❀XIX❀

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I genitori di Jimin erano meravigliosi. Eunjin ogni volta che passava del tempo con loro si chiedeva cos'avesse fatto di sbagliato.

I suoi genitori trattavano bene Il, i suoi genitori adoravano suo fratello quindi se si comportavano in quel modo con lei significava che se c'era un problema nella sua famiglia quel problema era proprio lei.

Adorava Jimin e la sua famiglia ma faceva un po' male vederli e rendersi sempre più conto che la sua famiglia non era così.

Quel giorno però quando si era svegliata aveva indossato il suo sorriso migliore e si era preparata al meglio per passare la giornata al mare con Jimin e la sua famiglia. In quei giorni avevano fatto tantissime cose: avevano girato per la città, avevano fatto delle escursioni -e le gambe di Eunjin facevano ancora male-, avevano visitato dei musei ed ogni sera quando Eunjin e Jimin tornavano in hotel erano troppo stanchi anche solo per parlare.

In quei giorni di stretta e continua vicinanza con il ragazzo Eunjin stava iniziando ad impazzire. Jimin era bellissimo e vederlo così rilassato e spensierato le faceva avere strani pensieri. Pensava continuamente al voler portare la loro relazione al livello successivo ma ogni giorno erano troppo stanchi per fare qualsiasi cosa. La situazione stava diventando quasi stressante, erano passate due settimane da quando si trovano a Busan ed Eunjin sentiva la necessità di un contatto con Jimin, un qualsiasi contatto.

Si sentiva quasi una pervertita e diverse volte Euna l'aveva quasi beccata a guardare il fondoschiena di suo figlio mentre si mordeva il labbro come un'assatanata. Per fortuna Euna non l'aveva mai vista ed Eunjin si era risparmiata dell'imbarazzo.

«Come sto?» chiese la corvina entrando nel bagno dove trovò Jimin lavarsi i denti con solo un asciugamano legato attorno alla vita.

Quelle erano cose che Eunjin non avrebbe dovuto vedere se voleva uscire sana di mente da quel viaggio.

«Sei adorabile» le disse Jimin sciacquandosi la bocca e regalando un sorriso alla ragazza che continuò ad osservare il corpo del maggiore pensando a quanto avrebbe voluto togliergli quell'asciugamano di dosso e... «Credo che pioverà più tardi, forse dovresti portarti la tua giacca di jeans, quella leggera» disse sistemando posando lo spazzolino nel porta spazzolino.

«Sì... forse dovrei» mormorò provando a distogliere lo sguardo dalle goccioline che percorrevano il fisico scolpito del suo ragazzo.

«Ti senti bene, piccolina?» chiese facendola arrossire e la ragazza sollevò immediatamente la testa annuendo.

«Sto bene, molto bene» rispose deglutendo a fatica.

«Sei agitata? Ormai non dovresti sentirti così, ci vediamo tutti i giorni con i miei genitori» si avvicinò alla ragazza tirandola a lui e stampandole un bacio sulle labbra, completamente ignaro della situazione in cui si trovava la corvina.

«Ti ho detto che sto bene» disse ancora facendo sollevare un sopracciglio al ragazzo.

«Ne sei sicura? Sembri nervosa» costatò continuando a guardarla con aria sospettosa.

«Forse perché mi sei mezzo nudo e mi stai appiccicato come una cozza» rispose facendo nascere un sorriso divertito e malizioso sulle labbra del ragazzo.

U P T O W N | pjm [✓]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora