❀XIV❀

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Eunjin era sicura che sarebbe morta. Quello era decisamente il suo ultimo giorno sulla faccia della terra. Le sembrava di essere in un film horror, suo fratello la guardava con occhi infuriati ed il suo cuore batteva così forte che aveva paura sarebbe potuto uscirle dal petto. Il mosse le labbra e anche se non riusciva a sentirlo sapeva che le stava dicendo una seconda volta di scendere immediatamente dalla macchina, vedendola paralizzata allungò una mano per aprire la portiera e fu in quel momento che Eunjin scattò.

Tornò sul sedile del passeggero e chiuse a chiave le porte.

«Andiamo via!» urlò con il cuore in gola mentre suo fratello sbatteva le mani contro il finestrino, Jimin però sembrava pietrificato, se Eunjin era riuscita a muoversi lui sembrava ancora sotto shock. «Jimin! Andiamo via!» e la voce supplichevole e terrorizzata della ragazza arrivò finalmente alle sue orecchie.

Premette con forza sull'accelerazione e non si preoccupò di guardare se ci fosse qualcuno, e per fortuna non c'era nessuno in quella via a quell'ora della notte non sarebbe stato bello fare un'incidente. Con la coda dell'occhio vide Eunjin girarsi per guardare suo fratello e Jimin fece lo stesso puntando gli occhi sullo specchietto retrovisore e vedendolo correre dietro la macchina, ma non importava quanto stesse correndo non sarebbe mai riusciti a raggiungerli.

Una volta usciti finalmente dalla via, Jimin entrò dentro altre viette decidendo di non prendere le strade principali perché se Il avesse deciso di seguirli con una macchina li avrebbe trovati subito.

Il viaggio fu silenzioso e carico di tensione, il biondo stava stringendo con così tanta forza il volante che le sue mani stavano diventando bianche, continuava a lanciare delle occhiate ad Eunjin la quale aveva il respiro affannato e guardava con occhi spalancati il vuoto.

Se Jimin avesse avuto il potere di entrare nella sua testa sarebbe entrato nel caos.

I pensieri della ragazza correvano e nessuna delle cose a cui pensava aveva un lieto fine.

Finivano tutte con Il che diceva tutto ai suoi genitori, e con i suoi genitori che le impedivano di vedere Jimin.

L'unica cosa bella che aveva nella sua vita.

Sobbalzò quando il suo telefono prese a vibrare, lo tirò fuori dalla borsetta e quando lesse il nome del fratello sentì il cuore batterle in gola, la chiamata finì in pochi secondi ma riprese a squillare subito dopo e quella volta non era Il a chiamarla... era sua madre.

Guardò terrorizzata lo schermo, guardando per diverse volte le chiamate finire e rinunziare con i nomi di suo fratello, sua madre e suo padre che si alternavano.

Lo sapevano già?

Perché Il era a casa quando sarebbe dovuto essere dalla sua ragazza?

Perché i suoi genitori erano svegli a quell'ora e la stavano chiamando?

Per un secondo pensò che lo avevano fatto apposta, che le avevano mentito lasciandola sola a casa per vedere cos'avrebbe fatto ma decise di non dare troppo peso a quel pensiero... non lo avevano fatto. Non potevano averlo fatto.

Il telefono continuava a squillare e Jimin vedendo la ragazza tremare dalla paura glielo strappò dalle mani spegnendolo ed infilandoselo in tasca.

U P T O W N | pjm [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora