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-Porca puttana ragazzi, ditemi se quel pazzo lassù non è Jaeden- la voce di Finn arrivò forte e chiara tra gli alberi silenziosi, la luce di cinque torce si raggrupparono sotto al nocciolo. Era passato così tanto tempo che la luce della torcia di Jaeden aveva iniziato ad essere molto più fioca, ma questo non aveva portato il moro a scendere dal nocciolo. I suoi genitori si erano accorti della sua assenza da ore ed avevano chiesto aiuto alla polizia per cercarlo. Gli amici di Jaeden avevano insistito per dare una mano e...eccoli là.

-Jeremy, chiama il signore e la signora Liebeher- Sophia illuminò il ramo sul quale Jaeden stava appollaiato. Il suo viso spaesato e distrutto si posò sul gruppo di amici mentre Jeremy si allontanava per fare uno squillo alla signora Liebeher.

-Jaeden, come sei riuscito a scalare il nocciolo?- chiese Chosen, mentre Jaeden si faceva coraggio ed iniziava a scendere.

-Più che altro perché mai ti sei dimostrato così tanto idiota da farlo a quest'ora senza dire niente a nessuno?- Jack gli diede un leggero pugno sulla spalla quando il moro raggiunse il terreno, ma lui non rispose. Il suo sguardo era fisso sulla Ghiacciaia, così grottesca e silenziosa che sembrava dirgli che ormai era tutto finito. Era stata lei a rubare Wyatt al mondo.

-Cos'hai là?- Finn indicò il disegno ripiegato che Jaeden aveva in mano. Lo stava tenendo stretto al petto, come per proteggerlo, come se fosso tutto nocivo per quel foglio di carta così tanto importante per lui. Eppure il ragazzo si fece coraggio e lo porse a Finn, guardando da tutt'altra parte come se si vergognasse di ciò che stava facendo. Anche gli altri circondarono Finn, curiosi di vedere ciò che aveva reso Jaeden così strano e triste.

-Hai ritrovato il disegno di Blue?- chiese Jeremy spaesato quando Finn aprì il foglio piegato -Di notte? Sopra il nocciolo?-

Fosse stato solo quello il punto, mio caro e vecchio Jeremy.

Tutti quanti si girarono verso Jaeden, che si ritrovò ad annuire. Il suo sguardo arrossato iniziò ad essere un po' più vivo, un po' più presente.

-Ricordate quello che vi ho detto a scuola lunedì? Di quel ragazzo di nome Wyatt?-

Tutti gli annuirono, cominciando anche ad essere parecchio allarmati

-Quel ragazzo se ne é andato per sempre, proprio davanti a me.- si limitò a dire lui, non curandosi della confusione che sarebbe arrivata di lì a poco da parte del suo vecchio gruppo di amici.

Lo guardarono con occhi confusi, ma non fecero domande. Gli occhi di Jaeden parlavano da soli e sapevano che delle domande non avrebbero ottenuto una buona risposta in quel momento.




I suoi genitori e la polizia li raggiunsero qualche minuto dopo. Sua madre provò ad essere arrabbiata, ci provò davvero, ma gli occhi distrutti del figlio la fecero crollare subito dopo il primo accenno di rimprovero. Nessuno sapeva ancora cosa fosse successo a Jaeden quella sera, ma tutte le domande vennero posticipate per il giorno dopo. Tutte le persone che avevano dato un contributo alla ricerca si raggrupparono lì, nella piccola radura della Ghiacciaia, con le luci rosse delle sirene della polizia che facevano luce. Una coperta era stata messa sulle spalle del ragazzo, che passava il suo tempo a guardare il cielo e le foglie arancioni degli alberi.

-Hey ragazzo- una voce familiare lo chiamò, portandolo ad abbassare lo sguardo verso un imbarazzato signor Oleff.

Aveva una torcia in mano, cosa che fece capire a Jaeden che anche lui aveva aiutato a cercarlo. Si fissarono per un secondo, poi l'uomo decise di avvicinarsi a lui con un grugnito. Sembrava solo un uomo anziano molto affaticato e preoccupato, ma Jaeden sapeva bene che dentro di lui in quel momento c'era un uragano di brutti ricordi legati a quel posto. Il posto che gli portò via Wyatt tanti anni prima.

-Volevo chiederti scusa, so che é colpa mia se sei scappato di casa-

-Beh no, non proprio- disse Jaeden, stringendo ancora di più la presa sul disegno. Sapeva bene quello che doveva fare e lo avrebbe fatto, anche se ne era riluttante.

L'uomo si accigliò e lo guardò con ancora più curiosità di prima. Forse non si era aspettato quella risposta.

-Cosa vorresti dire?-

Jaeden si avvicinò titubante e fece ciò che più gli stava difficile: gli porse il disegno. Il signor Oleff lo prese con davvero tanta delicatezza, e appena pose lo sguardo sul ritratto di suo figlio, morto tanti anni in quello stesso posto, liberò un verso sorpreso e avvilito. Gli occhi venosi tornarono a guardare il ragazzo con uno sguardo che sembrava implorare una spiegazione.

-Ho fatto questo disegno il giorno del mio non compleanno...- iniziò a raccontare Jaeden, non fermandosi più.

Quella fu la prima volta che qualcuno venne a sapere di come Jaeden Liebeher aveva incontrato Wyatt Oleff, morto molti anni prima.


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