tourniquet

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- Ma non aveva appresso un ombrello o, che ne so, una felpa da mettersi sulla testa? - Taehyung era da poco arrivato a casa Jeon, e quel rosso del bassista era venuto ad aprirgli la porta col solito sorriso abbagliante, nonostante le circostanze. Il giacchetto era zuppo e per poco, appendendolo con una mano sola all'attaccapanni d'entrata, gli allagò tutto il soggiorno. Poi poggiò una teglia sul primo tavolo che gli s'era presentato davanti. - Ma quale felpa e ombrello, figurati se un Kook tanto incazzato poteva prendersi la briga di coprirsi dalla pioggia - Hoseok stava togliendosi il maglione di dosso, quando il moro fece un verso di disapprovo con la testa immersa nel cuscino, quindi l'amico rise di rimando e si tolse pure i calzini. - Non capisco perché si è incazzato così tanto - Taehyung si frizionó i capelli con la sciarpa e poi si buttò sulla sedia da scrivania del moro, troppo andato per sgridarlo. - Yoongi l'ha lasciato a piedi perché non poteva più venirlo a prendere a scuola - allorché il viola formò una o con la bocca, comprendendo a pieno la situazione.

Jungkook nel frattempo se ne stava stravaccato sul letto, tutto raggomitolato con la faccia rivolta verso il basso e le mani a coprirli la testa, dolo qualche ciuffo sbucava fuori. La cosa che più faceva sorgere punti di domanda al maggiore era che la coperta cui era avvolto era rosa con la Sirenetta stampata sopra. - Non farti strane idee, è della sorella, gliel'ha rubata perché è la più calda che ha trovato in casa - ridacchiò Hoseok ritrovandosi davanti a quella buffa espressione addolcita del viola. Si vedeva che era proprio cotto, ma il rosso era troppo impegnato ad occuparsi del moro, per accorgersene.

- Che hai portato? - il rosso lanciò un'occhiata al contenitore che Taehyung aveva lasciato sul tavolo, coperto da più strati di carta, - Mia madre ha insistito nel farmi portare quella roba ma conoscendo bene come cucina, lo farà stare solo peggio - si riferí al malaticcio, - Cibo è sempre cibo - Hoseok prese la teglia e un piatto dalla mansarda, rovesciando il contenuto con un mestolo, ma facendo schizzare tutto il preparato sul tavolo.
Sentendo lo sgocciolare del liquido a terra, Jungkook si rizzó a sedere, mostrando ai due tutta la sua selvaggia capigliatura arricciata, il viso rosso e, non per ultimo, un adorabile coniglio di stoffa in grembo.

- Hobi, è da stamattina che fai solo casini per piacere vattene da qui! - ma alla fine il tono che ne uscì fu solo quello di un bambino cresciuto solo di corpo, e non di mentalità e modo di parlare. - Lo so Kook scusami tanto ma sono figlio unico, capiscimi - il rosso si passò una mano tra i capelli, sentendosi effettivamente in colpa di far sentire peggio il suo migliore amico, - E poi non posso andarmene, sono venuto qui solo per te - fece un mezzo sorriso al ragazzo che, in realtà, stava ancora ad occhi chiusi, - C'è Taehyung ora, puoi anche andare - Hoseok e il diretto interessato si guardarono mezzo straniti, pensando all'unisono che quel magenta doveva stare proprio male per poter dire una cosa del genere.
- Se proprio non mi vuoi qui, almeno vado a giocare con tua sorella - fece il finto offeso, ma Jungkook lasciò solo un sospiro remissivo con tanto di ricaduta sul cuscino, come essendosi liberato di un gran peso.

- Tae sentimi, io vado di sopra da Jis - intanto si prese le biglie che utilizzava come antistress, - Le medicine per l'influenza sono quelle nella scatoletta bianca a strisce blu in quel mobile là, poi quelle per il mal di testa hanno le strisce rosse - diceva velocemente, - Ma per ora ha solo bisogno di quelle in busta per il raffreddore, che sono esattamente nella scatola mezza gialla - Taehyung aveva perso il conto di tutte quelle scatolette colorate, - Ogni tanto avrà degli attacchi di affetto, non stranirti se ti si appiccicherá come una cozza sul suo scoglio - al che il viola alzò un sopracciglio con una sensazione di calore su per il petto, - Se hai bisogno di qualcos'altro, sono in cima alle scale, nella stanza con la porta aperta -.

Al cantante ci volle qualche secondo per annotare tutte quelle avvertenze nel cervelletto suo, con l'ansia di poter fare un qualsiasi passo sbagliato e magari sbagliare scatoletta e prenderne una verde al posto di quella con le strisce rosa. O forse erano blu? In ogni caso, lui tutte quelle paroline se l'era già dimenticate.
Ma col fratello Hyunjin che troppo era cagionevole, ne sapeva a palate di come si doveva curare un malato, che fosse di influenza, febbre, mal di testa o altro.
Almeno una volta ogni due settimane si ritrovava sbattuto in casa col fratellino nel letto, un termometro ficcato in bocca e uno straccio freddo e bagnato sulla fronte sudata. Col tempo si era pure imparato a cucinare la perfetta zuppa di pollo per farlo riprendere, tanto era il tempo che aveva a disposizione per apportare eventuali e necessarie migliorie e quel brodo nauseabondo che sembrava, facendolo piuttosto diventare la pietanza addirittura preferita di Hyunjin, tanto più perché preparato dal fratello maggiore.
Quindi, che fosse suo fratello o Jungkook, cambiava poco e nulla.

Solo non si ricordava più dove stavano le scatolette raccomandate, - Che ti senti? Hai bisogno di qualche medicina? - il viola fece qualche passo incerto verso il letto, fermandosi pochi centimetri da quella struttura in acciaio e quel broncio ammalato che lo guardava dal basso, - Non le voglio, stai qui - lo strattonó per la manica della maglietta facendolo sedere lì al suo fianco. Stare così vicino a Jungkook causò non poco subbuglio nello stomaco del viola, che se ne stava fermo a guardarlo riprendere il sonno con il coniglio stretto al petto.
Forse di differenze tra quel moro e il fratello ce ne stavano, e pure parecchie.

you're in the band - kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora