close to me

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- Giuro mi è sembrato così strano che non mi abbia urlato contro nemmeno una volta! - Taehyung era sovrappensiero e narrava le faccende tutte alla rinfusa, sperando comunque di essere compreso almeno in piccola parte, - Perché poi dovevi vederlo quando le altre volte sgridava Hoseok, poverino, in confronto i suoi sbagli non valevano nulla - , - Io non ci ho proprio provato, ci ho rinunciato, capito? Sono un buono a nulla! - la gente si voltava pure a guardarlo, ma lui la voce mica aveva intenzione d'abbassarla. Erano più o meno le cinque del pomeriggio perciò la piazza vicino casa sua pullulava di gente, soprattutto mocciosi che correvano sugli skate e si sfidavano a fare i salti, ritrovandosi però sempre a terra con le ginocchia sbucciate e i palmi delle mani graffiati. Lui li odiava veramente i ragazzini così, che si credevano chissà quanto superiori agli altri compagni solo perché conoscevano l'equilibrio adatto per rimanere in piedi su una tavoletta di legno a quattro ruote, ma che poi ci facevano una figuraccia assurda a cadere ogni volta.

Lui da piccolo mica era così. Lui se ne stava sempre buono a giocare con la sua migliore amica del tempo, loro si portavano sempre una scacchiera nello zainetto e la aprivano per giocarci ogni qual volta ne avessero avuto l'opportunità. Si chiese quindi dove fosse finita anche quella ragazzina tanto carina e gentile, con il caschetto nero e gli occhi gigantissimi. Sperava che, se un giorno l'avesse rincontrata, avrebbe riconosciuto ancora quella sua gentilezza tanto meritevole di tutte le cose buone del mondo. Ma col tempo le persone vanno sempre a rovinarsi, e lui non ne faceva l'eccezione alla regola, lui si era rovinato un sacco, ma almeno lo riconosceva e se ne prendeva le responsabilità. O almeno una parte delle volte.

- Perché le persone si rovinano crescendo, eh Tannie? - Taehyung tirò appena il guinzaglio della sua cagnolina, come a spingerla a rispondere qualcosa, ma la cordicella che teneva stretto il collare di quel batuffolo marrone gli schiaffó la faccia, ché non era aggrappato proprio a un bel niente. - Tannie? - ripeté provando in qualche assurdo moro a farla rimaterializzare. Essendo una cagnolina così intelligente, si aspettava che minimo si fosse imparata pure a diventare invisibile.
Ma niente, il guinzaglio penzolava nel vuoto e lui si era ritrovato con la bocca spalancata e gli occhi tanto aperti da fargli male.

Non era uno che si impanicava tanto, alla fine, soprattutto se si trattava della sua Yeontan. Perché, di nuovo, quella era una creatura tanto intelligente da superare persino Taehyung in un test di matematica. E cazzo, lui in matematica era un genio. Perciò quello che più lo preoccupava in quel momento non era che Tannie venisse acciaccata da qualche macchina, quanto più che altro il fatto che fosse in calore. E si sa cosa succede se un cane in calore incontra altri cani. Sua madre lo avrebbe ammazzato, altroché.

Così, mai come aveva fatto prima, si mise a correre da matti, con la fronte scoperta per quanto il vento lo colpiva in pieno volto e già una stretta allucinante alla milza, manco avesse partecipato alle olimpiadi di atletica leggera. Ecco appunto, a lui tutta la bravura gli era capitata nei campi matematici, ritrovandosi a mani vuote in quelli sportivi. Dio, si ricordava ancora di quando a scuola la professoressa si fosse presentata un giorno con un circuito tutto capriole e salti fuori al campetto di scuola. Aveva così tanta voglia di spaccarsi le ossa che finse una storta alla caviglia. Ma quando quel demonio di un'insegnante gli si era avvicinata con l'intento malefico di sistemargli il danno con un "antico trattamento giapponese", lui col cavolo che si era fatto mettere le mani addosso. Appunto, anche per quanto riguardava la furbizia lui non ne aveva poi le tasche così tanto piene. Al termine dell'ora di motoria era in fin di vita, letteralmente.

Per questo dopo pochi minuti di corsa, si accasciò dolorante sotto un albero, le guance rosse per lo sforzo e le gambe a pezzi. Sentiva di star sanguinando da qualche parte, doveva essere per forza così. Non riusciva a capire nemmeno se era proprio Tannie quella tra le braccia di un ragazzo a pochi metri da lui. Vedeva solo un ammasso informe di peli scuri, più simile a una sfocata macchia marrone, e un naso a punta a dir poco inconfondibile.

- Taeyang? - il suo nome l'aveva sbagliato, ma almeno aveva avuto fortuna per le iniziali. Hongjoong si chinò verso di lui, con Tannie su un braccio e l'altro avvolto dal guinzaglio che teneva un altro cane, tutto nero e messo in tiro. Ma ovviamente la sua cagnolina era più bella. - Sono Taehyung - sorrise, anche se in verità stava digrignando i denti come un matto. Evidentemente non aveva fatto poi così tanto colpo se nemmeno riusciva a ricordarsi del suo nome.

- Oh, hai ragione - certo che aveva ragione, - Scusami - ma il sorriso che il viola vide gli tolse tutto l'astio, così ricambiò e si sporse per riprendersi la sua diletta amica, che subito prese a leccarlo su tutto il volto e anche sulle labbra, al che lui sputacchió schifato. - Ti va di bere qualcosa? - ma alla fine un po' di colpo l'aveva fatto.

Ben presto si ritrovarono a passeggiare per la periferia con due lattine tra le mani. Hongjoong aveva scelto una birra con l'aria di un duro che l'alcol se lo ingurgitava a colazione e Taehyung, per seguirlo a ruota e fingersi altrettanto duro, ordinò la stessa bibita. Ma, come poteva immaginare, ora si ritrovava a trattenere smorfie di disgusto girandosi ogni tanto dalla parte opposta al ragazzo. Non che non gli piacessero gli alcolici, tutt'altro, ma la birra a lui faceva veramente schifo. E quella sembra più schifosa delle altre.

- Cazzo quindi ti hanno preso? Che figata - il naso a punta si muoveva sotto le sue parole di meraviglia mentre Taehyung lo osservava con la bava che colava giù per il mento. Appena colse il ragazzo in distrazione, buttò la lattina mezza piena in un cassonetto poco distante da loro e ci sputò anche, nel cassonetto, per togliersi quel saporaccio dalla bocca. E proprio quando si rialzò per riaffiancare il ragazzo chinato a terra per accarezzare il cane, una coppia di ragazzi camminò davanti a loro. Lei era bellissima e se a pensarlo era uno come Taehyung, gay fino al midollo osseo, doveva esserlo per davvero. E accanto, Jungkook.

Nessuno dei due si decise a muoversi per un po', finché il viola lo salutò con un sorriso e l'altro si trovò a ricambiare a stento, riprendendo a camminare al fianco della ragazza. Sembrava sospettoso nell'aria che aveva. Taehyung sperò solo che la persona al suo fianco non fosse quel cosiddetto pezzo del passato del moro, Jiu.

spero non faccia tanto schifo
come a me sembra

you're in the band - kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora