❀XIII❀

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Jimin guardava perso il vuoto. Era seduto sul divano da ore, il suo appuntamento con Eunjin era finito da ore, e non riusciva a smettere di pensare a come erano andate le cose con Eunjin.

Sapeva che non era colpa della ragazza, che i genitori la obbligavano a farlo ma non significava che non faceva male.

Vedere quel succhiotto lo aveva fatto stare male perché era la prova che un uomo che non era lui aveva messo le mani addosso alla sua Eunjin e sapere che quell'uomo l'aveva toccata considerandola un oggetto gli faceva venire la nausea.

Sapere che tanti uomini prima di lui l'avevano trattata come un oggetto lo faceva sentire male.

Sapere che i suoi genitori la consideravano un oggetto lo faceva sentire male.

Si sentiva male perché Eunjin si comportava come se fosse quello: un oggetto.

Cosa devo farti?

Gli vennero i brividi al solo pensiero. Quante altre volte aveva fatto quella stessa domanda ad altri uomini? Quante altre volte aveva chiesto cosa doveva fare quando in realtà non voleva farlo?

«Ehi, Chim» Seokjin fece la sua apparizione nel salotto e si sedette affianco all'amico, scompigliandogli i capelli.

Jimin lo aveva visto fare la stessa cosa a sua sorella Seomin un milione di volte. Si vedeva che il maggiore sentiva la mancanza della sorellina, di prendersi cura di lei e qualche volta trattava lui e il resto dei ragazzi come avrebbe trattato sua sorella. L'unica persona a cui non riservava in comportamento così gentile e premuroso era Ishi, se avesse potuto Ishi l'avrebbe buttata giù da un treno in corsa.

«C'è qualcosa che ti turba?» chiese poi, notando lo sguardo duro del suo amico con i capelli biondi.

Jimin sollevò le spalle non sapendo cosa dire, non sapendo se confidarsi con l'amico riguardo le cose successe con Eunjin. L'unica persona con cui si sentiva a suo agio nel parlarne era Hoseok perché il ragazzo conosceva Eunjin. Il resto dei ragazzi però non la conosceva ed aveva paura che la giudicassero male se avesse parlato di lei, di quello che era costretta a fare dai genitori.

«Allora com'è andato il tuo secondo appuntamento?» quella volta fu proprio Hoseok a fare il suo ingresso nel salotto. Teneva in mano un pacchetto enorme di paratine e quando Seokjin si allungò per prenderne una il ragazzo si allontanò, decidendo di sedersi nell'altro divano così nessuno avrebbe mangiato le sue patatine.

«Dammene una! Le ho comprate io» disse il maggiore allungando una mano ed Hoseok sbuffando si alzò e diede una manciata di patatine a Seokjin, poi guardò Jimin sollevando un sopracciglio e porgendogli il pacchetto che il biondo rifiutò scuotendo la testa.

«È successo qualcosa? Non è andato bene l'appuntamento?» chiese guardando preoccupato Jimin e Seokjin si sbatté una mano in fronte.

«È vero! Scusa mi ero dimenticato dell'appuntamento» disse il maggiore dispiaciuto. «È andato bene?»

Jimin sollevò le spalle non sapendo cosa rispondere. Dopo la loro discussione, se così poteva essere chiamata, si erano sdraiati nel letto e Jimin aveva semplicemente stretto tra le sue braccia Eunjin. Non si erano detti nulla ma il modo in cui la ragazza si era raggomitolata sul suo petto gli faceva capire che bastava così.

U P T O W N | pjm [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora