true colors

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- Non ce la faccio più, troppi esercizi! - Jungkook sbatté la fronte sul tavolo cosparso di fogli e libri aperti, la matita tutta mangiucchiata finì sul pavimento e lui lasciò un sospiro di pura e vera frustrazione.
Un'ora e mezza era passata. Tempo sprecato a copiare numeri su numeri e lettere su lettere. Francamente, a lui l'aritmetica faceva schifo. Non che fosse inutile, ma sapeva che nella vita, nella sua carriera, a lui non sarebbe servita a niente.
E manco a dire che non aveva capito l'argomento, semplicemente erano troppi esercizi da fare per il giorno a seguire. Compiti che avrebbe dovuto svolgere progressivamente durante tutta la settimana precedente, ma lui si ritrovava sempre all'ultimo a farli, con lo stress a fargli arricciare i capelli.
E ora stava ancora al solo sesto esercizio di una serie infinita.

- Smettila di lamentarti, io tornerei volentieri indietro nel tempo per tornarci, a scuola, dato che non ho manco potuto fare l'università - Yoongi fermò quel piagnucolio, abbassandosi la bandana fino al collo, - Una volta a lavoro rimpiangerai questi momenti - continuò con la voce di un vecchio saggio, manco avesse vissuto pesti e carestie.
- Facile a dirlo quando ormai a scuola non ci state più - Jungkook si rilassò sullo schienale della sedia di legno, che scricchioló di poco sotto il suo movimento, poi diede un calcio alla matita per terra, facendola rotolare fino al piede di Taehyung, il quale la raccolse e se la tenne in mano. Il moro lo guardò per pochi secondi, distraendosi in quel piccolo arco di tempo con quei jeans strappati all'altezza delle cosce.

- Io dó ragione a Kook, la scuola a me faceva proprio schifo, e i professori non apprezzavano mai il mio umorismo - Hoseok invece stava bello sdraiato sul divano del moro, con le mani dietro la testa e gli occhi puntati sulla tv che dava un programma di cucina per vecchie, - Ma alla fine tu hai un culo megagalattico, ché prendi voti alti pure se non apri mai libro - e a lui sarebbe piaciuta una vita semplice come quella del suo amico. Al suo contrario, il rosso aveva sempre preso voti bassi. Certo era perché non osava mai aprire libro, ma quegli stronzi dei professori dovevano pur avere un po' di compassione ogni tanto.

- Perché Kookie guarda sempre i documentari! Lo fa da quando era piccolo, me l'ha detto papà - una testa mora era sbucata da dietro il divano, facendo rizzare il busto al bassista. Jisoo si era nascosta lì già da tempo, ma nessuno l'aveva notata passare, e a lei piacevano tanto i discorsi che i ragazzi grandi facevano. Taehyung sorrise automaticamente quando vide quei denti a coniglietto ormai familiari. - Jis per piacere puoi andare di sopra? Dopo vengo a giocare con te - Jungkook, per niente sorpreso, la liquidò.
Però era vero quel che stava blaterando la sorellina. Lui amava tantissimo i documentari, di qualsiasi tipo, e ogni volta che ne aveva l'opportunità accendeva la televisione sul suo canale preferito, che dava diversi cortometraggi informativi. Quelli che lui amava di più erano sulle varie famiglie animali. Ma nessuno doveva saperlo, nemmeno il padre. Eppure era successo, tutta la sua famiglia lo sapeva, e ora anche i suoi amici.

- Mi avete rotto il cazzo a stare qui solo per farmi da genitori - il più piccolo del gruppo raccolse qualche foglio sbuffando, - Andate a provare le vostre parti, oppure rendetevi utili e scrivete un altro pezzo - e non era per fare il superiore, anche perché era lui solito scrivere i testi delle loro canzoni, ma in quel momento aveva troppo da fare e doveva pur far esercitare i suoi compagni, tanto più perché in quegli ultimi tempi stavano facendo schifo.
Ma quando tutti stavano per andarsene, fece giusto in tempo per bloccare Taehyung dal braccio, - Tu no, aiutami qua - e lo trascinò verso il tavolo pieno di numeri e calcolatrici.

Un po' scombussolato, il viola si mise a leggere la traccia di quelli che dovevano essere degli esercizi sulle funzioni goniometriche, cose che lui aveva totalmente rimosso dalla sua memoria, ma che ricordava di aver sicuramente svolto a scuola.
- Ma io queste cose non me le ricordo mica - con un'espressione da pesce lesso stampata sulla faccia, anche se voleva totalmente essere utile per quello schianto di ragazzo, - Ti sei diplomato l'anno scorso - gli ricordò Jungkook con una pazienza esorbitante.
Non lo capiva proprio come le persone potessero dimenticarsi così velocemente degli argomenti studiati a scuola. Lui si applicava poco, eppure le cose si aggrappavano alla sua mente senza alcuna resistenza, era totalmente inevitabile.

Notando come il viola s'era fatto muto di punto in bianco, si apprestó a tranquillizzarlo - Guarda questi che ho fatto fino ad ora, cerca di seguirli per fare gli altri - e gli presentò qualche foglio davanti gli occhi, pieno di scritte precise e curve e frecce e punti.
E parte di quel pomeriggio lo trascorsero in quel modo, svolgendo un esercizio dopo l'altro in modo meccanico e preciso, con qualche momento imbarazzante nel quale Jungkook beccava l'altro a distrarsi per la forte attrazione che ormai provava per quel leader.
Ma non erano di certo sguardi casuali, Taehyung se li era bene studiati per procedere col suo piano di conquista. Tutti i romanzi rosa che aveva letto raccontavano di storie iniziate con uno scambio di sguardi, e lui stava procedendo proprio in quel modo, guardandolo tra un calcolo e l'altro sperando di venir ricambiato per scatenare quella scintilla, che però no s'accese mai.

Il restante tempo, invece, lo trascorsero nella camera della sorella, poiché il maggiore non aveva poi così tanta voglia di tirarsela indietro. E, col cuore pieno di gioia, questo si era ritrovato a cantare dei pezzi di Madonna insieme alla piccola Jisoo, rivelatasi una sua fan proprio come il ragazzo. Così per un bel po' avevano preso a scivolare per il parquet di quella stanzetta con il giradischi reimpostato sempre all'inizio, per cantare le stesse canzoni in una sequenza apparentemente infinita.
Jungkook, invece, stava sdraiato sul letto della sorella a guardarsi lo spettacolino con un sacchetto di Skittles in pugno, cercando di non dar troppo peso a quella voce pop tanto familiare che ormai non riusciva a sopportare.

E anche quando avevano raccontato degli spezzoni personali, Taehyung sembrava avergli mostrato una parte più amorevole e genuina parlando del fratellino Hyunjin, e altrettanto fece Jungkook, sembrando tutt'altra persona quando era toccato a lui parlare della sua Jisoo. Venne facilmente a galla un punto che li accomunava, quello della grande stima che avevano nei confronti dei loro fratelli.
E fino a quel punto era stata solo una questione di pregiudizi, con l'impressione che uno era solo uno scorbutico figo, e l'altro un vanitoso con la voce da usignolo. Loro erano una versione migliore più di tutto quello. E forse l'opportunità potevano concedersela davvero.

Non avevo proprio voglia di scrivere
Spero che l'ispirazione mi torni presto
Sta quarantena deve diventare produttiva in qualche modo dai

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 08, 2020 ⏰

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