Cap. 1 Regalo

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"Tanti auguri a te!!!"

Quelle parole..così infantili, rimbombarono nella mia testa in maniera assordante..

" Mamma ho 17 anni...non mi regali un cavallino giocattolo, (per fortuna)..quindi che senso ha svegliarmi alle 6:30 urlando come se avessi 5 anni?!"

"Mi sembrava carino no...in fondo adesso sei un uomo a tutti gli effetti..e lo sai che non voglio che l'unico uomo in casa se ne vada..non ancora..."

"MAMMA, NON RICOMINCIARE OK?? Io..vado a scuola..mangierò la ciambella mentre sono nel pulman"

Non avrei proprio voluto  incominciare la giornata con il discorso di mio padre, quindi mi preparai in fretta:

Solito paio di Converse nere
Pantalone grigio scuro con risvolto
Maglietta Nera con la scritta " Me Mad? Quite Likely" con sopra una faccia con un sorriso a dir poco inquietante. E, come tocco di classe una giacca in pelle nera, ovviamente. Il mio padrino lo diceva sempre :

"Sei un Punk, uno di quei delinquenti che imbrattano i muri e picchiano le bambine"

Sono sempre stato d'accordo su imbrattare muri, ma non credo di aver picchiato mai qualcuno più piccolo di me, o comunque qualcuno in generale.
Per i capelli, decisi che era meglio aggiustarli in pullman...se mai fossi riuscito a perderlo. Arrivai in fermata, ma non c'era nessuno.

"No..non è vero, è adesso?"

Appena finii di farmi i peggiori film su come arrivare a scuola e giustificare il ritardo, sbucò da dietro l'angolo il bus. Tirai un sospiro di sollievo ed entrai, era vuoto. Strano. Eppure era mercoledì, e non credevo che ci fosse stata qualche festa o manifestazione. Ormai ero lì e le porte si erano chiuse, approfittando dell'assenza di tutti mi sedetti ai posti più in fondo, per stare comodo e ascoltare la mia dose di droga quotidiana..La Buona musica. Dato che era il mio compleanno, mangiai la ciambella preparata da mia madre, misi i piedi sul sedile in modo tale da stare comodo e infilai gli auricolari.
"Addio Mondo, ci vediamo tra 45 minuti." Pensai.

Ero in ritardo per le lezioni, mi sbrigai a salire l'enorme scalinata del College, entrai con il suono della campanella, e ancora una volta non c'era nessuno, come alla fermata, ne ai gradini ne nel corridoio che porta alle varie classi

"Saranno già a lezione"

Mi convinsi di questo o almeno ci speravo. Su una porta c'era scritto in grassetto:"Aula di Disegno" . Entrai, aggiustandomi meglio la giacca e i capelli..Ma anche la classe era vuota il ché era molto molto strano.

"Dove sei finito mondo?!"

Sbuffavo ormai per la confusione o un eventuale dimenticanza di qualcosa...ma d'un tratto, capii cosa stava succedendo..guardai il calendario sul muro che segnava

15 Marzo 2017

Poi scritto a penna vicino.."Non si viene, festa in centro"

Mi sentii così stupido, tant'è vero che lasciai scivolare la cartella per terra senza provare a trattenerla, Volevo solo sprofondare sotto terra. Fare tutto di corsa per poi ritrovarsi a mani vuote.
Così deluso, arrabbiato con me stesso, decisi di tornare a casa a non fare nulla per tutto il resto della giornata. Uscito da scuola, sapevo già che appena sarei tornato a casa avrei dato le colpa a mia madre, (quando quella povera donna non c'entrava assolutamente nulla). Vivevamo in un quartiere molto lontano dal centro quindi noi eravamo sempre gli ultimi ad essere a conoscenza della maggior parte delle festività o di manifestazioni che venivano emesse..potrebbe scoppiare un epidemia di peste, e noi saremmo gli ultimi ad essere informati dell'emergenza, ma, per fortuna, la peste è finita...credo...

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