Cap.26 Labbra Rosse

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Correvo.

Correvo veloce, sulle mie gambe sentivo di nuovo la stanchezza. Ero libero di fare ciò che mi sentivo.
La giornata stava forse finalmente finendo, il cielo rosseggiava per via del tramonto. Le nuvole si ritiravano verso l'orizzonte seguendo il sole. Arrivai in centro. Potevo scegliere..
La scelta più Ragionevole era Andare da Hector, parlare del problema avuto nel "controllarmi", magari lui mi avrebbe risposto a domande tipo "Perché se ne fosse andato per sempre? Perché si era arreso così facilmente?"
oppure..
Seguire il cuore, vedere Giuly. Tuffarmi nei suoi occhi, stringerla quasi quando finito di piangere. Baciarla..in quelle labbra timide ma che sanno dare amore..
Inutile dire, che la strada da seguire, mi venne quasi in automatico.
La chiamai, e aveva una voce abbastanza tremolante, le chiesi:
"Giuly..dove sei?"
"A casa mia..scusami ma sono distrutta dopo la vista di oggi a scuola... "
"Vuoi che venga lì? Vorrei.. farti compagnia.."
"No Addy..scusa ma non mi sento. È tutto così difficile e vorrei stare da sola.."
"Capisco...beh allora..ci sentiamo quando ti senti meglio eh..ciao..Giuly"
"Scusami Ad..."
Chiuse subito la chiamata. Pff.. credeva davvero che mi avrebbe fermato con un Bip. Si sbagliava.
Presi un pullman al volo che passava di lì.
Mi avvicinai nel suo quartiere, era diventata sera. Qualche stella si iniziava ad accendere, insieme ai lamponi delle villette.
Sprecavo le ultime forze fisiche ma avevo in mente solo lei in quel lungo viale, ero perso nel raggiungerla, assorto nei pensieri, mi ripresi quando rividi la casa di Josefh, era a poche case da lei.
Chissà se era cosciente che il ragazzo che aveva rubato la sua dolce metà, era..bello che andato. Forse gli avrebbe dato un pò più di pace in quel anima distrutta, ma avevo comunque il timore di essere visto come un mostro, e non un amico.
Guardavo casa sua, stringevo i pugni nel ricordare quanto sia stato un vigliacco, abbassai lo sguardo.
Vibrò il cellulare, mi arrivò un messaggio da parte di Giuly..un semplice Ehy.
Tornai con la mente al vero motivo per cui ero lì. Avevo rinunciato a Hector, rinunciai pure a Josef. Sbuffai, ma
Proseguì la strada di fretta e arrivai, finalmente davanti alla sua porta
Spinsi il campanello. Inspirai fortissimo cercando invano di aggiustarmi aggiustarmi, quando aprì.
"Ehi"
"Co..cosa ci fa.."
La abbracciai non facendola finire. Lei mi iniziò pian piano a stringere sempre di più fino a far durare quel abbraccio minuti che per me, potevano anche non finire più.
Mi fece entrare in casa.
Era tutto in ordine e si respirava un profumo di pulito. Lei, era vestita solo con una felpa in azzurro larga addosso, che lasciavano scoperte le sue gambe che cercava di coprirsi tirandosi la felpa verso il basso, creando tutta una serie di pieghe e curve che le lasciavo intravedere le sue, quasi si vergognava a farsi vedere, ma questo la rendeva solo più carina. Non potevo fare a meno di guardarla, era così bella, così.. sensuale. Accennò un sorrisetto ma il colore dei suoi occhi però era spento, come se avesse perso quella brillantezza che era solita avere. Non ci volle molto a capire che c'era qualcosa che non andava.
"Sei sola in casa?"
"Si...mia madre è fuori città per sbrigare delle faccende, e mio padre dovrebbe fare il turno di notte quindi starà lì per cena.."
"Beh allora non corro il rischio d'esser visto nel baciarti.."
La presi per le mani, nascoste nelle maniche della felpa. La avvicinai a me e il suo sguardo si accese, un luccichio.
Le sue sfumature si iniziarono a colorire insieme alle sue guance, che piano piano arrossivano sempre di più.
Ci trovammo così vicini che si poteva sentire il Rimbombo dei nostri battiti.
"Mi sei mancata.."
"Adam.."
"Giuly.."
Si avvicinò lei e mi baciò dolcemente, le sue labbra morbide accarezzavano le mie. Quella sensazione di morbidezza mi pervase tutto il sistema nervoso, Il suo profumo mi entrò nei polmoni. Si poteva dire che quella ragazza era una droga per il mio corpo, sentivo le vene piene di lei.
Ci separammo per riprendere fiato, lei però appoggiò subito la testa sulla mia spalla e iniziò a tremare.
Non capii inizialmente, ma quando sentii un singhiozzo di pianto, la abbracciai forte e cercai di calmarla in tutti i modi.
"Ohi Giu..tranquilla..che succede? "
"No..io..no..non.."
"Ehi ehi, calma.. Sfogati prima..lasciati andare adesso..sono qui."
Così pianse nel mio abbraccio. Da una parte poterla consolare era piacevole, ma vederla in quello stato, così afflitta, così debole, era stremante. Dopo essersi un pò calmata, si staccò da me, e sulla parte della maglietta dove si era poggiata, si era formato l'alone d'acqua per il suo pianto. Era un misto tra lacrime e c'era qualche macchia della sua matita.
"Oddio..scusa..non."
"Ahaha dai si lava, non è un problema.."
"Si, ma meglio ora e non che si asciuga che diventa più difficile.." mi tirava la maglia cercando di sviare le mie attenzioni.
"Hai..appena finito di piangere..è più importante la maglia o mi racconti cosa succede?
"...la maglia?.. " mi guardava con questi occhioni lucidi in un visino dolcissimo.
"...parla stupidina.."
Ci sedemmo sul divano nel suo salone, sempre tenendoci per mano, non ci lasciammo nemmeno un secondo.
"Allora..da dove vuoi iniziare?"
"..Mi dispiace per prima..per lo sfogo.."
"Ehi..sono qui, se vuoi sfogarti..puoi farlo"
"Okey..
allora..oggi..all'uscita..
non so se ne sei al corrente..ma Chris..è.."
"Suicidato. Si..l'ho sentito."
Abbassò lo sguardo e iniziò a guardare il vuoto come se avesse la scena lì davanti a lei.
"Appena sono uscita, ho visto il suo corpo a terra...ho i visto i suoi occhi ormai vuoti..il sangue... attorno a lui.."
Riprese a Tremare.
"Poi tu sei scomparso...e quando ho sentito che un ragazzo si era buttato.. io credevo...che tu fossi finito in un altro casino.."
Tremava tantissimo mentre i ricordi di quella mattina affiorano, iniziò a perdersi tra le paranoie.
"No piccola, sono qui. Con te..
e sto bene.."
"Addy..ho avuto il terrore di perdere pure te..mi sta capitando di tutto ultimamente, e se tu fosse successo qualcosa, non l'avrei sopportato.
." le cadde una lacrima.
"Non me ne andrò...No! È un momento buio per te, e io non ti starò lontano.."
mi avvicinai al suo orecchio, facendomi spazio tra i suoi capelli e gli sussurrai:
"Non ti lascerò mai sola Giuly" per poi baciarla sulla guancia
Mi strinse le mani, sembrò quasi che ebbe i brividi.
"Oh Addy.. per fortuna stai bene.. e grazie di essere qui...
io non sapevo a cosa pensare, mi stavo facendo prendere solo dall'ansia, invece sto meglio adesso..Grazie a te"
"Non ringraziarmi " gli sorrisi dolcemente chiudendo gli occhi
"ma se non posso scusarmi, non posso ringraziarti...Cosa posso fare?!" Mi disse con voce quasi sarcastica.
"Beh..io un idea c'è l'avrei.."
Mi avvicinai ancora e la baciai. Amavo troppo la morbidezza delle sue labbra, il loro sapore, la maniera in cui si incastra andò con le mie. Avrei potuto baciare
per ore, di continuo. Lei sorrise, poggiò le mani sul mio petto e pian piano ci sdraiammo sul divano. Ci baciavamo, accarezzava, stringevamo l'uno con l'altro, ci guardavamo negli occhi, lei si perdeva nei miei, privi di colore se non quel grigio, e io nei suoi, con tutte le sfumature dal celeste al verde, confusionali come i suoi sentimenti e i pensieri.
"Si ma..questa macchia..se non la lavi ora..non si toglierà più"
Sbuffai, era incredibile..rovinare un momento simile per una stupida macchia!
"Dai..vieni sopra che la metto in lavatrice e non ti scoccio più.."
Salimmo al piano di sopra, ed entrai nella sua stanza. Aveva le pareti viola, un comò viola e un grande armadio bianco. Il letto messo al centro della stanza con le lenzuola, guarda un pò, viola. Doveva proprio piacergli quel colore per aver fatto tutta la sua camera così.
"Okey..ora..levati la maglia così la metto a lavare.."
La levai a suo comando, e quando mi vide a petto nudo..quasi dimenticò di prendere la mia maglia. Chissà se si sarebbe abituata al mio corpo, o avrei dovuto aspettarmi quella faccia incantata ogni volta.
"Beh...se volevi vedermi così..potevi solo chiedere eh..ahah"
"Eeh....Eh? Cosa?! Ma da qua è zitto.."
Si girò verso il corridoio e si diresse verso il bagno. La seguii.
Entrata in bagno, mise la maglia in lavatrice, regolò la temperatura e la accesse.
La presi dai fianchi e lei si spaventò. Probabilmente il rumore di accensione della lavatrice aveva coperto i miei passi.
Si girò verso di me, mi guardo negli occhi e mi sgridò:
"Certo che tu sei proprio.." poi mi guardo ancora dalla testa ai piedi" tu..sei.."
"..sono?"
La guardavo in maniera accattivante, mentre la portavo sempre più vicino a me
"Tu...sei...." si morse il labbro di sotto, mentre i suoi occhi facevano intendere chiaramente i suoi pensieri.
La presi in braccio, lei si avvolse con le gambe e le braccia.
"Sai cosa mi piace di te adesso?"
"Mmh.. sentiamo.."
Gli presi le labbra con i denti e le tirai senza fagli male
"Queste..ma non è l'unica cosa che voglio mordere"
Lei sembrò accendersi per un semplice morsetto al labbro. Lì, arrossirono le guance e le sue labbra diventarono più rosse del fuoco. I suoi pensieri sembravano spariti e la sua voglia più nascosta prese il sopravvento. Mi graffiava e stringeva la schiena. Mi baciava con più foga, più "aggressiva". Riuscivo a tenerla in braccio ma sbatteva tra le pareti del corridoio,Ogni volta che colpivamo il muro, aumentava la voglia dell'altro. Questo ci portava verso la camera da letto sua. Lei mi buttò sopra di esso, ma mi ci sarei buttato anch'io.
Ormai era chiaro che io volevo il suo corpo e lei il mio. Lei si tolse la felpa, rimanendo in intimo, io feci lo stesso con i miei pantaloni. Ormai si fece Notte. Erano le 23 passate. L'amore in quel momento non fu solo detto in un Ti Amo, ma i nostri corpi nudi stretti l'uno all'altro lo facevano uscire da tutti i pori. Quasi come se ci fossimo liberati di un peso, come se avessimo sempre voluto farlo ma frenati dall'universo, Le Lenzuola sapevano di noi, c'era il nostro odore che inebriava la stanza.
Passai la notte lì. Nel suo letto, con lei stretta nelle mie braccia, con le gambe incrociate con alle sue, i miei capelli arruffati e i suoi spettinati. Inutile dire, che raggiunse l'apice della sua bellezza quando, dopo aver l'ultimo grido di piacere, crollò sudata e ancora eccitata su di me per poi riprendere fiato pian piano con la testa sul mio petto. Per poi, senza dirci nulla, cadere nel sonno insieme.

La Mattina dopo. La Svegliai con un bacio dicendogli:
"Buongiorno Amore"
Lei prima si stiracchiò un pò, poi sorrise e ricambiò il bacio.
"Ciao Addy mio.."
Scendemmo a fare colazione, lei si mise la stessa felpa larga. Mi portò una maglia del padre abbastanza larga e un pantaloncino. Ci facemmo due toast con del succo d'arancia. Avevamo perso tutte energie in quella notte e dovevamo recuperarle in qualche modo.
Ora, Nulla aveva importanza. Perché ero felice con lei e soprattutto, Lei era tornata Felice.

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