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«N-non posso farlo» disse facendo qualche passo indietro, ed in poco tempo si ritrovò addosso all'altro cameriere.

«Hai detto che lo avresti fatto!» disse terrorizzato l'altro, avendo paura che se Jimin si fosse tirato indietro, sarebbe toccato a lui servire la ragazza. «Ti serve questo lavoro»

Era vero, gli serviva quel lavoro ma si sentiva in imbarazzo. La prima volta che l'aveva incontrata era stato perché il fratello lo aveva malmenato, chiamandolo poveraccio, mentre la seconda sarebbe stato il suo cameriere.

Non era così che desiderava rincontrarla.

Aveva sempre immaginato che il giorno che l'avrebbe rincontrata sarebbe stato un'uomo di successo, con un bel lavoro e bei vestiti. Un'uomo alla sua altezza. Le cose non andavano mai come voleva lui però, e doveva rincontrarla in uno dei momenti peggiori della sua vita: quando cercava disperato un nuovo lavoro perché il mini market stava chiudendo.

Era un fallito.

E si sarebbe tirato indietro se il pensiero costante dei suoi genitori non continuava ad occupare la sua testa. Doveva farlo per i suoi genitori.

«Va bene» si disse e dopo aver preso un bel respiro gli furono passati due menu e si avvicinò con gambe tremanti ai due seduti al tavolo.

Quando si avvicinò gli occhi della corvina si posarono su di lui e si immobilizzò. Deglutì a fatica e rimase imbambolato a guardarla.

Era diversa da come la ricordava, ma forse era solo perché era cresciuta... sembrava più una donna. Ma, nonostante fosse cambiata i suoi occhi erano belli come ricordava.

«Ciao» fu l'unica parola che lasciò le sue labbra ed arrossì subito dopo averlo detto. La corvina lo guardò come se si sentisse in colpa è un secondo dopo fece roteare gli occhi al cielo.

«Oh» iniziò con tono tragico, «mio Dio! Li prendono sempre più idioti» Jimin spalancò gli occhi e sentì una fitta al petto. Non lo aveva detto davvero, giusto? «Biondino, datti una svegliata, stiamo aspettando già da cinque minuti» disse schioccando le dita davanti al viso del ragazzo.

«Eunjin, mia cara... non c'è bisogno di parlare cos-»

«Eunwoo, i camerieri in questo posto devono essere trattati come degli idioti» disse guardando male Jimin, «non sanno fare il loro lavoro, guardalo» lo indicò, «è qui da mezz'ora e non ci ha ancora dato i menu»

«Ragazzo, forza dacci i menu... la mia signora è un po' nervosa questa sera» disse l'uomo guardando Jimin come se volesse scusarsi per il comportamento della corvina.

Jimin posò i menu sul tavolo ed Eunjin lo guardò come se davanti a lei avesse avuto un'incapace.

«Hai intenzione di guardarmi per tutta la sera, maniaco?» ancora una volta il ragazzo arrossì, fece un'inchino e chiese scusa.

Non è lei. Non può essere lei.

Si disse mentre si allontanava. Ma dentro di se sapeva invece che quella ragazza, Eunjin, era la stessa ragazza che aveva sognato e sperato di incontrare di nuovo durante tutti quegli anni. Avrebbe potuto riconoscerla ovunque.

U P T O W N | pjm [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora