La villa pompeiana

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Si era salvata. In qualche modo era sfuggita al disastro, alla lava, ai lapilli, ai gas mefitici: era la in tutto il suo intatto splendore, la domus romana, coronata dal doppio porticato, illuminata dalla vasca di un tenero azzurro. 

Il professore La Farina trattenne il fiato, ammirando quel ripetuto miracolo, un pezzo di mondo romano perfettamente riprodotto,preso pari pari dall epoca dell imperatore Tito e trasportato nel Sogno Americano del ventesimo secolo!

Spesso all'alba si svegliava angosciato, con il terribile dubbio che quella fantastica domus fosse svanita,assieme ai tesori  in essa contenuti ,pure oggi il ben noto terrore l aveva buttato fuori dal letto

Attraversò il porticato, entrò nella basilica,una perfetta riproduzione di una basilica romana e il nodo dell angoscia si sciolse:erano la,non era stato un sogno eroico, al centro dell'altare c erano i due giganti purpurei, che sembravano palpitare, sotto le luci soffuse che li ammantavano. 

Due uomini, due messicani, all'apparenza, gemelli tra l'altro, si attardavano davanti all'ara, uno di loro teneva afferrate per le zampe due tenere colombe, bianche, le povere bestie si contorcevano scarruffate ,ma l altro astante, con un gesto deciso, le sgozzò entrambe, il sangue sgocciolò sull'ara, il professore approvò con un cenno. 

Non il padrone, non il pater familias:egli entro' come una furia,incerspicando nella toga,una vera toga romana ,bordata di porpora;il professore riconobbe il serpente dell eden,il miliardario americano ,colui che voleva vivere  come un senatore romano e che entrando nel sacrario ,per prima cosa si raddrizzo' la dentiera ,ingiallita ad arte, poi, si ravvio' i prosaici capelli rossi ,made in USA,ma sopratutto si avvento' come una furia sui due incolpevoli indios

"Come osate"grido' tra un rivolo di saliva ed un altro di muco,"secondo voi sono sufficenti due misere colombe da offrire ai miei Dioscuri"?

I due messicani lo guardarono con muta incomprensione

 Altri tre uomini entrarono trascinando un povero torello, un essere albino, troppo pasciuto: 

la bestia fu sgozzata sull ara di marmo, e adesso il sangue scese a torrenti, mentre la bestia con le corde vocali tagliate, non poteva neanche urlare il suo strazio.

Il possidente sembrò soddisfatto, salutò solennemente i suoi ospiti di bronzo

Sparì tra le colonne di marmo orobico.

Il professore cercò di consolare i due messicani contusi:

-sarà un grand'uomo costui, ma quanto è ignorante! questi, disse indicando le due statue non sono i dioscuri, sono Ettore ed Achille, uniti dopo la lotta, in una gloria eterna 

Poi tacque ,parve ripensarci,e ,sempre rivolgendosi ai due catatonici indios,si profuse in ampollosi distinguo

"Certo" bofonchio'"c e' la remota possibilita' che si tratti di Eteocle  e Polinice,sventurati figli dello sventurato Edipo"mormoro' perplesso

E cosi' cogitabondo esamino' una volta ancora il fulgore di quei pettorali e le chiome inanellate e la fuga dei possenti quadricipeti e gli avambracci colmi di plastica classica bellezza e le barbe piene di maestosita' e......

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