nove

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Sono appena uscita dalla doccia.
Mi vesto indossando una semplice gonna a vita alta nera e un maglione corto verde acqua.
Mi trucco poco, come sempre:
rimmel, matita, fard e un lucido.
Pettino i miei capelli facendo uno chignon, sperando di non sembrare troppo seria.

Arrivo puntuale in ufficio ma mi assale un dubbio.
Come dovrò comportarmi con Patrick? Quel giorno che mi ha aiutata nella pulizia del locale, mi è sembrato diverso, pensieroso ma gentile e curioso di conoscermi e di farsi conoscere meglio.
La sera è tornato, abbiamo bevuto una birra insieme ma poi, dopo pochissimo, ci siamo  salutati con un bacio a stampo e non l'ho più visto ne sentito per tutto il weekend.

Controllo sul cellulare i messaggi.
C'è quello di Ty che mi invita a pranzo fuori e gli do appuntamento alle dodici sotto al mio ufficio.
Poi c'è quello di Willow che mi ricorda la cena di questa sera.
Evviva.
Più o meno.
Anche a lei rispondo con un ok ma con meno entusiasmo.

Nel frattempo il computer si è acceso.
Leggo le mai e rispondo al signor Volkov,  indicandogli tutti i dettagli del nostro incontro che si terrà  prossima settimana.

Rispondo anche al signor Sasaki.
I programmi sono cambiati e verrà lui da noi a New York giovedì.
Se il mio capo riuscirà a vendergli delle quote di una ditta che ha a Tokyo e farlo diventare suo socio,  guadagnerà una bella cifra.

Inizio quindi a studiare i fascicoli in previsione della riunione di giovedì.
Dovrò parlare con Ivy per prendere delle ferie.

Un leggero bussare mi fa alzare la testa dal PC.
"Avanti"
La porta si apre e io trattengo il respiro.
Il mio capo entra per poi richiudersi la porta alle spalle.
Resta appoggiato ad essa, con le mani dietro la schiena ancora sopra alla maniglia.
Ed e' bellissimo.

"Buongiorno signorina Camille " dice con un sorriso.

"Buongiorno signor Dempsey" rispondo educatamente, mentre viene verso di me.
Prendo i fogli della riunione con Sasaki e mi alzo andandogli incontro.
Quando gli sono abbastanza vicina, allungo la mano per darglieli ma lui, anziché prendere i fogli, afferra il mio polso e mi attira a se,  per poi  appoggiare le sue labbra morbide sulle mie.
Contraccambio il bacio per rendermi conto, mio malgrado, che il suo contatto mi è mancato parecchio.

Poi si stacca ma senza lasciarmi andare, mi guarda negli occhi
"mi sei mancata" dice piano.

Sorrido come una ragazzina alla sua prima  cotta "potevi chiamarmi"

"Ho avuto da fare" risponde.

"Immagino" rispondo abbassando lo sguardo e dandogli i fogli.
Ci sono rimasta male o forse sono solo curiosa, chissà cosa avrà fatto ma soprattutto chissà con chi era.

"Sento le rotelle nella tua testolina, muoversi molto velocemente"
Mi prende in giro mentre legge i documenti.

"Assolutamente no, stavo solo  pensando a quanti giorni di ferie dovrò chiedere a Ivy."
Rispondo, alzando una spalla con nonchalance.

"Non devi essere gelosa, se stai pensando a Nora" insiste.

"E infatti non lo sono. Non abbiamo una relazione Patrick, siamo una specie di amici che si stanno conoscendo meglio.
La differenza è che io non ho una relazione, mentre tu hai qualche tipo di rapporto di Nora ma non è affari mio.
E ora che ci penso-dico, guardando il mio  orologio in silicone verde fluo, comprato alla bancarella - ho un'appuntamento, quindi, se vuoi scusami, ci vediamo tra un paio d'ore." Gli dico mentre prendo la mia giacca la borsa.

Si mette davanti alla porta, impedendomi di uscire "dove vai?" Chiede.

"Fuori per pranzo" rispondo, cercando di rimanere seria.

ShallowDove le storie prendono vita. Scoprilo ora