capitolo 18

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CAPITOLO 18

Niels, condotto in una piccola anticamera adiacente all'ingresso, dovette spogliarsi della giacca, del panciotto e della camicia per indossarne una seconda più vecchia e logora che gli porse il ragazzino, insieme ad un grembiule blu cielo con sopra ricamato un adorabile orsacchiotto.

Fu costretto a porre dei guanti gialli sulle mani, si tolse le scarpe e mise degli stivali di gomma neri, quindi ''come ultima ma non meno necessaria precauzione'', come la definì il ragazzino, dovette mettere anche una sorta di cuffietta da doccia sulla testa.

Il ragazzino a sua volta, dopo essersi ritenuto soddisfatto del modo ridicolo in cui aveva abbigliato Niels neanche si fosse prossimi a carnevale, prese dalla tasca del suo grembiule una cuffietta simile e se la sistemò sui capelli rossi, inforcando poi dei guanti di cuoio che si fermavano ai suoi polsi.

Strappò quindi dalle mani di Niels la pianta di peonie e la spolverò con una specie di pennellino sui fiori e sulle foglie, prima di restituirgliela.

-Adesso mi segua, prego- disse, facendo un cenno all'altro.

Niels, che conosceva quella casa come se fosse la sua, sbuffò seccato ma gli andò dietro comunque, pur continuando nella sua mente a trovare nuovi insulti per la sua giovane ed irritante guida.

-Dovete sapere- spiegava il ragazzino, senza sapere di non essere minimamente ascoltato -che il professor Hill sta lavorando ad uno studio che, se si rivelerà corretto, sarà quanto meno rivoluzionario nel campo della botanica quantistica.

Seguendo gli studi di un certo Mendel, un monaco che recentemente ha pubblicato degli articoli su una rivista scientifica, il professore sta sviluppando l'ipotesi che sia possibile creare linee pure di piante con una data caratteristica, e magari addirittura incrociare tipi di piante che prima erano rigorosamente separate dall'invalicabile ostacolo delle leggi naturali e quindi dare vita a specie completamente nuove che...-

Niels sbadigliò annoiato ed il ragazzo, completamente infervorato dal suo stesso discorso, maleinterpretando il motivo per cui l'uomo dietro di lui avesse spalancato la bocca e credendolo assai stupito, disse orgoglioso -Lo so, è incredibile!-

Giunsero in quel momento davanti alla porta che, se la memoria di Niels non lo stava tradendo, dava accesso alla camera da letto di Herbert.

-Come sarebbe a dire? Non mi aveva detto che Herbert era in terrazza?-

Il ragazzino arrossì -Beh, vedete, è una precauzione che siamo costretti a prendere-

-Precauzione? Che precauzione sarebbe questa?-

-Vi ho già parlato dell'importanza del lavoro del professore: voi non immaginate neppure quanti studiosi approfittatori e tagliagole vorrebbero rubare il frutto delle sue fatiche, appropriarsene per ottenere un po' di fama. Persone viscide e disgustose. Il mondo accademico ne è pieno!-

-E quindi mentite a tutti i suoi ospiti?- domandò Niels, spazientito.

-Mentiamo a tutti gli sconosciuti che si presentano, così da depistare eventuali ladri. Fin'ora ce ne sono stati almeno un paio, uno travestito da postino e l'altro da lattaio-

-Non potrebbe darsi che quei poveri disgraziati fossero veramente un postino ed un lattaio?- osservò Niels.

-Voi siete davvero una persona molto semplice- commentò il ragazzino -invidio la vostra innocenza-

A.C.U.M.E. spa, la società dei Cacciatori di mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora