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Jaeden uscí da quella casa senza neanche rendersene conto,lasciando il signor Oleff a contorcersi per terra come un bambino che fa i capricci. Ma il moro sapeva che il pianto dell'uomo era qualcosa ben lontano da un capriccio e che lui, in quel momento, era molto vicino dall'avere quella stessa reazione.

Scese dal portico e si ritrovó nel vialetto, il viso pallido più del solito rivolto verso il bosco. Non pensò di stare impazzendo, in cuor suo sapeva che sarebbe stato inutile chiederselo.

Blue é il mio amico immaginario

Blue é Wyatt

Wyatt é morto

E poi?

Jaeden sapeva che mancava un singolo ed importante pezzo del puzzle e in qualche modo sapeva dove trovarlo. Cercò di trovare la lucidità che lo aveva abbandonato poco prima, prese la torcia dal capannone del suo giardino e sfrecciò tra gli alberi.




Quando raggiunse la Ghiacciaia le sue gambe e braccia erano già state graffiate da diversi ramoscelli, ma il bruciore era leggero e l'adrenalina era così accecante che il moro neanche se ne accorse. Anche se c'era andato quello stesso pomeriggio con Wyatt gli sembrava un'eternità prima. Illuminò l'area in silenzio, riprendendo fiato.

La Ghiacciaia sembrava solo un semplice pozzo, eppure Jaeden non poté non immaginarsi il pianto provenire da lá sotto. Gli sembrò così reale che ci guardò dentro ed illuminò il fondo, ovviamente non trovandoci nessuno.

Sì dice che quando é stato trovato la sua pelle era diventata blu.

Quel ricordo lo fece rabbrividire ed indietreggiare, facendogli anche ricordare del perché era andato lassù.

Dove poteva essere Wyatt?

La mano di Jaeden si mosse in automatico e puntò la torcia verso il vecchio nocciolo nella quale Wyatt si era arrampicato.

-Wyatt? Sei lassù?- chiese cauto, non ottenendo risposta. Avrebbe dovuto lasciar perdere, eppure si avvicinò al tronco ed illuminò la cima del nocciolo.

Non lo avesse fatto: notò un foglio comodamente poggiato tra i rami. Un foglio familiare. Il vento sembrava non infastidirlo e ciò fece intuire a Jaeden che non si trovasse lassù per caso.

-Wyatt?- chiamò di nuovo, invano. Deglutì e si rese subito conto che l'unico modo per ottenere delle risposte era scalare quell'albero proprio come aveva fatto il riccio. Posò la torcia a terra e la posizionò in modo da illuminare tutto il nocciolo, iniziò a posizionare mani e piedi sui pochissimi punti disponibili. Cercò di ricordarsi al meglio il percorso che aveva fatto Wyatt.

Non guardò giù, neanche per controllare i punti adatti per incastrare la punta dei piedi.

Quando arrivò in cima ritornò a respirare e si mise seduto tra le robuste diramazioni. L'area illuminata era ancora deserta, nessuna traccia di Wyatt o altro, quindi Jaeden non perse tempo.

Allungó la mano verso il foglio, se lo portò davanti agli occhi e qualcosa dentro di lui si ammorbidì.

Era il disegno di Blu, il disegno che cinque anni prima aveva dato inizio alla loro amicizia. Era perfetto, non aveva neanche una piega o uno strappo.

-Lo facesti il giorno del tuo nono compleanno- la voce di Wyatt era così vicina che Jaeden riuscí a sentirsi il suo respiro addoso. Si girò verso la fonte e vide il ragazzo, seduto su un ramo abbastanza fino da potersi spezzare. Con una persona in carne ed ossa sarebbe stato impossibile non romperlo subito sotto il suo peso ma Wyatt sembrava importoreo, leggero.

Sorrise a Jaeden, il moro non avrebbe visto più niente di così bello in tutta la sua vita.

-Wyatt, penso che tu mi debba dare una spiegazione-

-E te la darò-

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