E quindi uscimmo a riveder le stelle... (Dante)
Il cellulare di Can li svegliò qualche ora più tardi,
"Leyla? Sanem? Sì è qui, qui con me, sta bene. Dove? A casa dai tuoi? Urgente? No, va bene, certo, arriviamo"
Sanem si era completamente svegliata. Era sicuramente Kemal che la cercava e che aveva coinvolto mezza famiglia visto che lei non aveva il suo telefono con sè. Sarà stato a casa dai suoi a lamentarsi di come questa moglie lo aveva disonorato innamorandosi di un altro e chiedendo di poter essere libera di amarlo.
"Ti cerco qualcosa da mettere e ti accompagno".
"Can davvero non importa, lo affronterò e sarò decisa. Non posso vivere con lui. Non potrei mai"
"Faccio venire Metin a casa dei tuoi e ti accompagno" insistette lui senza arretrare di un millimetro,
"Can ..." stava per obiettare che gli abitanti del quartiere l'avrebbero vista arrivare con un uomo che non era suo marito vestita dei suoi vestiti, di prima mattina ed avrebbero fatto rapidamente le conclusioni, vere fra l'altro.
Non poteva disonorare i suoi.
"Sanem, so a cosa stai pensando, ci hanno fatto già troppo male queste ridicole tradizioni. Io verrò con te perché non abbiamo niente di cui vergognarci. Tuo marito dovrebbe essere linciato dai tuoi vicini. Non noi"
Le diede un caldo maglione e un pantalone di una tuta. Lei affondò nei suoi vestiti e nel suo odore e le sembrò una cosa così intima, così solo loro, che si sentì meglio al solo pensiero di stare tutto il giorno dentro quel profumo che voleva diventasse il suo. Legò i capelli, senza trucco con il viso solcato dai lividi e dai graffi. Pochi minuti dopo erano in macchina.
Arrivarono al quartiere, alla casa dei suoi, Metin li aspettava fuori, c'era la macchina della Polizia. Perché? i vicini erano tutti per strada a spettegolare, lei scese con Can e senza degnare alcuno di uno sguardo entrarono in casa.
C'erano i suoi genitori seduti al tavolo in cucina, Emre e Leyla in piedi e due poliziotti lì vicino. Come la vide sua madre si lanciò ad abbracciarla, sorridendo a Can, suo padre la raggiunse un attimo dopo e le chiuse nel cerchio protettivo delle sue braccia.
Sanem guardò sua madre e chiese "Ma che succede? Kemal mi ha cercata?"
Uno dei poliziotti le chiese "Lei è la moglie di Kemal Erkan"
"Sì"
Can aveva il terribile sospetto che adesso le avrebbero dato una notizia tragica, magari lui aveva sporto denuncia, o aveva commesso qualche crimine, in fondo era già colpevole della morte della sorella....le posò una mano sulla spalla.
Il poliziotto continuò con voce impersonale
"Stamattina suo marito è stato trovato senza vita nella vostra casa"
"Senza vita?" lei era scioccata
"Pensiamo che si sia tolto volontariamente la vita"
Lei rimase impietrita davanti a quella notizia, Kemal si era ucciso? Non poteva crederci, due lacrime le rotolarono sul viso, in fondo per alcuni momenti le era stato vicino, e in ogni caso le aveva salvato la vita con Fabbri.
"...ma come?..."
si mise seduta e il poliziotto le disse come lo avevano trovato, riverso con un bicchiere vicino, sicuramente veleno, un libro ed un biglietto . Avevano trovato la casa distrutta da una furia cieca e tracce di sangue nella camera adiacente, lui non aveva ferite così evidenti e loro non capivano di chi fosse quel sangue e dove fosse la persona ferita
"Ero io - disse, togliendo le scarpe e mostrando i piedi "... lui mi ha chiamata Fatima, non ragionava, non ho capito.... mi ha picchiata.."
e raccontò tutti i fatti.Can rimase accanto a lei tutta la giornata. Era sfinita, aveva dovuto raccontare tutto, due volte, era poi andata con la polizia a casa di Kemal e aveva visto il disastro che aveva combinato il marito.
Can e Metin furono di grande aiuto e le risparmiarono il carico emotivo di affrontare tutto questo da sola.
Metin ottenne dalla polizia di farla andare il giorno seguente a firmare la deposizione, senza aspettare delle ore seduta su una panca.
Venne fuori che Kemal aveva avuto vari incontri con un terapeuta di cui non sapeva nulla, aver causato la morte della sorella era stato il colpo finale su una psiche già provata da una infanzia violenta per colpa del padre. Era stata molto fortunata, le disse il poliziotto, uomini così sono molto pericolosi.
Can perse un anno di vita a sentire quale rischio avesse corso la sua Sanem e giurò di non lasciarla mai da sola.

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KEMAL
Fiksi PenggemarCan Divit, pur rischiando la vita, torna a Istanbul dopo due anni di lontananza quando scopre che Sanem si è sposata con un altro: Kemal Erkan. Chi è quest'uomo? Come si sono conosciuti? Che ruolo ha avuto Polen? E Huma è veramente sua madre? Pot...