Capitolo 12 - L'ultima festa

4K 167 8
                                    


 Tutti hanno diritto alla felicità

Una volta a casa si buttò sotto la doccia, archiviate Huma e Aylin, sistemata la questione dell'agenzia, aveva bisogno di ripensare a quanto era accaduto in quelle ore con Sanem. Fabbri aveva tentato di ucciderla e Kemal l'aveva salvata. Lei gli era riconoscente e l'aveva sposato.
Era così? semplice riconoscenza? Oppure in fondo lo amava, certo un amore diverso dal loro. Loro avevano avuto troppi ostacoli, troppi problemi, erano stati troppo tempo lontani.
C'era comunque qualcosa che non tornava in quella loro storia, Kemal aveva a tratti un lampo quasi morboso negli occhi quando guardava Sanem, lei non aveva nei confronti del marito degli slanci di affetto...o forse sembrava a lui, forse avevano ragione i suoi amici e suo fratello - Non gli sarebbe mai piaciuto nessuno che fosse vicino a Sanem.
Adesso che la situazione di Fikri Harika era sistemata, Emre avrebbe fatto confluire la piccola Albatros ed i suoi clienti lì dentro e l'agenzia si sarebbe perfino consolidata. Galina sarebbe stata di nuovo con loro e il futuro dei dipendenti era più tranquillo.
Una volta usciti da Fikri Harika, lui e Sanem erano andati a bere un tè nel locale dove si erano incontrati la prima volta, in fondo era stato solo poche settimane prima eppure il clima fra loro era già cambiato. Adesso, dopo che si erano detti tutto avevano recuperato un po' di familiarità.
Lei era tenerissima, era rimasta zitta e sconvolta in macchina e poi una volta seduta davanti a un tè, l'aveva guardato e gli aveva detto "Can non ho capito, Huma non è tua madre? come? ma davvero Fabbri ha lasciato le sue quote ... a me?"
sorrise allo sbigottimento di Sanem, e le rispose "..sì, Fabbri le ha date a te. Ti arriverà una conferma nei prossimi giorni, la notizia è stata data a Metin dall'avvocato che sta sistemando i suoi affari. Mentre stavano approfondendo il caso delle quote ad Aylin è venuto fuori questo testamento. Forse aveva capito che lo stavano braccando ed ha voluto mettersi in pace la coscienza"
"Io non so che fare", lei era ancora incredula
"Non c'è niente da fare, Sanem, sarai una socia dell'agenzia e tornerai a lavorare con noi se ne avrai voglia"
"Se ne ho voglia?" aveva riso felice "ne ho moltissima voglia, non vedo l'ora. Sarà entusiasmante riprovare quella sensazione, sai, quando crei qualcosa che hai fatto solo tu. Mi capisci?" gli aveva detto con gli occhi che brillavano di eccitazione.
"Sì ti capisco Sanem, ti capisco benissimo" la guardò e rivide la ragazzina che mezzo ubriaca, nel bosco aveva trovato lo slogan per Compass.
"..però non so..." aggiunse lei
" cosa?"
" A Kemal non farà piacere, lui preferisce che io stia a casa, si sente più tranquillo"
"Sanem, Fabbri non ti può più fare del male, non sei più in pericolo. Se Kemal ti ama, la tua felicità sarà il suo primo pensiero...almeno sarebbe di sicuro il mio. Anzi lo è."
Sanem l'aveva guardato con ancora qualche dubbio negli occhi. Voleva farle coraggio: "Dai , dai vedrai che andrà tutto bene. Anzi faremo una festa, una grande festa per questa ritrovata unità dell'agenzia, Tu Emre, io, Deren, Cey Cey, Guliz, e tutti gli altri. Inviteremo i Clienti, zia Reminde mi chiede sempre di te. Che dici? socia?"
"...socia..." lei ancora non ci credeva e lo guardava con un misto di meraviglia e eccitazione
"...amica e socia...ti prometto che andrà tutto bene". Le disse baciandole le mani.
"e Huma? non è tua madre? che significa?"
"questa è un altra storia triste, mia madre, intendo la mia madre biologica, Samira, ebbe una relazione con mio padre, era molto giovane andava ancora all'università, lui aveva già la sua agenzia, rimase incinta ma la sua famiglia si sarebbe opposta in maniera categorica al matrimonio, fa parte di una famiglia araba molto in vista. Mi ebbe tenendo praticamente all'oscuro tutti, la loro relazione ne soffrì molto, forse erano comunque troppo giovani, lei non era pronta a fare la madre. Mio padre si era impegnato con Huma e la mia vera madre fu rintracciata dalla famiglia e costretta a tornare negli emirati. Io sono stato cresciuto da Huma, credendo fosse mia madre...poi la storia la sai.
Mia madre si è rifatta una vita, ha altri figli, quindi ho dei fratelli che prima o poi conoscerò. Quando è morto suo padre, mio nonno, un po' di anni fa, ha ripreso contatti con mio padre ma hanno deciso di lasciare tutto com'era. Lei mi ha seguito attraverso i suoi racconti e poi ha fatto per me quello che sai. Ecco la storia"
"Un'altra donna della tua vita che ti ha deluso, tradito in qualche modo...tua madre, poi Huma...e poi...io"
"No Sanem, no, tu non mi hai mai deluso. Sono stato impulsivo e se non fossi stato così orgoglioso e testardo adesso avremmo un'altra vita. Ma è andata così e non possiamo che andare avanti nel migliore modo che ci è concesso. Ti prego, smettila di piangere e non essere triste, eh"
Restarono un po' così, vicini e finalmente senza segreti. Ognuno doveva tornare alla propria quotidianità.
Lei aveva preso un taxi ed era tornata a casa, chissà se aveva già detto al marito la novità. La sua indipendenza era molto importante. Voleva che riconquistasse fiducia in se stessa.
Lui avrebbe assistito alla festa e poi se ne sarebbe andato, gli avevano proposto un libro fotografico sul Giappone. Era quello che gli ci voleva, riprendere la sua vita da fotografo, non avrebbe mai potuto ogni mattina vedere Sanem in ufficio senza poterla toccare o senza soffrire quando l'avrebbe vista tornare a casa da un altro uomo.
Dopo la festa sarebbe andato via, per un po' almeno finché non gli fosse passata.
Scacciò la voce interiore che gli diceva che non gli sarebbe passata mai e fece un gesto uguale a quello di Sanem. "Sono veramente irrecuperabile" si disse...."Dai Kopy andiamo a correre e dopo farò un'altra doccia...fredda...vediamo se mi passa...."

KEMALDove le storie prendono vita. Scoprilo ora