capitolo 5

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CAPITOLO 5

La mattina del 15 Brumaio Niels si svegliò ragginate, saltellò in bagno, si rasò accuratamente talgiandosi appena un paio di volte e fece una colazione veloce ma nutriente, composta da pancetta fritta ultrasalata, latte, cereali e fette di pane tostato bruciacchiato.

Perfino la signora Smith sembrava quel giorno aver fatto del suo meglio per rendere ciò che cucinava appena sopra la soglia del commestibile, come se avesse compreso l'importanza che aveva per il suo padrone.

Niels si sforzò di mangiare tutto quanto, accompagnandolo con abbondanti sorsi di latte che, per buona sorte, la signora Smith non aveva motivo di toccare e che quindi era ragionevolmente decente, nonché ottimo per affogare altri sapori.

S'infilò quindi cappotto, guanti e cappello, perché almeno il suo primo giorno di lavoro voleva dare l'impressione migliore possibile, mise in tasca la lettera, la licenza e gli altri vari documenti ed uscì fischiettando.

Erano le sei e un quarto della mattina, e per strada non v'era nessuno salvo qualche povero barbone addormentato sulle panchine, un gruppetto di operai dall'aria depressa e una prostituta che s'era attardata a tornare a casa.

Tutti quanti, vedendo passare quel tipo vestito bene con un sorriso beato stampato in faccia, dento di loro gli lanciarono miriadi di silenziose ma perfide maledizioni, di quelle che implicano anche qualche dolore fisico, prima di andarsene più nervosi di prima: se c'è infatti una cosa che chi è costretto a svegliarsi presto non sopporta, sono proprio le persone mattiniere.

Niels, ignaro dei malevoli auguri indirizzati a lui, guardandosi attorno non poteva fare a meno di vedere le cose più rosee e attraenti di quanto non fossero mai state: così un gatto magrolino che masticava una lisca di pesce si trasformò in un piccolo micino felice che faceva colazione, l'aria gelida del mattino divenne una fresca a piacevole brezza che gli accarezzava la pelle, le ragnatele ed i cavi elettrici sporgenti che si diramavano da una facciata all'altra degli edifici anneriti dal fumo delle fabbriche divennero tante splendide decorazioni e ghirlande quasi che ogni cosa fosse in festa, proprio come lui. E Niels riuscì a vedere tutto questo senza l'aiuto della morfamina, il che si potrebbe considerare quasi ammirevole.

Il suo entusiasmo non si smorzò neppure quando constatò che non conosceva l'esatta ubicazione di Via Vecchiogufo e non c'era nessuno per strada a cui chiedere, ma imperterrito cominciò le sue ricerche.

Dopo circa mezz'ora scorse una targa di marmo impiantata nel muro di una casa gialla che recava a caratteri cubitali proprio il nome che lui era tanto bramoso di trovare:

VIA VECCHIOGUFO

Felice della sua scoperta la raggiunse, affacciandosi su una specie di vicolo stretto e sporco, non più lungo di venti piedi, in cui potevano passare a malapena due persone una di fianco all'altra.

Come si è già detto però Niels era troppo impegnato ad essere felice per accorgersi di questi insignificanti particolari ed entrò nella stradina aggirando i numerosi bidoni della spazzatura straripanti di viscide sostanze non identificate, cercando su ogni porta il numero ''12 BIS'', come indicatogli nella lettera.

Non che le porte che si affacciavano su quella viuzza puzzolente fossero molte, perciò non impiegò più di cinque minuti a trovare l'unico ingresso esistente che recava un indirizzo, e quell'indirizzo era esattamente il 12 BIS, sovrastato da un'enorme targa in ottone su cui era stato inciso:

A.C.U.M.E. spa, la società dei Cacciatori di mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora