il re della montagna

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Poi fu notte.

E poi di nuovo mattina

Limpida mattina

Guardando in su,Atal  vide un volto amico:era Caraceni

Parlava Caraceni ma Atal non riusciva a capire il senso delle sue parole,nella sua mente

ormai c era il linguaggio degli adorni

Poi qualche brandello di frase arrivo' alle sue orecchie:

"Atal" gridava Caraceni" ti ho portato dell acqua ed una coperta e del pane,ma sopratutto delle bustine di sale,sarai disidratato percio 'mangia il sale e bevi l acqua,bisogna tener su la pressione del sangue!oppure collasserai

Atal gli grido' di rimando:

"Giobbe Pontillo! perche' permetti al nano siciliano di farmi questo"?

La risposta tardava ad arrivare,ci fu una specie di pausa,un silenzio gravido di qualcosa,ma di cosa? ecco sapeva di strazio quel silenzio,ma perche?

Poi Caraceni rispose:

"Atal? considera che Esau' e' nano ma non e' siciliano!

Poi fu di nuovo notte

E le belve fruscianti riapparvero,Atal le guardava intimidito:erano in tre,ma sicuramente il capo era il piu' grosso di loro,quello che aveva i rostri piu' acuminati

"Chi siete cosa volete?"urlo' loro

IL piu' robusto degli adorni, quello col becco piu' tagliente gracchio' al suo indirizzo

"Siamo la risposta alle tue domande,domanda Atal ,dimmi cosa vuoi sapere,hai diritto a tre domande

Atal non se lo fece ripetere ,fremeva d impazienza  percio' domando',

"dimmi trascendentale volatile,dimmi perche' mio fratello gemello e' morto mentre io sono vivo?

L adorno sfioro' con le sue gigantesche ali i bordi delle rocce iridiscenti,ci furono scintille

"tu sei vivo " gracchio'"perche' sei forte ,ed avido di vita ,anche se non lo riconosci,lui non lo era,e per forte non intendo solo robusto ,ma agile, intelligente ,motivato! tu perseguivi la vita mentre lui se la faceva sfuggire"

Atal chino ' la testa poi rilancio'

"E dimmi adorno perche' mio padre e mia madre non mi amano"?

L 'adorno trascino le lunghe piume nella polvere color ocra

 Il rapace stridette con forza

"perche" gracchio' "generare dei figli non vuol dire esserne i padri o le madri,,i padri sono altrove

"Devi cercarli"

"Ed essi ti troveranno"

Un alone di fuoco circondo' l 'aquila dei picchi la sua voce lacero ' l aria

"E adesso Atal ,combatti per la tua vita,io sono la vita,la vita ha rostri per straziare,becchi acuminati,combattimi con quello che hai,livore,rancore,speranza, altrimenti io,vita,faro' strazio di te!

Atal prese le coperte ,le fece a striscie e si bendo' gli occhi,le braccia,le gambe, i genitali. le mani

quindi cieco e furente avanzo'

"vieni vieni vita ti aspetto!"

Brancolo' vicino al dirupo,segui' con l' orecchio il fruscio delle piume, e alla fine ghermi' il

mostro alato,si dibatteva la bestia e colpiva con le sue armi acuminate ma Atal stringeva

stringeva!

Alla fine la belva ebbe un moto convulso, e la vita abbandono 'il corpo dell adorno,Atal si tolse la benda,grondava sangue:i due adorni superstiti lo raggiunsero e poggiarono ,vinti,il collo sulle sue braccia ripiegate:adesso era Atal il re dei picchi!

Atal continuoì a stritolare la bestia uccisa,il sangue sprizzo' e il ragazzo si strofino' quel liquido tiepido sul petto ,sulle braccia,  sulle gambe

Si addormento 'coperto dai grumi di sangue

i dioscuriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora