Chiudo la chiamata, sono in lacrime.
Non riesco a capacitarmi di quello che è appena successo. Cammino avanti e indietro per la stanza, non riesco a smettere di piangere.
Ho bisogno di parlarle con il mio migliore amico e, senza pensare che, da dove sono io a New York stanno tre ore avanti a me, la chiamata è già partita.
Un Thomas assonnato risponde dopo svariati squilli.
"Zuccherino, spero che sia importante. Ti voglio bene e ho la valigia pronta""Ty..." dico tra le lacrime.
"Che cosa è successo?" Risponde, immediatamente sveglio e serio.
Gli racconto tutto, tutta la prima telefonata dove Patrick era strano e poi la videochiamata.
"Io lo ammazzo"
"Ty, ti prego. Tra quanto hai l'aereo? Ho bisogno di te" gli dico tra le lacrime.
"Questa sera sarò lì, stai tranquilla piccola"
Restiamo ancora al telefono, poi mi addormento, con il telefono vicino, ascoltando la voce rassicurante del mio amico.
Thomas
Non ci credo, non ci posso credere...che figlio di puttana.
Ma io lo ammazzo.
Ammazzo prima lui e poi quella puttana.
Questi sono i miei pensieri mentre mi vesto di fretta.
Nel momento in cui Camille si è addormentata, il mio istinto omicida si è risvegliato."Che succede Ty?" Mi chiede George, che ha ascoltato la telefonata.
"Vado da quello stronzo e lo ammazzo" rispondo infilando i pantaloni.
"Vengo con te, non vorrei tu facessi qualche cazzata." Si alza e si infila al volo una tuta.
In venti minuti siamo alla reception del palazzo dello stronzo.
Sono le sei del mattino e il guardiano non vuole lasciarci passare."Signor Thomas, capisco che lei è un'amico della signorina Camille ma, si calmi. Non posso..." mentre tenta di finire la frase, gli do una spallata e prendo l'ascensore che, fortunatamente, era già al piano.
Spingo l'ultimo bottone, quello per l'attico.
George non è riuscito a salire, credo stia cercando di calmare il guardiano.Come le porte dell'ascensore si aprono, mi catapulta fuori.
Inizio a prendere a calci la porta di casa "apri bastardo, apri questa cazzo di porta" ulro, bestemmio e continuo a bussare.
Dopo qualche minuto, George e il guardiano sono vicino a me, cercano di calmarmi.
"Ty, tesoro calmati. Ha chiamato la polizia, non complicare le cose" mi dice George, cercando di tenermi per le braccia.
Non ci vedo più dalla rabbia.
Penso alla mia amica, a quello che ha passato.
Penso a quanto ami quel bastardo e a tutto il male che lui le ha fatto.
Ma penso anche a quando lui le ha chiesto di sposarlo.
C'è qualcosa di strano in questa storia.
Camille mi ha detto che Patrick era con Nora ma lei ha un'ordine restrittivo e non può avvicinarsi a loro due."Apra la porta, lei ha le chiavi, apra subito la porta. C'è qualcosa che non va"
Dico tutto con calma.
Il guardiano non vuole aprire e li non ci vedo più. Lo prendo per la giacca e lo sbatto al muro, sollevandolo di almeno dieci centimetri da terra.
"Dammi quelle cazzo di chiavi o ti butto giù dalle scale"
Mi porge le chiavi e lo lascio andare, apro subito la porta e corro dentro seguito da George e il guardiano che mi urla dietro.
Mi dirigo in camera da letto, sicuro di trovare i due amanti a letto anche se, visto il casino che ho fatto, non capisco perché non mi abbiano aperto.
E questo cosa , non fa che aumentare in me quella sensazione che qualcosa non va.
Infatti, mi blocco sulla soglia della camera, appoggiando una la mano allo stipite e l'altra alla mia bocca, come per soffocare un grido.
George e il guardiano, mi sbattono contro.
La camera è un disastro, tutti i vestiti di Camille sono sparsi per la camera, alcuni addirittura fatti a pezzi.
Il letto è sfatto, sporco di sangue e, credo, vomito.
Le foto strappate e le cornici distrutte.
Su una sedia, nudo, legato, c'è Patrick.
È sporco di sangue, pieno di ferite.
Sembra incosciente e spero non sia morto. Se deve morire, lo farà per mano mia.
Sto per andare da lui quando dal bagno, esce Nora che indossa solo un'accappatoio.
Mentre si avvicina a Patrick, lascia delle impronte, sporche di sangue.
Mi sembra di essere in un film horror.
Si avvicina a lui e gli prende i capelli, li tira con violenza indietro e sento uscire dalla bocca di Patrick un lamento.
Gli lecca le labbra per poi baciarlo.
Sto per andargli incontro ma lei tira fuori dalla tasca un coltello e glielo avvicina alla gola."Allontanatevi e chiamate l'ambulanza" dico piano ai due, anche se lei mi ha sentito.
"Nora, che è successo," le chiedo, ostentando un certa sicurezza e calma che , in realtà non ho.
"Quella piccola puttanella...voleva portarmelo via..." parla ma il suo sguardo è perso nel vuoto.
"Ma no, si è trattata di una sbandata passeggera, si vede che voi siete fatti per stare insieme " le rispondo, facendo il gesto con la mano di indicarli.
"Finalmente quella sciacquetta se n'è andata. L'ho seguito in ufficio. Gli ho fatto vedere delle nostre foto e dei video di alcuni festini che facevamo.
Gli ho detto che li avrei dati alla stampa. Lo avrei distrutto, gli avrei portato via tutto.
Doveva state con me e lasciare quella puttana.
Mi ha risposto che non l'avrebbe mai fatto perché l'amava.
Capisci?! E io? Mi ha usata per tanto tempo, mi ha fatta innamorare di lui e poi?!
Buttata come uno straccio vecchio." Devo farla parlare, devo prendere tempo."Non dire così, sei una bella donna, lui non vale la metà di te. Non ti merita" è sempre più agitata e inizia a spingere il coltello sulla gola di Patrick.
Poi, come se fosse sovrappensiero, lo sposta sul braccio, facendogli un taglio abbastanza profondo."Nora, Hey Nora guardami. Continua a raccontare, come ci sei arrivata qui?" Devo distrarla.
"La sera sono andata nel suo stesso locale, era con i suoi amici, ha bevuto molto. Sono andata al bancone, ho fatto preparare un girone dei dannati è un cocktail molto forte.
Dentro ho aggiunto una droga, per stordirlo ancora di più. Ovviamente non mi sono fatta vedere e il bicchiere, l'ho fatto portare da una cameriera, doveva dire che era offerto ma non da chi.
L'ha buttato giù tutto d'un fiato il coglione."Questa è completamente pazza.
Continua a muovere il coltello mentre l'ultima ferita continua a sanguinare."Non so come è riuscito a guidare fino a casa, l'ho seguito fino alla porta che ha lasciato accostata.
Era talmente stordito con non si è accorto di nulla. Com'è entrato ha posato il cellulare e si è diretto in bagno, stava malissimo.
Intanto mi sono spogliata e la fortuna è stata quella di trovare l'accappatoio ma sarei andata anche nuda. Mi ha vista in ogni posizione." Mi fa l'occhietto e rabbrividisco."Ho preso il telefono e ho fatto partire una videochiamata a quella gatta morta.
Dovevi sentire come lo chiamava e come piangeva quella povera illusa." Ride, una risata malata come il suo sguardo."Ho provato a togliergli i pantaloni ma mi ha cacciata via, ho provato a baciarlo ma niente. Chiamava lei capisci? Mi ha rifiutata anche da ubriaco e drogato. Quella maledetta gli ha fatto il lavaggio del cervello.
Ma se io non posso averlo, non lo avrà nessuno." Prende il coltello con entrambe le mani e lo alza, poi succede tutto velocemente. Tre colpi di pistola vicino al mio orecchio, non ci sento più , cado in ginocchio e delle braccia mi stringono e mi trascinano via.
Entrano poliziotti e persone con il camice bianco. Vanno subito da Patrick, poi è il caos.☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆☆
Ciao a tutti! Siamo quasi alla fine di questa storia, spero vi sia piaciuta e se è così, lasciate un commento e una stellina!
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Shallow
RomanceLei, una ragazza semplice con un passato da dimenticare. La sua passione è la musica. Vorrebbe vivere della sua passione ma, al momento lavora in un locale molto particolare, il Cojote Hugly. Durante il giorno, invece, lavora per l'affascinante si...