Romolo e Remo

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L'otto settembre era una giornata nera per Elia: non riusciva a dormire, la sua notte semi-insonne era popolata dalla campagna d'Africa! Gesu'! era stato l'unico periodo felice della sua vita, anche quando erano stati sconfitti, si erano potuti appoggiare all'onore integerrimo di Amedeo di Aosta, l'eroe di Amba Alagi. Anche se erano stati sconfitti a El Alamein, un qualche brandello di onore era rimasto loro. 

Ma il re! Maledetti i Savoia che erano scappati come ratti! Benedetta Mafalda di Savoia che unica della sua dinastia aveva saputo morire con decoro. Così Elia si trascinava per la caserna masticando amaro e maltrattando le reclute.

Ma quell'8 settembre fu diverso: aprendo le pratiche riservate trovò un'informativa incredibile e il suo cuore si aprì; si recò senza indugi dal suo superiore, il generale Graziosi. 

Il vecchio ufficiale, vedendolo, si sarebbe messo le mani ai capelli, se solo gli fosse rimasto qualche capello.

Elia salutò con modi militarmente ineccepibili:

- "Generale! Porgo i miei rispetti".

-"Dimmi Elia che altro succede"? rantolo' Graziosi

-Elia rimase sull'attenti.

-"Generale io penso senza posa all'onore dell'Italia"! 

-Il generale scosse la testa, ancora non si era ripreso dal brutale assassinio di Pietro Scaglione, suo compagno di studi, valente magistrato, e quelle fanfaluche sull'onore lo mandavano in bestia, comunque replicò con urbana sopportazione.

"E dimmi Elia come faremo"? 

Elia gli fece vedere l'informativa:

-"I nostri amici albanesi ci informano che due statue di grande valore sarebbero state trafugate da un miliardario americano. 

Graziosi sospirò sconcertato:

"-E che rapporto ci sarebbe tra queste statue e l'onore dell'Italia? Riposo Elia, riposo"!. 

Elia si rilassò poi aggiunse:

-"Si tratterebbe delle statue in bronzo di Romolo e Remo"!. 

A questo punto il generale smise di menare il can per l'aia, il cuore gli battè a 150 battiti a minuto, sussurrò: 

- "Due statue dici? e c'è modo di recuperarle queste statue"?

 Elia scoppiava di contentezza. 

"O con le buone o con le cattive le avremo generale!Mi autorizzate all azione  generale?

Il generale autorizzò.

Poi rimase meditabondo, forse un successo simile avrebbe messo in carreggiata la sua carriera, forse era il caso di andare a parlare con quell'ottuso democristiano che stava al Quirinale.

Si era il caso di andare.

Elia era euforico, finalmente un otto settembre come si deve, poteva fare pace con i ricordi, a parte forse quello degli Eritrei, centinaia di guerrieri seminudi che si lanciavano all'attacco davanti alla sua mitragliatrice: erano convinti che mettendo le dita dentro le canne dell'arma questa si sarebbe inceppata. 

Ne aveva falciati a migliaia.

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