capitolo 3

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Il giorno seguente, nel pomeriggio, Viktor si avviò alla stazione ferroviaria in carrozza per andare a prendere Herbert ed accompagnarlo alla cena.

Niels aveva prenotato la mattina stessa  in un ristorante chiamato ''L'aragosta dorata'' che, a parer suo, già dal nome appariva il più lussuoso e costoso della città.

Quella sera, aveva deciso, non gli sarebbe importato di quanto avrebbe speso: voleva da una parte festeggiare il ritorno di Herbert e dall'altra la sua promozione a Cacciatore di mostri, la quale, a dispetto di ciò che i suoi amici gli avevano detto, continuava a ritenere un vero e proprio onore.

Arrivò con una decina di minuti di anticipo, si fece mostrare il tavolo a loro riservato e qui attese pazientemente gli altri, canticchiando un'aria allegra.

Come sempre, Finn si presentò puntuale come un orologio svizzero mentre Viktor e Herbert tardarono di una buona mezz'ora.

Appena entrati nel ristorante, Viktor puntò dritto al tavolo raggiungendo i suoi amici, con un sorriso cordiale stampato in faccia il cui significato spaziava da ''Che bello vedervi'' a ''Quand'è che si mangia, allora?''.

Herbert invece rimase fermo all'ingresso a guardare il soffitto dipinto con aria stupefatta.

Viktor fu costretto allora a tornare indietro, afferrarlo per un braccio e trascinarlo al tavolo sotto gli sguardi curiosi dei camerieri e degli altri clienti.

Herbert si accomodò al suo posto, strinse la mano di Finn, poi di Niels e quindi anche quella di Viktor, che tirò un sospiro di rassegnazione.

-Herb, ci siamo già visti. Mi avrai stretto la mano almeno dieci volte fin'ora...-

-Undici, per la precisione... dodici, se vogliamo contare anche il momento in cui mi hai aiutato a salire sul carro-

-Ah, lascia stare- mugghiò Viktor.

-Bene bene bene bene bene – esordì Herbert allegro, rivolgendosi agli altri due-un posticino di lusso, vero?-

-Ti piace? - chiese Niels orgoglioso -l'ho scelto io!-

-In verità, no. Per niente. Allora quando si mangia?-

Niels sbuffò ma non osò controbattere: conosceva Herbert da abbastanza tempo ormai per sapere che, nonostante tutte le spiegazioni del mondo, non si sarebbe mai reso conto del perché certi lati del suo atteggiamento potevano risultare seccanti.

Quando apriva bocca diceva sempre quello che pensava... quel poco che pensava, nessuno poteva fermarlo e i tre amici già da tempo avevano smesso di provarci.

-Allora, ordiniamo?- chiese Viktor, fissando avidamente l'aragosta che il cameriere aveva appena portato al tavolo accanto.

-Un momento!- lo interruppe Niels -prima vorrei dire due parole- e tirò fuori dal taschino del panciotto un'ordinata pila di cartoncini rettangolari, alta quanto un mazzo di carte, schiarendosi la voce.

-Ah!- esclamò Herbert, congiungendo le mani sul tavolo e rizzandosi sulla schiena, in segno di attenzione -un'orazione! Adoro le orazioni!

Finn e Viktor si lasciarono scivolare pesantemente sulle sedie, rammollendosi come due gelati sotto il sole, rassegnati a quello che aveva l'aria di essere un lungo, lunghissimo discorso. D'altronde, tutti i discorsi sembrano più lunghi quando si ha fame.

Viktor borbottò una lamentela a malapena udibile, Finn si passò una mano sulla fronte.

Niels li ignorò, completamente assorto nei suoi preparativi: si schiarì la voce almeno una decina di volte, si passò una mano fra i capelli per ravvivarli e assunse un'espressione di allegrezza degna di un bambino, spostando il peso da una gamba all'altra.

A.C.U.M.E. spa, la società dei Cacciatori di mostriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora