Solitudine

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Il buio aveva ormai nascosto i contorni delle navi di Mu, eppure Alexandros ne era consapevole che fossero lì, al largo delle coste di Atlantide: l'alba seguente avrebbe portato solo morte e distruzione – per un'altra volta.

Sapere che le navi di Mu erano a poca distanza dalle stesse coste che in quel momento il buio nascondeva alla vista turbava Alexandros.

L'abbaiare di Atlas distolse Alexandros dai suoi pensieri.

«Buono!» gli disse Alannis dall'altra parte della porta di legno. «Così rischi di svegliare mio fratello... e buona parte del palazzo» continuò mentre il cane aveva iniziato a uggiolare davanti alla porta, grattando la superficie.

«Entra pure. Sono sveglio».

«Non ho niente da mangiare ora, mi dispiace» mormorò Alannis chinandosi si a fare le carezze al cane che rotolò su un fianco e poi si mise a pancia all'aria. «Però le coccole non te le fai mai mancare, eh?»

«Mai. Sarebbe inutile contro i ladri, inizierebbe a scodinzolare e fare le feste pur di ricevere coccole e cibo».

«Credevo dormissi» ammise Alannis.

«Come posso dormire con la consapevolezza che una nuova guerra è imminente?»

«Una battaglia» lo corresse Alannis, alzando lo sguardo da Atlas verso il fratello, ma senza smettere di fare le carezze al cane che agitava la coda, tenendo la lingua fuori dalla bocca.

«Sembri ottimista».

«Soltanto Mu poteva salpare in questa stagione. Non conoscono il mare e sicuramente sono stati rallentati dalla pioggia del pomeriggio».

«Per troppo tempo la nostra flotta non ha prosperato e il nostro esercito non è stato mantenuto unito. Saremo sotto assedio da qui a poche ore, se tutto va bene».

«Esi non conosce il mare, si crede in grado di piegarlo al suo volere, senza rendersi conto che la protezione di Poseidone è per noi, i suoi figli» rispose Alannis mettendosi in piedi e Atlas guaì, colpendo poi la gamba con la testa. «Certo che sei proprio un ruffiano» mormorò lei prima di piegarsi di nuovo sulle ginocchia e riprendere a fare le coccole al cane.

«Kyriakos potrebbe essere geloso» le disse Alexandros appoggiandosi con i gomiti al davanzale della finestra. «Tu, piuttosto, perché sei sveglia?»

«Mamma voleva vedermi... per dirmi che in nessun caso domani dovrò mettere mano alla spada».

«Almeno siamo della stessa idea, per una volta».

Alannis scoppiò a ridere, poi scosse la testa.

«Stavo scherzando. Stavo aspettando Kyriakos e mi è presa fame. Non è un problema se ho attinto alla scorta di biscotti nascosta nel vaso, vero?»

«Tu cosa? Perché?»

«Perché tu la nascondi sempre lì. L'avrei fatta franca se non fosse stato per lui».

«Kyriakos non è ancora tornato?»

«È giù al porto con Niketas e, credo, suo padre. Tornerà, prima o poi. Sempre se qualche ubriaco non l'ha già fatto fuori».

Alexandros annuì appena con la testa: Kyriakos aveva preso in mano la situazione, in un modo che lui non avrebbe mai avuto il coraggio di fare.

«Hai una grande fiducia in lui...»

«È di Kyriakos che stiamo parlando» rispose Alannis. «E lo sai meglio di me».

Alexandros annuì. «E... il bambino?»

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