l'intera casa, come al solito - Davvero. Lo ammetto, mi sarebbe dispiaciuto se fossi andato giù, io sarei rimasto tutto da solo, o mi sarei costretto ad andare a qualche pranzo di famiglia deprimente."
Giulio tossicchiò. L'argomento famiglia con Tom era da trattare sempre con le pinze e nessuno lo sapeva meglio di lui. Probabilmente il suo amico non si sentiva con i suoi genitori o con il fratello dall'ultima volta in cui era stato in Sicilia.
"Forse tua madre e Salvatore sarebbero felici di rivederti..." disse, esitante.
Tommaso sbuffò con la sua aria da non-parliamone-grazie e il discorso fu chiuso lì, in modo piuttosto brusco.
"Chissà perché sono sempre io quello dei due di cui si devono sistemare i casini,- disse Tommaso - fatti psicanalizzare anche tu. Quali sono i tuoi disagi, biondino?"
Giulio rise, poi con espressione serafica chiuse gli occhi e congiunse il pollice e l'indice di entrambe le mani, come se stesse meditando "Perché io sono una persona stabile ed equilibrata."
"Dillo ancora, ma pensando a quando ti sei addormentato nella vasca da bagno mentre leggevi con me e Greta che lo facevamo nell'altra stanza."
"... credo di doverti dare ragione, accidenti."
...
Lorenzo e Iris non avevano ficcato la loro madre a forza in un ospizio. Lei ne era stata ben felice, e tra l'altro così i due fratelli avevano fatto affittare più volte la casa dei genitori tirandone fuori un bel gruzzolo.
La madre dei due era decisamente sempre stata un'anima un poco anziana, ma certo non aiutava che avesse avuto entrambi in età parecchio avanzata. Quindi eccola là, a mangiare fuori con i suoi due figli, seduta e un po'accartocciata su una sedia a rotelle.
"Allora - stava dicendo la donna, con quella voce un po' incespicante che ricordava la carta - raccontatemi, su. Avrete delle novità, no?"
Iris abbassò lo sguardo e lo stesso fece Lorenzo, seduto di fianco a lei. Iris gli diede una gomitata "Su, tu sei quello con una novità."
"Tu sei quella con una relazione etero."
"E tu quello con la vita ben tenuta insieme e i soldi."
Lorenzo sbuffò, poi incrociò le mani sul tavolo, piegandosi leggermente in avanti "Uhm, allora, da dove iniziamo. Diciamo che... ho conosciuto una persona."
Gli occhi di sua madre parvero ravvivarsi all'improvviso di una luce allegra "Una ragazza?"
"No mamma, sono gay."
Sua madre scosse la testa nel mimare quello che nel liguaggio del corpo di quella donna voleva dire Non ne siamo ancora usciti, vedo.
"Comunque - Lorenzo tossicchiò - ho conosciuto un ragazzo. E, non so, mi sembra che voglia dire qualcosa, essere con lui."
La loro madre non era esattamente la donna più moderna e progressista di sempre e lo sapevano entrambi molto, molto bene. Nonostante ciò, e questo lo sapeva soprattutto Iris, Lorenzo era sempre stato il suo ometto e in fondo le importava solo di sapere che stava bene. Infatti gli sorrise, allungando una mano lungo il tavolo e posandola su quella del figlio. Gli rivolse un sorriso e sospirò rauca "E' bellissimo, tesoro. Sono sicuro che questo sia un ragazzo fantastico. Oh, ma guarda come sorridi!".
Lorenzo sembrava, e probabilmente era, genuinamente sorpreso. Quando erano più piccoli, quando c'era ancora papà, aveva fatto fatica a farsi accettare dai genitori. Il padre, in particolare, non faceva che dirgli che doveva fare l'uomo e che "una scelta del genere" era inaccettabile. Non l'aveva mai nemmeno pronunciata, la parola omosessuale. Iris aveva immaginato, da spettatrice, che non dovesse essere stato molto facile per lui.
Eppure, il tempo sembrava aver addolcito i sentimenti della loro madre. Madre che, tra i due genitori, era sempre stata la meno estrema in quanto a insistere che il suo ragazzo non potesse essere gay. Aveva sempre e solo detto che era una fase e che un giorno tutto sarebbe finito e lui si sarebbe trovato una moglie.
Doveva quindi esserci qualcosa di bello nel modo in cui la madre guardava il figlio, nel modo in cui gli parlava finalmente davvero felice per lui. Eppure Iris non lo vedeva, non del tutto. Perché si era messa a pensare e aveva pensato troppo. Pensava che le sarebbe piaciuto sentirsi dire parole di accettazione, pensava al suo non avere nulla di bello o positivo da raccontare, pensava al groviglio che era la sua vita, all'appartamento a Milano dove non riusciva a voler tornare, a quel quadro di Van Gogh che non voleva appendere nella camera sua e di Eric, pensava a quando il giorno del suo compleanno lui le aveva sussurrato all'orecchio chiedendole di chi fosse quel dipinto.
Quella frase l'aveva resa più triste di quanto non fosse mai stata. Era una frase che si era lasciata dietro una crepa. Era il suo quadro preferito, era il suo quadro preferito e Eric non lo sapevo. E la crepa si allungava...
"E tu? Iris, cosa mi racconti?"
La ragazza sorrise sghimbescia "Oh, niente di che ma'. Sempre le solite cose."
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Sunflowers
Teen FictionIl Girasole simboleggia l'allegria, la solarità e la vivacità. Regalare quindi un fiore di Girasole equivale a rimarcare il carattere gioioso e allegro. Carattere con cui, la persona che lo riceve, affronta la vita. Un altro significato del Girasole...