Nella caverna 2

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Brandon sudava e vomitava. 

Sembrava che nessuno avesse a cuore la sua sopravvivenza. 

Era solo, nella caverna, a parte la discutibile compagnia dei dieci maiali, che di giorno in giorno sembrava che lo guardassero con crescente attenzione. 

Ma l'antro si aprì. un giorno, apparve il nano siciliano, e dietro a lui un elegante figuro vestito con un completo di Caraceni, un sacrosanto doppio petto che si lordava con le ragnatele della spelonca. 

Accanto a lui due candide suore, due virago, rubizze, apoplettiche. 

Le due donne, armate di spugne e spazzole pulirono Brandon, come se fosse un cavallo rognoso, poi, il Caraceni, allungò le sue candide mani e lo visitò, appoggiò i palmi, percosse il torace, ascoltò con lo stetoscopio, poi si rivolse al nano siciliano:

-come pensavo, questo giovane, è un immonda spugna, un coacervo di droghe, guardi le braccia, questa bestia non solo si è iniettato l'eroina, ma financo la cocaina, se soffre è per l'astinenza, sopravviverà? Non mi sento di assicurarlo. 

Le due virago, scoprirono le chiappe di Brandon, lo frugarono senza ritegno, il professore annuì:

-lo sapevo, questo animale ha fatto pure gli enteroclismi di benzidrina! Non c'è limite al peggio.

Il nano siciliano mormorò:

-possiamo dargli delle medicine?

Il luminare storse le labbra.

- Gli darò del valium e del catapresan, e le flebo, immagino che questa larva valga quanto oro quanto pesa, vi pagheranno in oro sonante, per la sua liberazione... 

Il nano siciliano sghignazzò:

-no professore, non ci pagheranno in oro ma in bronzo.



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