quattro

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POV CAMILLE

Sono dentro l'ascensore sorseggiando un caffè doppio.
La festa di ieri sera mi ha distrutta, sono tornata a casa tardissimo e questa mattina avrei pagato oro per poter dormire.
Ho portato con me la mia chitarra perché oggi, subito dopo il lavoro, dovrò andare al locale.
La ragazza alla reception, di cui non ricordo il nome, mi saluta educatamente e mi consegna una cartellina rossa contenente il  lavoro che dovrò svolgere oggi.
La ringrazio ed entro nel mio ufficio.
Mi siedo e inizio a tirare fuori il contenuto della cartellina.
Evviva, solo quattro contratti da tradurre in giapponese.

Finisco il caffè e mi metto al lavoro.
Non vengo cercata da nessuno e del mio capo neanche l'ombra.
Visto che è ora di pranzo e sono a metà dell'opera, prendo il mio porta pranzo, la mia chitarra e vado sul tetto.
Ho scoperto questo posto per caso ieri, sbagliando piano.
È semplicemente il tetto dell'edificio ma c'è una vista mozzafiato.
Mi siedo su un muretto e inizio a mangiare.
Guardo le persone e immagino le loro vite.
Magari sono sposate felicemente oppure sono single e in cerca di un'amore, come me.
Prendo la mia chitarra e inizio a suonare e a cantare.
Ho una melodia in testa e sto cercando le parole.
Alcune le scrivo, altre le cancello.

Tell me somethin', girl

Dimmi una cosa, ragazza

Are you happy in this modern world?

Sei felice in questo mondo moderno?

Or do you need more?

O hai bisogno di più?

Is there somethin' else you're searchin' for?

C'è qualcos'altro che tu stai cercando?

Le parole mi escono da sole, mentre guardo le ignare persone, protagoniste involontarie delle mie parole.
Il mio cellulare mi fa sobbalzare, merda è il capo.

"Pronto" rispondo con una vocina da topo.

"Buongiorno, signorina Camille.
Mi onorerà della sua presenza in ufficio?" Mi chiede il grande capo con tono sarcastico.

Guardo l'ora e sbianco "arrivo subito"
Merda, sono in ritardo.
La pausa pranzo è finita un'ora fa e io mi sono completamente lasciata prendere dalla musica.

Entro nel mio ufficio, poso la chitarra, prendo i due contratti tradotti e vado dal  capo.

Busso ed entro "eccomi, buongiorno signor Dempsey.
Questi sono i due contratti.
Ne mancano altri due ma
entro le sedici, troverà tutto sulla sua scrivania" sono imbarazzata ma cerco di fare finta di nulla.
Lui mi guarda intensamente.
Mi indica un lato della bocca
"ha qualcosa...".
Istintivamente mi pulisco con la punta della lingua.
Mi sembra di vedere una scintilla nei suoi occhi, ma sicuramente ho visto male.
Una briciola cade e io sento il mio viso avvampare.

"Signorina Camille, io non la pago per oziare sul posto di lavoro." Dice, fermo al suo posto e senza emozioni.

Resto sconcertata sai suoi modi. "Signor Dempsey, mi sono già scusata. Finirò il mio lavoro per l'orario stabilito da contratto, non sarà un problema." Cerco di mantenere la calma.

"Camille, sono sicuro che non sarà un problema. Infatti recupererà l'ora persa, in uscita e già che c'è, le ho girato delle mail alle quali dovrà rispondere."

"Non posso trattenermi oltre le sedici, lo avevamo stabilito nel contratto" la mia pazienza comincia a vacillare.

Mi viene incontro fino a fermarsi a pochi centimetri da me, potrei quasi sfiorarlo.
Sento il suo profumo che mi stordisce.
"Aveva da fare?" Dice malizioso.

ShallowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora