Capitolo 9 - La cena

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Ama il tuo sogno se pur ti tormenta (G.D'Annunzio)

Sanem dormì sonni agitati e al mattino la svegliò la chiamata di sua sorella " Sanem, buongiorno, dove sei? in genere a quest'ora mi avevi già chiamata!"
"mi hai svegliata, che ore sono? le undici??? non è possibile, sono andata a letto prestissimo ...come ho fatto a dormire tutte queste ore?"
"beh magari ieri ti sei stancata troppo, hai fatto troppi esercizi"
Sanem era perplessa ma in effetti era molto stanca il giorno precedente, anche se non pensava di aver fatto troppi esercizi, l'ultima cosa che ricordava era Kemal che le portava i suoi integratori.
"Dimmi Leyla che volevi?"
"Stasera siete a cena da noi. Tu e Kemal"
"Oh che festeggiamo?"
"niente ma ti sappiamo sempre a casa e noi con Ahmet usciamo pochissimo, se venite facciamo due chiacchiere"
"Per me va bene e penso anche per Kemal, ti confermo dopo",. Chiuse la chiamata con sua sorella, ma una vaga inquietudine le rimase appiccicata addosso per tutto il giorno, la testa un po' ovattata, la gola arsa. Forse, si disse, sto covando un malanno.

Si alzò e fece colazione svogliatamente, poi chiamò Kemal che fu felice di sentirla "Ciao tesoro, ben svegliata, stamattina quando sono uscito stavi ancora dormendo"
"Si in effetti mi ha svegliata una telefonata di Leyla altrimenti forse sarei ancora a letto, ma mi sento bene, solo un po' scombussolata dal troppo dormire"
"Devi ricaricare le pile, tesoro, resta a casa in relax. Lo sai che sono più tranquillo se ti so al sicuro in casa. Che voleva tua sorella?"
"Voleva invitarci a cena, possiamo?"
"Sanem non so se è il caso, ieri sera mi hai lascito mangiare da solo, pare quasi che tu non voglia stare con me, che non ti piaccia la mia compagnia"
"Che dici? No Kemal, davvero solo mi farebbe tanto piacere vedere Ahmet". Il marito sospirò, come se le stesse facendo una grossa concessione "Certo tesoro, andiamo pure se ti fa piacere. magari non faremo tardi..."
Chiuse la chiamata, ma una strana sensazione le rimase.
Quello che le serviva era uscire, e Kemal invece faceva di tutto per tenerla a casa, è una tua idea, si disse, vuole solo il tuo bene, e non ci pensò più.

Metin chiamò Can a metà mattina "Ehi fratello, avevi ragione, vendono. Huma però vuole diversificare, lei ha il 40% e Aylin il 20 che era di Fabbri, cioè le tue vecchie azioni e quelle di tuo fratello, vogliono scendere al 51%, quindi venderanno solo il 9% ma preferiscono avere due piccoli azionisti di minoranza, pensano forse che sarà più facile gestirli.
" il 9 non gli basterà a coprire le perdite"
" Che vuoi fare, allora?" gli chiese l'avvocato
" Vada per il 9%, comprale. Andremo avanti con il piano B, sarà ancora più divertente. Per l'altra faccenda sei sicuro?"
" sicuro al 101%" lo assicurò l'amico
" Perfetto allora piano B e tieniti pronto domattina. Sarà una giornata storica."
" eh fratello spero di non averti mai come nemico"
" Mai Metin, mai. Dammi conferma se va tutto come deve andare. Ci sentiamo dopo. Buon lavoro."
Can era decisamente ottimista, finalmente le cose iniziavano ad andare nel verso giusto, la sua giustizia presto sarebbe stata fatta.
Chiamò Emre "E' per domani fratello, tieniti libero ci saranno sorprese. Hai fissato la cena? Verranno? Perfetto Emre, perfetto, stasera a cena. Ok Leyla non sa niente, sarò lì con la scusa del lavoro"
Perfetto, pensò, perfetto:"Kopy! dai ragazzo andiamo a correre" e Kopy non se lo fece ripetere due volte.

Quando Sanem e Kemal arrivarono a casa di Emre la tensione fra loro era ancora palpabile. A Sanem non era piaciuta la reazione di suo marito al fatto che lei fosse andata a letto presto ma si sentiva abbastanza in colpa per averlo fatto solo per andare a sentire la voce di Can che raccontava le favolette alla radio.

Si era scusata col marito quel mattino adducendo la sua maleducazione per averlo lasciato in pratica da solo a finire il dessert al fatto che in effetti aveva chiesto troppo al suo fisico.
Lui era stato gentile e comprensivo ma aveva insistito perché rimanesse lì, a casa. Le aveva poi fissato un massaggio rilassante e poco dopo era arrivata la massaggiatrice che l'aveva fatta rilassare, almeno fisicamente.
La sgradevole sensazione che suo marito avesse però esagerato era rimasta.
In ogni caso aveva accettato di andare a cena da Leyla, almeno non sarebbe rimasta sola con lui.
Quando entrarono Emre li accolse
"Benvenuti, prego accomodatevi"
" come stai Sanem, ti vedo in splendida forma"
" Ciao Emre, oggi mi sento bene in effetti"
" e poi ha un vestito nuovo di zecca" si intromise Kemal
" è bellissimo Sanem" disse sua sorella sopraggiunta a quel momento "ti sta benissimo"
"è un regalo di Kemal, lui mi vizia troppo" rispose
La faccia di sua sorella però non era così rilassata, che succedeva?
Leyla la prese per mano e la portò con se in cucina "vieni sorellina dammi una mano"
"Allora la cena è in serio pericolo" disse Kemal con fare scherzoso
"Che succede Leyla? che hai? perché mi hai portato in cucina? che aiuto vuoi che ti..."
"Can è qui" la interruppe, parlando sottovoce
"Coosa? Can? perché?"
"si è presentato meno di un'ora fa con un affare urgente da discutere con Emre, si sono chiusi brevemente in studio e poi al momento di uscire Emre l'ha invitato a restare"
"dov'è?"
"è in sala con Ahmet"
"Devo andare di là, Kemal..."
"Kemal sa chi è Can e Emre è con loro, rilassati, hai l'aria di una che sta per svenire"
"Sto per svenire in effetti. Ucciderò Emre"
"Rilassati. Respira, tieni un po' di acqua"
Sanem prese fiato, si ricompose un attimo e poi sorrise alla sorella: "Presumo che dovrò abituarmi a queste situazioni, Can è il fratello di Emre, siamo gli zii di Ahmet, faremo cene e feste e lo guarderemo prendere il diploma insieme" le venne il magone.
"Non piangere, bevi l'acqua" la interruppe Leyla" tieni questo vassoio e andiamo a cena. Tesoro, solo Allah sa cosa ci riserva il futuro. Tu non avere paura"
"....ma perché cavolo tutti mi dicono di non avere paura?" disse Sanem mentre si incamminava verso la sala da pranzo con un vassoio di antipasti in mano "io decisamente non ho paura"
" ..di cosa dovresti avere paura tesoro?" le chiese suo marito prendendole il vassoio di mano "sei mia moglie non devi aver paura di niente" le disse, e accompagnò la frase con un breve bacio sulla fronte "Guarda, c'è un altro ospite a questa cena. Ricordi il tuo vecchio amico Can?"
Sanem lì per lì non lo vide. Era steso a terra, sul tappeto con Ahmet sdraiato sul petto, il bambino aveva preso confidenza con la sua barba che trovava decisamente affascinante tuffandoci dentro le sue manine paffute, anche tu la trovi affascinante, sentì dirle la sua voce interiore . Lei fece il consueto gesto con la mano "Zitta".
"Buonasera Sanem, perdonami se non mi alzo ma sono stato dolcemente messo KO da Ahmet. Dobbiamo conoscerci bene io e questo ometto"
Leyla corse a togliergli il bambino dal petto e Ahmet si indispettì moltissimo iniziando a piangere sconsolato.
Can si mise in piedi e andò vicino a Sanem, " benvenuta Sanem, ti vedo bene, non ti porgo la mano perché sono stato in terra" Poi rivolgendosi a Kemal gli disse " io e Sanem ci eravamo comunque già incontrati domenica in montagna, vero Sanem?"
"Sì".
Can si allontanò per lavarsi le mani e Kemal ne approffità per prenderla in disparte
"non me l'avevi detto, tesoro, ceh la'vevi incontrato" disse Kemal con voce dura.
"non so perché, non abbiamo parlato di quella uscita, mi sarà passato di mente, è stato solo un incontro con Ahmet e Leyla" lei era mortificata e si sentiva in colpa.
"fa niente cara, vieni siediti accanto a me" le concesse il marito con un'aria accondiscendente e lei si sentì ancora di più in colpa.
Si sedettero intorno al tavolo, Can le era proprio di fronte e ogni volta che alzava gli occhi dal piatto incontrava i suoi. In verità la cena scorse tranquilla, con grande sollievo di Leyla che era molto tesa. Can e Kemal iniziarono a parlare di viaggi, di foto, di luoghi lontani e misteriosi visitati e di loro avventure"
Non si capisce se si piacciono o se stanno per saltarsi alla gola, pensò Emre, sembrano due giocatori di scacchi e muovono le proprie pedine per arrivare alla Regina.
Sanem disse poche parole, annuendo o negando alle domande dirette che uno dei due a turno le rivolgeva
" sei stata poi alle Galapagos?" le chiese Can
lei mosse la testa in segno di diniego ma al suo " No..."
il marito la interruppe spiegando i tratti fondamentali delle Galapagos e come ci si sarebbe potuti arrivare e le specie animali che vi soggiornavano
"..ad esempio è un posto magnifico per la riproduzione degli Albatros..." disse Can con nonchalance e Sanem cacciò un piccolo urlo e lasciò cadere di colpo la forchetta nel piatto mentre Leyla quasi si strozzava.
Can in verità si stava divertendo a mettere quell'uomo in difficoltà, si capiva che non conosceva affatto sua moglie, sebbene la trattasse coi guanti di velluto.
Fu una cena a prima vista riuscita, c'era conversazione, brio, risate, ma per Sanem fu estenuante.
Non vedeva l'ora di poter andare a letto e chiudere quella prima uscita.
Can la guardava con uno sguardo che si augurava non trapelasse quanto la considerasse bella. Kemal aveva decisamente buon gusto o conosceva una buona commessa, pensò, il vestito che indossava Sanem, morbido, di un caldo color ocra le donava enormemente. Anche Kemal non era da meno, un fisico possente, capelli lunghi biondi, schiariti dal sole, un uomo che non si sarebbe detto un libraio ma uno sportivo, i suoi occhi verdi avevano un taglio delicato e i suoi modi tradivano un'educazione ricercata ed un grado di cultura elevato.
Continuava a non convincerlo, ma chiunque li avesse visti da fuori li avrebbe considerati una bellissima e felice coppia.
Bella coppia, che però non mi convince, pensò Can.
Decise che a breve se ne sarebbe andato trovando una scusa, Sanem era in tensione, lo capiva da come si toccava i capelli, da una certa rigidità nel corpo.

Trova una scusa e chiedi di andare a casa pensò Sanem... mentre Leyla invitava tutti a passare in sala , Ahmet era a letto, avrebbero preso il caffè comodi sul divano.
"Noi andiamo, niente caffè" proruppe Sanem " Kemal ti spiace? Sono stanca e mi sta venendo mal di testa"
Kemal aveva capito il gioco di Can, metterlo in difficoltà sul passato di Sanem, non era una gara pensò, non è un'asta dove vince il migliore. Sanem era sua moglie. Sua.
Si alzò e dette la mano a Sanem aiutandola ad alzarsi da tavola, "certo tesoro, andiamo a casa " le disse sfiorandole piano i capelli e passandole una ciocca dietro l'orecchio "ti porto a letto" e poi fece una cosa che non aveva mai fatto e che non avrebbe mai fatto per educazione e stile: la baciò. Un baciò a labbra aperte, le mise le mani sui fianchi brevemente e l'attirò a sé.
Sanem fu colta di sorpresa e non reagì, stava per farlo quando si rese conto che era suo marito quello che la stava baciando e non disse nulla.
Il tutto durò pochi secondi. Lei rimase come stordita da quella sorpresa.
I successivi minuti passarono in un lampo fra ringraziamenti, cappotti da indossare, borse da recuperare mani da stringere e abbracci frettolosi. Poi erano in macchina, soli verso la loro casa.

Can era rimasto al centro del salotto, immobile, senza fiato. Le braccia stese lungo il corpo, le mani strette a pugno.
Una fitta di gelosia feroce gli squassava lo stomaco."Emre, ti prego, dammi un whiskey doppio, velocemente".

KEMALDove le storie prendono vita. Scoprilo ora