capitolo 24

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CAPITOLO 24

''Non posso credere che dovrò mettere piede lì dentro'' pensò Niels, schivando un tombino con aria disgustata ''ci deve pur essere un altro ingresso, senza dover sgattaiolare dentro a uno di quei buchi per le acque di scarico''.

Eppure, anche sforzandosi, il ragazzo non riusciva a farsene venire in mente nessuno.

Comunque di compiere l'impresa quella sera stessa non se ne parlava neppure: l'allenamento di Coreli l'aveva lasciato senza un briciolo di energia, e la sua ricerca era una di quelle cose che richiedevano d'essere freschi e riposati.

Arrivò nel suo quartiere che erano circa le otto e mezza.

Come accadeva da qualche giorno a quella parte aveva fatto tardi e, poiché in quelle zone non c'erano né osterie né bordelli in cui fare baldoria, la strada era deserta dopo una cert'ora, anche se, aguzzando le orecchie, era ancora possibile udire il chiacchiericcio e il rumore di stoviglie di qualche ritardatario che ancora aveva da cenare.

Deciso a pianificare il tutto dal giorno seguente, si fermò dinnanzi alla porta di casa sua, estrasse la chiave dalla tasca della giacca ed aprì il portone.

Appena messo piede all'interno un ostacolo sul suo cammino lo fece traballare e, per evitare di cadere in avanti, portò avanti l'altro piede.

Al posto del pavimento che si aspettava di trovare però scoprì una sorta di oggetto duro e squadrato che gli diede il colpo di grazia, facendolo precipitare per terra con un tonfo sordo.

Imprecò a mezza voce e si risollevò, cercando di scrutare oltre l'oscurità che cosa l'avesse assalito a quel modo, e ripromettendosi di sistemare una lampada all'ingresso.

In quel mentre si ritrovò all'interno del cerchio di luce proiettato da una piccola candela rossa sistemata in una bugia d'ottone a forma di tulipano, sostenuta da un viso familiare che gli apparve pallido e tremolante come quello d'un fantasma.

Scattò all'indietro ed inciampò nuovamente sull'oggetto che già prima lo aveva fatto cadere, prendendo un doloroso colpo alla schiena.

Niels si mise a sedere massaggiandosi le vertebre, accompagnato dal suono di una risata acuta e squillante.

Josephine si avvicinò ad un mobiletto e usò la sua candela per accendere quelle di un vecchio candelabro dorato in modo tale da illuminare meglio il salotto.

-Spero non ti sia fatto male-

Parole che in bocca ad altri sarebbero potute parere gentili e amorose, proferite da Joesphine che dopo tutti quegli anni ancora non aveva perso il suo tono di scherno parvero a Niels molto più simili ad una presa in giro.

Senza neppure salutarla, grugnì -che cos'è questa roba?-

-I miei bagagli- spiegò Josephine, indicando un paio di grossi bauli e qualche scatola più piccola di compensato.

Niels, riconoscendo l'oggetto su cui era inciampato per ben due volte, dovette fare appello a tutta la sua pazienza per non tirargli un calcio.

-E perché sono davanti alla porta?- sibilò fra i denti.

-Perché sono arrivata or ora e non ho ancora avuto modo di spostarli. Anzi, mi faresti un piacere se mi aiutassi a spostarli-

-Tipico!- esclamò Niels portando le mani verso il soffitto -sei qui da poco e già io mi faccio male-

A.C.U.M.E. spa, la società dei Cacciatori di mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora