freak on a leash

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Stare al fianco di un Jungkook malato era una condanna per il povero viola, che doveva stringere i denti affinché non cedesse alla dolce bellezza del più piccolo. Erano passate poco più di due ore sole e lui già sentiva di non farcela più. Non perché si fosse stancato di prendersi cura del chitarrista, bensì appunto perché lui era uno che di controllo ne aveva poco, e vedere quel bel faccino imbronciato e dalle goti arrossate gli faceva venire tanta voglia di afferargli il volto di prepotenza e baciarlo fino alla sera. Oppure gli sarebbe tanto piaciuto ficcarsi sotto quella coperta rosa, abbracciare il moro- e magari poggiare la propria testa sul suo petto, come nei film e romanzi rosa- e starsene lì fino a farsi attaccare la febbre.

Per Taehyung era facile cadere ai piedi di qualsiasi ragazzo- lo ammetteva anche lui stesso- tanto che delle volte era successo di essere diventato una sottospecie di bambola di plastilina nelle mani di diversi manipolatori, che inevitabilmente avevano sfruttato l'amore che il ragazzo gli dava. Certo lui ci rimaneva male, ma sapeva che la responsabilità ricadeva sempre su sé stesso, perché era lui che permetteva ai ragazzi di fare quello che poi facevano. Quindi alla fine scacciava il broncio e andava avanti con la vita, sempre alla ricerca di un qualcuno che invece di manipolarlo riuscisse in qualche modo a renderlo più vero.
Non sapeva come Jungkook potesse muoversi all'interno di relazioni che coinvolgessero l'amarsi, si domandava spesso se era un tipo serio ed esigente anche con le sue conquiste, o se magari era come da malato, quindi appiccicosamente affettuoso e bisognoso.
Ma sapeva in fondo che forse non l'avrebbe mai scoperto- o almeno sulla sua pelle- e sapeva di doversene stare con le mani a posto, se non per scaldare quella disgustosa zuppa di pollo e dare eventuali pillole e gocce e medicinali al malato.

Taehyung si era ben preso cura del moro nelle ore a seguire che, nonostante lo straccio gelido sulla fronte, continuava a grondare sudore come un caprone, - Così finirai per prosciugarti - se la rise il viola prendendo per la millesima volta l'asciugamano bagnaticcio con l'intento di cambiarlo, ma quell'odoraccio gli fece un po' storcere il naso, quindi cambiò idea. Mentre Jungkook piagnucoló indispettito dell'improvviso distacco del maggiore, quest'ultimo se ne era andato in bagno per riempire una bacinella- che in realtà era un secchiello per costruire castelli di sabbia, senza ombra di dubbio di Jisoo- e tornare in camera con un altro straccio asciutto.

- Mettiti a sedere - ordinò al moro, che però non si mosse di una virgola, - Non ci riesco - bofonchiò Jungkook sul cuscino, schiacciando il coniglio di pezza col petto. Allorché Taehyung si avvicinò e prendendolo per le spalle lo aiutò a girarlo e fargli alzare il busto, - Ti devi almeno lavare con questi, puzzi - schietto schietto gli mostrò il secchiello riempito d'acqua tiepida, ma il più piccolo si ributtó a peso morto sul materasso, spiaccicando tutti i capelli sotto la testa e facendo scoprire la fronte, con qualche ciocca ancora appiccicata per colpa del sudore.
- Se proprio ti dà fastidio fallo tu - e Taehyung si ritrovò a spalancare gli occhi incredulo, iniziando a guardarsi attorno come se i poster potessero dargli la conferma di quel che moro avesse appena detto. E inevitabilmente si era ritrovato a pensare a se stesso che strofinava un asciugamano sul torso scoperto del minore.

Scacciando quel veloce pensiero stupido, si schiarì la gola e gettò lo straccio nel secchio, facendogli assorbire un bel po' d'acqua, per poi arrotolarlo e strizzarlo tra le mani, mentre Jungkook lo guardava dall'alto, come a squadrare ogni suo movimento. Al viola parve di vedere un briciolo di quel chitarrista pignolo di sempre nel suo sguardo vigile, ma non ci fece tanto caso. Così si rialzò e prese il polso chiaro del minore, cominciando a passare l'asciugamano umido su quella pelle tanto liscia e appiccicaticcia, evitando in tutti i modi gli occhi attenti dell'altro.

L'atmosfera era insopportabile e a Taehyung, ora arrivato al collo e alle clavicole mezze sporgenti alla maglia, tremavano le ginocchia. Non che fosse un ragazzo vergognoso a stare a stretta vicinanza con un altro, ma quello era pur sempre Jungkook, e avrebbe fatto sentire in imbarazzo anche un tipetto sicuro come il viola. La sensazione che fosse tornato il chitarrista acido e stronzo era tanto vivida da farlo destabilizzare di un poco, ma rimaneva il fatto che il Jungkook di sempre non gli avrebbe sicuramente permesso di toccarlo in quel modo, quindi prese qualche altro respiro profondo e tentò di calmarsi.

- Non mi guardare così - ci aveva pure provato a ignorarli, ma quegli occhioni continuavano a ispezionarlo a fondo manco fosse un compito di matematica, e non ce l'aveva fatta. Jungkook scrollò lo spalle e decise di non guardarlo più, spostandosi al fuori della finestra, che non era poi così soleggiato. Era quindi arrivato il turno di Taehyung, per osservarlo, sfruttando quei minuti di disattenzione del più piccolo per squadrargli quell'espressione che si teneva in volto da un po'. Le sopracciglia stavano sempre aggrottate, le labbra rivolte verso il basso e gli occhi stanchi. Non sembrava solo ammallato.
- Sei gentile - forse il maggiore aveva appena avuto un'allucinazione, ma la bocca di Jungkook che si muoveva gli dava la conferma che era stato proprio lui a parlare, a pronunciare quelle stranissime parole.

- Come va avanti la festa senza di me, ragazzi? - la voce sempre urlante aveva Hoseok, anche quando si era presentato nella stanza dell'amico come un tornado, con delle macchie nere sulle palpebre e un rossetto blu sulle labbra e sui denti, - Meravigliosamente - Taehyung rispose per entrambi, e il minore si limitò a coprirsi di nuovo fin sopra la testa. - Hai controllato il termometro? - il rosso domandò al cantante, - Quale termometro? - al ché Hoseok si avvicinò al letto di Jungkook per scoprirlo e prendere il termometro che ancora aveva sotto braccio.
- Wow 37, non hai più la febbre - e la domanda sorse spontanea: era stato lucido in quegli ultimi minuti?

you're in the band - kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora