capitolo 10

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CAPITOLO 10

Niels raggiunse via dei Conti all'incirca verso l'ora di pranzo.

Scese affamato dalla carrozza, pagò il conducente e gli chiese nuovamente di attenderlo. L'uomo, notando il cambiamento radicale dai quartieri bassi del porto a quelli pieni di uffici ed abitazioni di lusso in cui si trovava adesso fu ben contento questa volta di obbedirlo e si sedette in cassetta a gambe incrociate, fischiettando una melodia allegra.

Niels raggiunse una palazzina antica ma ben tenuta, con la facciata dipinta di un bel verde smeraldo e piccoli gargoyles dal muso buffo che si sporgevano dai cornicioni di marmo bianco, più in alto, scrutando attenti la via.

Il ragazzo notò con piacere e sollievo che le finestre dell'ultimo piano erano aperte, il che siginificava che la persona che era venuto a cercare al momento si trovava certamente lì.

Suonò il campanello e il portone gli fu aperto senza problemi.

Poiché la palazzina non aveva un escensore, il ragazzo, come ogni volta, dovette salire tutte e dodici le rampe di scale consumate fino al sesto ed ultimo piano.

Giunse ansimante davanti a una porta verde dello stesso colore della facciata del palazzo, su cui una lucida targa in rame recava scritto:

SIG. WILFRED ROCHESTER, NOTAIO

Difatti, per quanto concerneva l'aspetto legale conseguente alla sua morte, Niels aveva deciso di recarsi dal notaio che la sua famiglia vantava da ben tre generazioni, Mr. Rochester, un vecchietto incanutito e gracilino che pareva sempre destinato a soccombere sotto il peso dei suoi enormi occhiali. Invece di rompersi, però, l'anziano signore si limitava a stare curvo sulla schiena, ingobbito come un vecchio cammello; ancora in grado di muoversi e camminare, pareva tuttavia tenuto in piedi più da un'incredibile forza di volontà che grazie ai suoi muscoli in sé e per sé.

C'era chi raccontava che quando venne il terribile tornado Wilelmina-Cooper del '47, quasi cinquant'anni prima, Mr. Rochester (all'epoca già vecchio e intirizzito) non  fu spazzato via dalle raffiche di vento proprio grazie a quegli occhiali, che l'avevano tenuto inchiodato a terra.

La segretaria, una lontana nipote del notaio dai capelli di uno strano rosso spento e un viso perennemente depresso, introdusse Niels nell'ufficio dello zio mentre il vecchio notaio stava tracciando la sua firma tremolante su un foglio di carta intestata con la sua stilografica dorata.

L'uomo, puntando gli occhialoni sul ragazzo, lo invitò ad accomodarsi mostrando il sorriso migliore che la sua dentiera gli concedesse.

-Ah!- esclamò -ecco il nostro giovane signor Jones!-

Niels lo salutò di rimando con un rapido cenno del capo.

-Come stà vostro padre?- domandò il notaio, sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.

-Lui è... morto- rispose Niels imbarazzato -sei anni fa... foste voi a leggere il suo testamento, ricordate?-

-Oh- borbottò l'anziano -giusto, giusto. E vostra madre, la cara Lisbeth, come stà? Non ditemi che è morta anche lei! Ora che ci penso, è da un pezzo che non la vedo...-

-No, signore, lei sta bene- disse lui -è andata a vivere in campagna, nella vecchia casa di famiglia-

-Ah, finalmente una buona notizia! Bene! Sapete, giovanotto, ricordo con piacere quella casa: fui io stesso a intercedere nelle trattative per il suo acquisto-

A.C.U.M.E. spa, la società dei Cacciatori di mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora